Ho letto sul Corriere della Sera la lettera che Dacia Maraini ha scritto a Papa Francesco a proposito della sua presa di posizione sui candidati alle presidenziali degli Stati Uniti.
Scrive, tra l’altro, Dacia:
“Lei afferma che fra Donald Trump e Kamala Harris non ci sono differenze, perché l’uno vuole cacciare gli emigranti dal paese lasciandoli morire e l’altra rivendica l’assassinio dei bambini nella pancia delle madri che dovrebbero nutrirli e metterli al mondo.
Quindi: «votate per il male minore», ha concluso salomonicamente.
Mi perdoni se mi permetto di rilevare che per un comune lettore (e sappiamo quanti lettori ed estimatori lei abbia), risulta chiaro che chi uccide i figli che devono nascere non è il minore ma il maggiore dei mali”.
Dacia Maraini ricorda anche quello che viene detto da cinquant’anni e più: interrompere una gravidanza non è il desiderio di uccidere, ma la rivendicazione della libertà di decidere se essere o meno madri. Quante volte è stato ripetuto questo concetto? Infinite, da quando avevo vent’anni. Cosa è andato storto?
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Dunque, perché insisto con tanta frequenza sul nostro comportamento all’interno dei social network? Perché con cadenza quasi quotidiana mi colpiscono le reazioni prima ancora dei motivi che le hanno suscitate? “Mi è stato fatto non so quando un male.Una ingiustizia…