EPIDEMIA DI INFLUENZA: OVVERO, DIMMI IL TUO KLOUT E TI PUBBLICO

Qualcuno avrà letto, in questi giorni, del corteggiamento da parte degli autori del Grande Fratello nei confronti di alcune twitstar. Il motivo è intuibile: se ci sono persone che hanno un grande seguito sui social network, questo grande seguito andrà automaticamente a favore della trasmissione qualora accettassero di partecipare. Ecco, bene, bravi. Le twitstar, comunque, hanno detto no grazie, ma non è questo il punto: lo stesso ragionamento viene applicato, proprio in queste settimane, anche da alcuni (grandi) editori.
Funziona così: il tuo Klout score è alto? Sei molto apprezzato su Facebook, Twitter, blog? Bene, scrivi un libro per noi. Per essere precisi, un ebook. Non ti diamo nemmeno un centesimo di anticipo e le royalties sono bassine, ma scrivilo lo stesso, qualunque cosa sia, e già che ci sei impegnati a promuoverlo sui tuoi canali. Non ci interessa se hai qualcosa da dire, ci interessa la tua popolarità, perché siamo certi che se sei influente quando scrivi status e post lo sarai anche come autore.
Domanda legittima: ma non dovreste cercare testi interessanti prima di cercare autori con micro o macro fama sul web? Risposta possibile: quello era un altro tempo, adesso la cose funzionano diversamente, cosa credi?
Seconda domanda più che legittima: ma scusate, a questo punto non faccio prima ad autopubblicarmi, così mi prendo tutte le royalties e lo promuovo come pare a me? Risposta possibile: ehi, vuoi mettere? Noi siamo l’Editore.
Buon week end.

6 pensieri su “EPIDEMIA DI INFLUENZA: OVVERO, DIMMI IL TUO KLOUT E TI PUBBLICO

  1. E così i nostrani illuminati e capaci Editori finiranno per perdere tutto il mercato digitale. Figuriamoci se pescare nel laghetto dei famosi può avete l’efficacia della pesca oceanica di Bezos e compagni.

  2. Da piccolo editore digitale (per Nativi Digitali Edizioni), ragionare solo sull’influenza in rete dell’autore (e soprattutto sul Klout, che è ben poco indicativo dell’influenza reale) è miope. Spero che non sia una pratica diffusa.
    D’altro canto, non c’è niente di male a considerare l’influenza sul web un parametro (minore rispetto ad altri) di giudizio. E sì, se l’autore oltre al pubblico ha i mezzi, a livello di tempo, competenze e/o denaro, per auto-pubblicarsi e promuoversi da solo in modo efficace, fa benissimo a farlo.

  3. Io sono il solito, in controtendenza oltre ogni limite. Ho appena eliminato il mio account Facebook. Ora voglio vedere chi mi vuole. Non che prima facessero chissà quali file…
    Però voglio vedere, sinceramente, se senza un contatto FB ho un valore. Prima quando mandavo manoscritti venivo contattato su Twitter e LinkedIn, a volte su Google+, ultimamente su Facebook. Ma per me Facebook non è mai stata una cosa seria. Significa che mi sono sbagliato?

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