Ieri sera ho rivisto Ferie d’agosto. Per curiosità, per nostalgia di Ventotene, per capire. Non scriverò quel che altri hanno già scritto, ovvero di come molta parte di quel che siamo diventati era, in nuce, in quella storia. Però, per assonanze, ho ricordato altro: in quello stesso 1996 David Forster Wallace rilasciava un’intervista a Salon. E diceva, fra l’altro: “C’è però poi a volte una specie di “Ah-ha!” Qualcuno almeno per un momento, sente o vede qualche cosa nel mio stesso modo. Non sempre succede. Sono dei lampi o brevi fiammate, ma a me ogni tanto succede. Ma mi sento non più solo — intellettualmente, emotivamente, spiritualmente. Mi sento umano e non più in solitudine e in una profonda conversazione piena di significato e con un’altra coscienza in narrativa e in poesia, in un modo che non credo sia possibile con altre arti.”