LA SCUOLA SECONDO FRATELLI D’ITALIA E LA LEGA: BENE CONTRO MALE. UN DL E UNA MOZIONE.

E’ persino superfluo ripetere che è la scuola il luogo dove si formano cittadine e cittadini, dove si educa alla libertà di pensiero e di azione, dove si mettono in atto i primi passi della democrazia.
Bene, ci sono due iniziative, un disegno di legge (numero 1627) e una mozione (numero 7-00309) che sembrano invece prefigurare quell’idea di supremazia dell’Occidente già delineata nelle famigerate indicazioni nazionali, dove, nei fatti, si immagina una dicotomia bene-male dove sono altri a decidere dove sia l’uno e dove sia l’altro.
Il disegno di legge è stato presentato in agosto (ed è in discussione in commissione Affari Costituzionali) dal senatore Maurizio Gasparri, già noto per le sue iniziative anti-aborto. Se non ricordate, stiamo parlando del 2022, e all’epoca il disegno di legge (atto del Senato n.165, XIX legislatura) constava di una sola frase: “Modifica dell’articolo 1 del codice civile in materia di riconoscimento della capacità giuridica del concepito”. Per chiarire: l’articolo uno del codice civile (“delle persone e della famiglia”), recita così: “la capacità giuridica si acquista dal momento della nascita” e “i diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita”.
Oggi Gasparri arriva a due articoli e in sostanza prevede questo:

“Il Ministro dell’istruzione e del merito istituisce, presso le scuole di ogni ordine e grado, corsi annuali di formazione rivolti agli studenti, al fine di favorire il dialogo tra generazioni, culture e religioni diverse, e di contrastare le manifestazioni di antisemitismo, incluso l’antisionismo”.

Nei fatti, il disegno di legge pone un miliardo di questioni, come ha ben scritto Simone Alliva su Il Domani:

“Il primo articolo recepisce “integralmente” la definizione di antisemitismo dell’Ihra (l’Assemblea plenaria dell’alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto), approvata nel 2016 a Bucarest che include tra le possibili manifestazioni di antisemitismo anche critiche allo Stato di Israele.

Nel 2023, un rapporto del Brismes (British Society for Middle Eastern Studies) e dell’European Legal Support Center ha documentato l’effetto di questa stessa definizione nelle università britanniche: conferenze cancellate, docenti indagati, ong come Amnesty International accusate di antisemitismo per aver definito Israele «uno Stato di apartheid». Sulla base di questa definizione è stata accusata di antisemitismo la relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi occupati Francesca Albanese.

Con l’articolo due si entra direttamente nel cuore della scuola e dell’università. Il testo stabilisce che i ministeri della Difesa, della Giustizia, dell’Interno, dell’Istruzione e dell’Università «promuovano corsi di formazione iniziale e progetti di formazione continua» su cultura ebraica e israeliana, sulla storia dell’antisemitismo «incluso l’antisionismo»: criticare le politiche dello Stato di Israele, dibattere sulle sue scelte internazionali o sulla situazione nei territori occupati potrebbe essere considerato equivalente all’odio razziale. Prevista anche una formazione per le Forze dell’ordine su come redigere verbali di denuncia”.

Veniamo alla mozione. Viene presentata da Rossano Sasso, Lega, e nei fatti intende limitare gli incontri e le riflessioni sull’Islam, lasciando intendere che parlare di Islam significa nei fatti incitare al terrorismo:

“la libertà di insegnamento è sancita dall’articolo 33 della Costituzione italiana, ma non può essere considerata assoluta in quanto devono essere rispettati alcuni limiti per garantire che l’insegnamento sia svolto in modo responsabile e rispettoso dei diritti e delle libertà altrui, in primis esso deve essere conforme alla Costituzione e alle leggi vigenti in Italia, non deve violare i diritti e le libertà altrui, come la libertà di religione, di pensiero e di espressione e non deve incitare all’odio e alla violenza contro persone o gruppi di persone”.

Suona come “il diritto internazionale conta fino a un certo punto” di Tajani, lo so. Al termine della mozione si impegna il governo:

“a intraprendere azioni affinché iniziative proposte nel senso indicato in premessa, dalle scuole non diventino occasione per propagandare ideologie in contrasto con il nostro ordinamento e per assicurare che tutte le attività proposte nelle scuole del Paese rispondano a criteri di oggettività e trasparenza, nonché che venga acquisita preliminarmente l’autorizzazione delle famiglie”.

Ieri, nell’audizione alla Commissione cultura della Camera, Educare alle differenze ha ribadito quel che dovrebbe essere evidente:

“Riteniamo gravissime le ripetute dichiarazione islamofobe pronunciate dall’On. Sasso durante l’audizione che nell’equiparare Islam e terrorismo ha affermato che la scuola non deve insegnare a interpretare il presente, nella sua complessità, ma insegnare a “distinguere il bene dal male”, in cui il male è stato da lui identificato nell’Islam.
Una visione da stato confessionale, profondamente fascista, che prova a minare alla radice, in linea con le politiche del Governo Meloni, la funzione laica e democratica dell’istruzione pubblica, per la quale la scuola, invece, deve insegnare a comprendere la complessità del mondo e a costruire convivenza, non contrapposizione e odio”.

Queste non sono iniziative che riguardano solo la scuola: ci riguardano tutte e tutti, e vanno almeno raccontate, diffuse e infine contrastate.

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