Ma come, proprio Robert Oppenheimer? Il fisico che fu a capo del progetto Manhattan? Uno dei responsabili della realizzazione della bomba atomica, e dunque della distruzione di Hiroshima e Nagasaki? Sì, perché Oppenheimer ha espresso tutte le contraddizioni possibili. Dopo il test nucleare chiamato Trinity, il 16 luglio 1945, disse:
“Sapevamo che il mondo non sarebbe stato più lo stesso. Alcuni risero, altri piansero, i più rimasero in silenzio. Mi ricordai del verso delle scritture Indù, dal Bhagavadgītā: “Adesso sono diventato Morte, il distruttore dei mondi.” Suppongo lo pensammo tutti, in un modo o nell’altro”.
Poco, potreste dire. Invece poco non è: alla fine della seconda guerra mondiale, Oppenheimer si batté in tutti i modi contro la bomba all’idrogeno. Joseph McCarthy non gradì: nel 1954 un’inchiesta lo accusò di simpatie comuniste e gli venne vietato l’accesso ai segreti atomici.
Molto più tardi, un personaggio di Alan Moore dal nome di Dottor Manhattan, dirà: “Dicono di aver lavorato tanto per costruire il paradiso, per poi scoprire che è popolato di orrori! Forse il mondo non viene creato. Forse niente viene creato! Un orologio senza orologiaio. È troppo tardi. È sempre stato… E sarà sempre… Troppo tardi”.
Ma forse no.