So di averlo già riproposto. Ma vale sempre, quando leggo critiche che riguardano l’estetica della parola più del contenuto. Che è, mi pare, il rumore bianco dei nostri tempi.
Esiste una via terza tra i sentieri selvaggi dell’oltraggio alla grammatica e la ronda sull’oralità. Perché se oggi Umberto Terracini parlasse, a cosa andrebbe incontro? E cosa perderemmo, se ci si concentrasse sui suoi “nevero” e non su quel che aveva da dire?