CHILDE ROLAND TO THE DARK TOWER CAME

 “La signora Bhutto è morta violentemente. Di violenza sulle donne pachistane se ne parla anche nella denuncia di Amnesty nel 2007, donne che certo non sono andate in cerca di potere: “I delitti “d’onore” e i casi di violenza domestica, compresa la mutilazione e altre dannose pratiche tradizionali, hanno continuato ad avere un’alta incidenza. Le jirga, consigli di anziani, che l’Alta Corte del Sindh aveva bandito nel 2004, hanno continuato a condannare donne e ragazze a pene crudeli. Nei distretti di Mardan e Swabi 60 tra donne e ragazze sono state consegnate ai nemici delle loro famiglie al fine di regolare conflitti e quale metodo di compensazione per i casi di omicidio. Ciò è avvenuto nell’arco di un trimestre nella prima metà dell’anno”.
Così Doriana Goracci su Reset, oggi.
In altri casi, non si risparmia l’accento sulla bellezza di Benazir Bhutto: neanche in questa occasione.
Ps. C’entra e non c’entra, ma va segnalato: è un gran bel post di Zauberei sull’affaire Risè, laddove il medesimo indicava la legge sull’aborto come una delle cause della violenza familiare.
Ps. Anche il titolo c’entra e non c’entra: per chi conosce il poema di Robert Browning, un nesso c’è. E poi, la vostra eccetera è in rilettura ufficiale da ieri sera.

9 pensieri su “CHILDE ROLAND TO THE DARK TOWER CAME

  1. Anche sul corriere on line adirittura “il ricordo: sembrava più giovane della sua età” e il testo parla solo dell’aspetto fisico.
    Ma perchè le donne non vengono considerate come persone, per quello che fanno, per quello che valgono davvero e non per come si truccano?

  2. @ monica:
    non lamentarti. ormai da tempo anche il gionalismo punta sempre più su ciò che appare piuttosto che su ciò che è.
    rallegrati che (almeno per ora) nessuno ha titolato
    “atroce morte di una bella gnocca”

  3. Ma, veramente anche di Kennedy e Clinton si è sottolineato l’aspetto fisico e su Sarkozy ce l’hanno fatto a strisce su quanto sarebbe affascinante come uomo.
    E poi una persona è una mente ma anche un corpo e la Bhutto era d’una bellezza ed eleganza sorprendenti, perchè non parlarne, specie commemorandola ?

  4. @ nautilus:
    altro che a strisce, diciamo pure plissettato. Sai, però, qual è (secondo me) il problema? Distinguere il “colore” dalla superficialità e dall’ammiccamento.
    Se ci fai caso, la sottolineatura estetica è sempre a senso unico, ossia in ossequio alla prestanza. Io non lessi, per esempio, “con madre teresa di calcutta scompare una somma statura morale e anche un’inguardabile cozza”.
    Non c’è nulla di male, quindi, a sottolineare che Benazir Bhutto fosse bella. Il problema è che molti si dedicano all’ossequio estetico perché sanno a malapena dove sta il Pakistan.

  5. Non credo però che si possa estrapolare da articoli e servizi televisivi un accanimento così pervicace sulla bellezza della Bhutto.
    E’ vero, se ne parla.
    Ma ho letto e visto soprattutto delle preoccupazioni: ancor più della storia del Pakistan, sembra si parli degli effetti destabilizzanti di un allargamento del “Medioriente” per i paesi occidentali, USA in prima fila.
    Questo mi preoccupa di più.

  6. Credo che invece l’aspetto di Benazir fosse molto importante, se non la cosa più importante. Noi valutiamo con occhi occidentali la sua figura, per alcuni versi ambigua, ma sicuramente importante ed il fatto che negli ultimi mesi di discorsi (anche qui) sulle donne e sul potere delle donne non fosse mai emersa mi aveva sorpreso. Quale importanza aveva però quell’immagine, di quella donna di estremo fascino, per i suoi concittadini ed in quella parte di mondo. Siamo sicuri che quel filo di rossetto e quel modo elegante di portare i vestiti tradizionali non fossero un passo importante verso un nuovo avvenire per quelle popolazioni? Io credevo molto in Benazir e ho sempre pensato che la sua figura fosse quella giusta per destabilizzare alcuni secolari difetti dell’area geografica, evidentemente non lo pensavo solo io…

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