Nel 1940 uno studente di 17 anni stila “il decalogo del buon danese”, con cui si invita alla resistenza nonviolenta ai nazisti la popolazione. Funzionò, e Arendt ne fu colpita e lo raccontò.
Nel 2025 il sindaco di Ravenna, Alessandro Barattoni, blocca la partenza delle armi destinate a Gaza.
E poi c’è una piccola storia che lo riguarda e riguarda me.
Domenica scorsa, prima della prolusione dantesca al Teatro Alighieri di Ravenna, ho provato il microfono e le luci. Avevo con me una barchetta di carta con i colori di Gaza: me l’avevano data, la sera prima, alcune donne che organizzano piccole e grandi iniziative simboliche. Lanciare barchette di carta, non potendo essere fisicamente su altre barche. Ho promesso che, nel passaggio della prolusione in cui citavo Gaza, avrei sollevato la barchetta per mostrarla al pubblico.
Solo che, una volta dietro le quinte, non la trovavo più: l’avevo infilata fra le pagine del testo, nel punto esatto in cui nominavo i bambini di Gaza. Mi sono data della cretina e della distratta. Ma quando sono entrata in scena, dopo il discorso di apertura istituzionale, fra cui quello del sindaco, ho trovato la barchetta sul leggio. Mi hanno poi raccontato che è stato lo stesso sindaco ad aver visto la barchetta in terra, ad averla avvicinata con la scarpa per raccoglierla e a posizionarla nel punto giusto.
Certo che è una cosa piccolissima. Anzi no. E’ un simbolo. E’ un segnale di attenzione. E ne abbiamo bisogno.
Grazie, sindaco, per tutto.