Il blog va in vacanza. Non sparisco, sarò presente sui social, ma ho bisogno di lasciare che i pensieri scorrano, come ogni anno.
Però vi lascio con un consiglio. Leggete quello che ha scritto oggi sul Manifesto Sarah Gainsforth perché fra un inno e l’altro all’operato del sindaco Sala, fra una dichiarazione d’amore per Milano accompagnata dal consiglio di comprare il proprio libro su Milano, insomma fra tutto quello che si legge oggi, lei dice, almeno per me, la cosa giusta.
Tra l’altro:
“Milano ha fatto da apripista alla privatizzazione delle città cedendo in alcuni casi anche gratuitamente aree pubbliche a privati. Così oggi, si sostiene, costruire case per i ceti medi e bassi costa troppo. Ma se le case fossero costruite su suolo pubblico, a scopi abitativi e non speculativi, gli unici costi da sostenere sarebbero quelli di costruzione. E se le plusvalenze realizzate attraverso le trasformazioni fondiarie e immobiliari private fossero tassate adeguatamente, il comune avrebbe più soldi per costruire edilizia sociale e popolare. Ma a Milano la politica stessa è stata esternalizzata agli interessi dei privati e non si può neanche parlare di negoziazione pubblico-privata: a Milano hanno deciso direttamente i privati. Questo processo riguarda però tutte le città italiane; una proposta di legge sulla rigenerazione urbana prevede esplicitamente di affidare lo sviluppo delle città a soggetti privati”.
Buona lettura e buona estate.
Tag: Milano
Nel 1979 Alberto Fortis scrive Milano e Vincenzo, che ha avuto un certo successo specie per il ritornello.
Naturalmente oggi sarebbe improponibile, perché Facebook la prenderebbe come una minaccia e cancellerebbe ogni post di riferimento e Vincenzo avrebbe querelato (era, per la cronaca, un discografico, Vincenzo Micocci, che secondo Fortis avrebbe ritardato la sua carriera: poi fecero pace e nel 2010 Fortis medesimo scrisse “Vincenzo io ti abbraccerò”).
Fortis non amava i romani, tanto è vero che nello stesso anno scrisse A voi romani, piena di odio per i medesimi e secondo lui motivo di minacce che durano ancora oggi.
Naturalmente non mi illudo di spiegare quello che sta accadendo ed è accaduto a Milano con qualche strofa di molti anni fa. Però, da romana sia pur recalcitrante ci ritrovo una piccola porzione di verità. Che evidentemente non riguarda soltanto le due città, ma un sistema che non è neppure del tutto italiano, quello di una crescita a dispetto di ogni prospettiva di futuro reale, fatta di apparenza (il dannatissimo decoro) e non di sostanza (il verde urbano, l’attenzione per la parte non ricca della popolazione).
Roma e Milano non sono così distanti da questo punto di vista, e neanche altre città italiane, e non solo italiane. Tutto questo è banale, lo so, ma temo che se non ci concentriamo su questo, la nostra indignazione durerà il tempo di una canzonetta.
I sogni sono strani. Questa mattina mi sono svegliata con in testa la frase del Riccardo III di Shakespeare (e del bellissimo romanzo di Javier Marías) : “Domani nella battaglia pensa a me, e cada la tua spada senza filo: dispera e muori!”.
I sogni sono strani, evocano fantasmi, appunto, e chiedono giustizia. E in questi giorni ho diversi fantasmi intorno a me e molto sconcerto: sì, sto parlando ancora di alberi e di verde urbano e, no, non lo faccio per riposizionarmi come mi è stato graziosamente detto un paio di giorni fa facendomi rimanere malissimo, né perché la mossa prima, quella che mi ha fatto capire quanto grave sia la situazione, è avvenuta letteralmente “nel mio cortile”, con il taglio delle decine di alberi alti e sani sul terreno accanto a me che ha fatto alzare di diversi gradi, termometro alla mano, la temperatura delle case di fronte, private di ombra. Lo faccio perché è la cosa più importante che posso fare in questo momento.
Mi stanno arrivando da tutta Italia commenti e segnalazioni su tagli indiscriminati del verde urbano, tanto che non riuscirò in un solo post a riportare tutto quel che sta avvenendo. Ma quel che sta avvenendo, appunto, è che a fronte degli abbattimenti e degli scempi, esistono decine di comitati di cittadine e cittadini che provano a fermarli: anche qui, non riesco a elencarli tutti, dal Comitato Besta a Bologna alla rete di Onda. E questo, alla luce di quanto sta avvenendo a Milano, è molto interessante e importante: i cantieri, la “rigenerazione urbana”, i grattacieli, eccetera. Ma quelle due parole, “rigenerazione urbana”, tornano ovunque: e significano una sola cosa, mattoni per il decoro, preteso non si sa bene da chi e attuato in nome di una cittadinanza fantasma che desidererebbe gradoni assolati invece di verde e ombra.
Per esempio, mi arriva la storia dei platani di Venezia.