Con molta pazienza e molta calma provo a spiegare perché la lettera firmata da molti autori e autrici e diretta all’Aie a proposito della presenza dell’editore Passaggio al bosco a Più Libri Più Liberi è qualcosa di diverso dalla censura e dalla limitazione delle altrui libertà di opinione e di pensiero e di pubblicazione.
Per chi non lo sapesse, la questione è stata posta ieri, in forma peraltro garbata, chiedendo come si possa conciliare il catalogo dell’editore con “una norma (l’Articolo 24, “Osservanza di leggi e regolamenti”) che impegna chiaramente gli espositori ad aderire “a tutti i valori espressi nella Costituzione Italiana, nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e nella Dichiarazione universale dei diritti umani ed in particolare a quelli relativi alla tutela della libertà di pensiero, di stampa, di rispetto della dignità umana, di libertà della persona senza distinzione alcuna, per ragioni di etnia, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione, rifiutando ogni forma di discriminazione rispetto al godimento di tali diritti”.
Sempre per chi non lo sapesse, la risposta di Aie è, più o meno, siamo aperti a tutti.
La lettera ha avuto tre tipi di reazioni: la prima, su cui si sorvola, è, in soldoni, ma perché Alessandro Barbero e Zerocalcare tutti gli altri si occupano di politica? Seguita da dichiarazioni di delusione e promesse di non leggere più i libri dei firmatari (che peraltro, nella gran parte dei casi, si sono occupati sempre di politica, ma pazienza).
La seconda è più raffinata anche se prevedibile, e su questa vorrei soffermarmi. Nel vecchio giochino di accusare “la sinistra” di essere censoria e di voler monopolizzare la cultura, si citano alcuni nomi. Non vorrete, si sostiene, censurare anche Carl Schmitt che plaudì alle leggi razziali, o Mircea Eliade, che fu in fondo il teorico della guardia di ferro, o Ernst Jünger (che però, ehm, non fu hitleriano), o naturalmente l’antisemita Louis-Ferdinand Céline?
La risposta è naturalmente no. Perché questi testi sono letti, diffusi, studiati, e sono testi che hanno certamente un contesto e in quel contesto vengono letti, diffusi, studiati e anche letterariamente apprezzati.
Ma nessuno al mondo li proporrebbe come testi destinati all’Educazione e formazione di giovani lettori, che è invece esattamente quello che fa Passaggio al bosco nei suoi libri. Non si tratta, dunque, di un catalogo storico su cui riflettere: ma di un catalogo che viene proposto come manualistica per militanti contemporanei.
Se permettete, faccio qualche esempio che si trova sotto la categoria “Educazione e formazione”. Leggete, anche se è dura, fino alla fine, grazie.
L’ultima raffica di Antonio Guerin, volontario della Repubblica Sociale Italiana. Scheda: “Questo è il racconto, tormentato e commovente, di una pagina di storia della guerra civile. È la cronaca romanzata dell’eroica resistenza degli ultimi fascisti: un pugno di giovani volontari delle Brigate Nere, tra i quattordici e i diciannove anni, chiamati a presidiare un casolare tra le montagne del Nord Italia. Una storia di coraggio e di abnegazione che lascia ammutoliti, dove la vita e la morte si mescolano al senso dell’onore e al rispetto della parola data, all’amor di Patria e alla spartana volontà di donare se stessi (…) L’epilogo di un’epoca che si materializza nella lotta del sangue contro l’oro e dello spirito contro la materia, nella cristallina certezza che “se ci restasse di vita un sol minuto, noi lo vivremmo per un’eternità”.
Aspetti storici e spirituali del fascismo di Domenico Pellegrini-Giampietro, “personaggio di grande spessore: dopo aver fatto la Grande Guerra ed esser stato decorato, partecipò alla Marcia su Roma e divenne un alto dirigente del PNF”. Scheda: “In queste pagine – finalmente riportate alla luce – riaffiorano gli aspetti storici e spirituali della Rivoluzione del littorio: dal senso dello Stato a quello della Comunità e dall’etica del lavoro all’architettura delle corporazioni, passando per la vocazione imperiale, per la sintesi tra Nazione e Popolo, per la giustizia sociale, per il rapporto tra Tradizione e innovazione, per l’appartenenza alla Patria e per la necessità di costruire una “terza via” alternativa a marxismo e liberal-capitalismo. (…) . Perché il Fascismo – come si legge in queste pagine – non fu soltanto un’esperienza politica: esso incarnò una mistica eroica del combattimento – fondata sul dovere, sul sacrificio e sull’ardimento – capace di immaginare un nuovo modello di società e un nuovo tipo umano, pronto a scrivere la storia e a rendersi protagonista del proprio destino”.
Che cos’è il nazionalismo di Dominique Venner, “militante politico, storico e saggista, è tra i riferimenti del mondo identitario europeo”. In realtà Venner la militanza la fece nell’OAS,. Morì nel 2013 sparandosi un colpo di pistola nella cattedrale di Notre-Dame in segno di protesta contro la scomparsa dei valori occidentali. Scheda. ” Si tratta – a tutti gli effetti – di un manuale militante rivolto ai giovani nazionalisti del tempo: uno scritto agile e diretto – qui corredato da alcuni editoriali inediti e da un ricco saggio introduttivo – che intende fornire le basi di una dottrina rivoluzionaria che restituisca coraggio ideale e lucidità strategica. (…) Seppur vergato mezzo secolo prima del suo rito sacrificale, questo libro ci trasmette la tempra del “samurai d’Occidente”: un potente invito ad “insorgere contro il fatalismo”, recuperando la Forma dei nostri antenati e forgiando una nuova mistica del combattimento”.
Essere comunità di Marco Scatarzi, direttore della casa editrice. Scheda. “Che cos’è la Comunità militante? L’autore risponde a questo interrogativo passando in rassegna i princìpi che la animano e i metodi operativi che la mettono in movimento. Dalla falange spartana alla moderna Gemeinschaft e dall’etica del Bushido alla mistica fascista, identificando nell’armonia essenziale della Comunità una risposta identitaria al modello mondialista: i legami organici come argine all’isolamento del consumatore globale, il sodalizio cameratesco come alternativa alla massificazione dell’individuo-atomo, la sintesi delle differenze come freno al livellamento dell’universalismo, la condivisione delle idee come diga all’automatismo nichilista” (…) Pagine di milizia, che oltrepassano il fatalismo sciocco per lanciare una sfida eroica al terzo millennio: risvegliare la Civiltà che dorme con il fuoco imperituro delle anime incendiarie”.
La rivoluzione delle anime di Léon Degrelle. Qui la biografia manca ma ci pensa Wikipedia. Combatte nel contingente vallone delle Waffen-SS. Paladino del nazionalsocialismo e delle tesi revisioniste sulla seconda guerra mondiale. ” È stato una delle principali figure del neonazismo e referente di alcuni movimenti dell’estrema destra europea”. Scheda. “Si tratta di un’opera inedita, la cui intensità poetica è pari solo alla statura dell’autore: una testimonianza preziosa, capace di oltrepassare la barriera dello spazio e del tempo, trasmettendo il coraggio e la consapevolezza di una weltanschauung eroica, verticale e solare. Un impareggiabile contributo alla Formazione di quella élite militante e differenziata che ha il compito di custodire e trasmettere – oggi più che mai – la straordinaria eredità della lunga memoria europea”.
Mi fermo, ma potete continuare voi.
Quello che intendo è che non si tratta semplicemente di testi “di destra”. Perché poi la destra è liberissima di pensare e scrivere quello che vuole (un pochino meno libera, secondo me, di appropriarsi dei pensieri altrui, come quelli di Tolkien e Pasolini, ma pazienza). Si tratta appunto di veri e propri manuali per militanti non solo “di destra”. Ma vicini al neonazismo. E questo l’Aie dovrebbe quanto meno valutarlo. Ma come? Ci sono stati i brigatisti!, urlano qua e là. Non mi risulta però che in fiera alcuna siano stati distribuiti libri che incitavano alla lotta armata. Se così fosse, è stato un errore.
Dimenticavo la terza reazione. Un classico che suona così: “sciocchi! In questo modo avete fatto da cassa di risonanza a un editore di cui nessuno si sarebbe accorto”.
Errore. Siamo noi che continuiamo a non accorgerci di quello che ci circonda. Finché non sarà troppo tardi.
La casa editrice ritiene educativo anche un testo che elogia il suicidio di Venner contro i matrimoni omosessuali (Mantenere viva la fiamma)