Alla fine della discussione di ieri sera alla Casa internazionale delle donne, ha preso la parola una ragazza. Ho 23 anni, ha detto, e ogni mattina mi sveglio cercando i motivi per andare avanti, per farmi strada in un mondo difficilissimo per una ragazza. Come fate?, ha chiesto. Voi che siete molto più grandi, come riuscite ad arrivare alla fine della giornata?
Quello che mi è venuto da dire, lì per lì, è stato: per te, per le ragazze come te, per la speranza (hope, sempre lei). Poi però ci ho ripensato, e credo che ogni grande battaglia si possa condurre in due modi: o come il trono di spade (se giochi a questo gioco, vinci o muori), con la determinazione feroce di procedere facendo fuori chiunque incontri sul tuo cammino. Oppure, e non è detto che funzioni per tutte, mettendo in conto che non vincerai nella lotta per il potere, ma potrai vivere una buona e bella vita.
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Ieri ho espresso il mio sconcerto su Facebook per il voto imminente. Pare che sia fra i pochi, visto che tutti sanno per chi votare. Io so solo che voterò. Per coloro che invece sostengono che gli intellettuali sono timorosi e non si schierano, continuo a riproporre la serie di articoli per L’Espresso, con l’analisi dei programmi. Ritengo che sia, insomma, uno dei compiti da svolgere: quanto meno, ci ho provato. Oggi, Azione-Italia viva.