I sogni sono strani. Questa mattina mi sono svegliata con in testa la frase del Riccardo III di Shakespeare (e del bellissimo romanzo di Javier Marías) : “Domani nella battaglia pensa a me, e cada la tua spada senza filo: dispera e muori!”.
I sogni sono strani, evocano fantasmi, appunto, e chiedono giustizia. E in questi giorni ho diversi fantasmi intorno a me e molto sconcerto: sì, sto parlando ancora di alberi e di verde urbano e, no, non lo faccio per riposizionarmi come mi è stato graziosamente detto un paio di giorni fa facendomi rimanere malissimo, né perché la mossa prima, quella che mi ha fatto capire quanto grave sia la situazione, è avvenuta letteralmente “nel mio cortile”, con il taglio delle decine di alberi alti e sani sul terreno accanto a me che ha fatto alzare di diversi gradi, termometro alla mano, la temperatura delle case di fronte, private di ombra. Lo faccio perché è la cosa più importante che posso fare in questo momento.
Mi stanno arrivando da tutta Italia commenti e segnalazioni su tagli indiscriminati del verde urbano, tanto che non riuscirò in un solo post a riportare tutto quel che sta avvenendo. Ma quel che sta avvenendo, appunto, è che a fronte degli abbattimenti e degli scempi, esistono decine di comitati di cittadine e cittadini che provano a fermarli: anche qui, non riesco a elencarli tutti, dal Comitato Besta a Bologna alla rete di Onda. E questo, alla luce di quanto sta avvenendo a Milano, è molto interessante e importante: i cantieri, la “rigenerazione urbana”, i grattacieli, eccetera. Ma quelle due parole, “rigenerazione urbana”, tornano ovunque: e significano una sola cosa, mattoni per il decoro, preteso non si sa bene da chi e attuato in nome di una cittadinanza fantasma che desidererebbe gradoni assolati invece di verde e ombra.
Per esempio, mi arriva la storia dei platani di Venezia: i cittadini negano che i due platani da abbattere siano malati, e sono riusciti a bloccarne il taglio due volte, dal momento che le perizie erano vecchie. Adele Re Rebaudengo, mi scrivono, ha chiamato un proprio tecnico che ha confermato le perizie vecchie, immaginando un progetto di “risistemazione del Campo” (siamo a Sant’Agnese).
Perché insistere sui platani? Lo ha spiegato ai quotidiani locali Marco Rosa Salva, portavoce del comitato Campo Sant’Agnese:
“Sono alberi che hanno circa 80 anni, sono alti 25 metri e hanno una circonferenza di circa 300 centimetri: qualora fossero sostituiti, le nuove piante avrebbero più o meno un quindicesimo del diametro e non porterebbero gli stessi benefici di un albero di queste dimensioni”.
Inoltre, “una signora di 87 anni della zona di San Giacomo mi ha raccontato di aver visto piantare gli alberi del campo. Questi alberi hanno visto susseguirsi generazioni e bisognerebbe valutare attentamente la loro salute prima di abbatterli. Per questa ragione il nostro comitato di Sant’Agnese ha chiesto al Comune di fornirci il permesso per procedere a una contro-perizia a nostre spese da parte di un altro tecnico. Vogliamo evitare che accada come nel 2019, quando un altro dei platani del campo ha rischiato l’abbattimento per un “errore di valutazione””.
Il tecnico è un agronomo, Daniele Zanzi. Che ha scritto all’assessore all’ambiente e al direttore del settore verde pubblico per poter svolgere una perizia a nome dei cittadini veneziani. Tra l’altro, si occupa da sempre di stabilità degli alberi e ricorda che quando si ha a che fare con un organismo vivente “è normale avere un consulto tra esperti, che è improprio definire perizia”. Ricorda anche di non essere “un talebano”, e che ha fatto abbattere molti alberi “quando lo ritenevo corretto” e sempre confrontandosi.
Ovviamente la risposta è stata no.
E’ una delle storie, moltissime, che ho sotto gli occhi e so che altre ne arriveranno. Allora, prima di prendermi tre giorni di stacco (ho un workshop di scrittura al Castello di Sorci, come negli ultimi tre anni), mi chiedo quando si comincerà a raccontare con maggiore frequenza, anche letterariamente, quello che avviene attorno a noi. Perché la favola tossica della “rigenerazione urbana” ha non solo conseguenze giudiziarie, in questo momento, ma ne ha avute e ne ha, e grosse, nelle nostre vite.
A lunedì.