PER QUALCHE DOLLARO E UNO STADIO IN PIU’: ANCORA SUL VERDE URBANO

Appena ho parlato dell’erigendo stadio della Roma, questo blog si è infittito di commenti. Insulti a parte (mi farete cambiare squadra, se insistete così, eh), sono interessanti le motivazioni a favore dello stadio medesimo. Florilegio (letterale):

“Voglio far notare alla signora, che quella zona, comprensiva dei Monti Tiburtini non ha incrementato il valore delle case neppure con la Metro, credo che questo possa bastare.”
(quindi la questione è il valore delle case, dunque i soldi, dunque ora e adesso, e chi se ne importa se ai nostri figli e figlie lasceremo terra bruciata e temperature in aumento: perché senza verde urbano – al momento solo su rendering, perché tutti questi progetti di parchi rigogliosi io non li ho visti, e neanche voi – semplicemente, non si vive)

“la Capitale di una nazione che non ha uno stadio per il calcio…
Roma è la Capitale più verde d’Europa….basta documentarsi….”

(non proprio  la prima: ma la maggior parte del verde romano si deve ai suoi grandi parchi, che almeno per il momento non si toccano, poi chissà)

“basta con i no a tutto e tutti. continuiamo ad avere una capitale da terzo mondo che vive con i ruderi di 2.000 anni fa.”
( ma sì, dai, abbattiamo il Colosseo, in fondo è un rudere, e al posto suo mettiamoci un bel complesso di palazzine di lusso)

“Ma non interessa a nessuno che un grosso capitale estero ben venga e sia regalato alla città ?
E quanti posti di lavoro creera’ l’indotto sia per i lavori che poi nella realtà quotidiana ?”
(Sembra strano, ma c’è chi preferisce che questa città sia vivibile: e sa quanto lavoro verrebbe da una politica seria del verde pubblico?)

“Lei è un’altra NO TUTTO contro il progresso…A Tor di Valle c’erano i girini,la tribuna intoccabile etc…tutto sparito appena lo stadio non si è fatto e ora mia sorella dal balcone di casa si gode il panorama di ratti,monnezza,proxxxxxte etc…francamente avere stufato,lei,Berdini e ora ci si mette pure Marino”
(povero Berdini, che da anni si sbatte per una urbanizzazione compatibile con la buona vita. Quanto a Marino, mi sfugge qualcosa)

Ma parliamo di paesaggio, dai. Parliamo del verde promesso, che appunto è solo promesso fino a questo momento. Parliamo dell’erbetta triste sparsa sulla Rambla. Di cui abbiamo qualche esperienza nelle Marche, quando, ai tempi della costruzione della superstrada, sono arrivati i PRATI ARMATI® a fare l’inerbimento con le loro piante erbacee C4 “molto rustiche, resistenti all’aridità e capaci di vegetare su qualsiasi tipo di terreno e in ogni clima”, che “mitigano visivamente” l’opera e “reinseriscono nel paesaggio l’area profondamente antropizzata”.
Antropizzata significa che gli esseri umani hanno mutato il paesaggio con la loro presenza e le loro azioni, e questo non piace agli esseri umani. Una decina di anni fa una ricerca dell’università inglese di Exeter fondata sul social network Panoramio analizzò le fotografie condivise per capire come cambia il valore estetico di un luogo: in particolare, dallo studio di 55 località della Cornovaglia attraverso 113.686 foto, si deduceva  che la bellezza percepita varia a seconda della densità della popolazione (meno abitanti, più fotografie) e dell’attività agricola (più è intensa, meno foto).
In altre parole: se la condivisione di un’immagine su un social fotografico corrisponde alla valutazione estetica positiva del paesaggio fotografato, significa che la bellezza è sinonimo di assenza di esseri umani o di umane attività, e i luoghi più amati sono quelli dove restano appena le tracce di quelle attività, le chiese, le statue, le moschee, o nulla del tutto, i mari e le montagne e i deserti. Amiamo quello che non siamo riusciti a distruggere ma dal momento che non possiamo fare a meno di distruggere chiamiamo PRATI ARMATI® per rimettere tutto a posto e  ricoprire con le piante erbacee rustiche e resistenti che hanno già abbellito, dicono, discariche, cave e miniere. E mi sa che toccheranno anche a noi.

Ma questo non ci mette in pace, perché il risultato ci stringe il cuore come alla Penelope di Ghiannis Ritsos, che si vede tornare a casa non l’eroe che aveva atteso ma un vecchio miserabile, e allora il telaio che fino a quel momento l’aveva aiutata ad attendere proietta “ombre di sbarre sul soffitto”, e gli uccelli che aveva tessuto con fili vermigli tra il fogliame verde, a un tratto,/in quella notte del ritorno, diventarono grigi e neri/e volarono bassi sul cielo piatto della sua ultima rassegnazione.

Per dirla semplice: per me possono fare anche venti stadi. Purché non sia a scapito del verde. Ma questa è una campana che suona senza che la si voglia ascoltare. Salvo piagnucolare quando, come oggi, le temperature sfiorano i 40 gradi, chissà come mai.

3 pensieri su “PER QUALCHE DOLLARO E UNO STADIO IN PIU’: ANCORA SUL VERDE URBANO

  1. Sono perfettamente d’accordo, il degrado della zona è dovuto solo all’incuria, e questa incuria è voluta da decenni per poter dire: ecco questa è la situazione, qualunque cosa sarà migliore di questa, per cui ora facciamo lo stadio.
    Questa zona è tra le più inquinate di Roma, stando ai rilevamenti delle centraline, e questo dovrebbe già essere motivo per fare al posto dello stadio un BELLISSIMO VERO PARCO che sia un vero polmone verde per tutti i quartieri limitrofi.
    Per non parlare della viabilità.. ma avete idea delle strade del quartiere? via di Pietralata, via dei Durantini, via Galla Placidia, tutte strade costruite in un’ epoca in cui ci passavano i carretti, senza marciapiedi, in alcuni tratti e momenti della giornata trafficatissime.. ma si sa, ragionevolezza non fa rima con tifoseria..

  2. Gentile Tania, al netto del condividere o meno, finalmente leggo qualcuno che si esprime in modo chiaro e garbato (questo vale come critica per ambedue gli schieramenti). l’unico vero enorme problema indiscutibile del nuovo stadio è la presenza del Pertini, il resto è tutto opinabile e oggetto di confronto e mediazione (ammesso che si voglia mediare e non essere ancorati alle ideologie). la zona in questione è abbandono e degrado, e la pulizia effettuata dal comitato del no per rendere fruibile e “instagrammabile” la porzione di verde non la fa diventare per magia un bosco da salvaguardare. vista l’occasione, mi sarei aspettato una feroce e partecipata manifestazione di protesta all’inaugurazione della rambla, ma non mi risulta. queste sono le realizzazioni che dovrebbero essere oggetto di protesta: zero ombra, qualche pezzo di pratino e stop, roba che a roma si può utilizzare da ottobre a aprile, poi ti cuoci (vedi piazza pia). ora si ha l’occasione di pensare a uno stadio e allora facciamolo bene: si vuole che la maggior parte dell’utenza ci arrivi con i mezzi?bene, allora si facciano calibrati bene e il giorno della partita multe a raffica se vieni in macchina e parcheggi male (ma le multe non portano voti…), vedrà che alla seconda multa presa e pagata ti regoli meglio. chi evoca tor di valle ha ragione: per motivi ideologici il progetto è caduto e oggi quelle pregiate tribune in che stato sono?meno ideologia e più fatti, ma concreti.io vedo solo barricate, con il sospetto che oltre all’ideologia dogmatica ci sia anche quale interesse di troppo che la alimenta (magari sono solo maligno…)

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