TITOLI

Sulla vicenda di Yara, qui gli sviluppi, qui il commento di Adriano Sofri.
Titolo del Tg1 delle 20 di domenica sera: “Marocchino arrestato”. La parola “marocchino” appare in quasi tutti i titoli dei giornali.

42 pensieri su “TITOLI

  1. Commento di Sofri essenziale – asciutto e necessario.
    Oggi, dopo la notizia dell'”errore di traduzione”. il direttore di un quotidiano di Firenze scrive accorato sulle reazioni razziste del paese.
    Lo stesso quotidiano che due giorni fa titolava così un fatto di cronaca: “Vu cumpra’ aggredisce un ambulante” (a proposito di Parole).

  2. Il meccanismo del capro espiatorio è fin troppo noto per essere commentato. Il ruolo dei media, invece, resta sempre maledettamente ambiguo, nonostante tutto. Nonostante questo splendido libro di Luigi Bernardi
    http://www.ibs.it/code/9788887423730/bernardi-luigi/sangue-caldo-criminalita.html
    che analizzava certe dinamiche evidenti già nel caso di Novi Ligure (ricordate la caccia all’albanese dei primi giorni?). Un libro che dovrebbe essere adottato in tutte le scuole di giornalismo, ma che lo dico a fare?

  3. Vecchio come il mondo. Qualificare in qualche modo l’assassino, in qualche modo che non sia connesso al delitto, è già di per sè creare un legame fra due cose che non ne hanno, dunque è pregiudizio. Ma questo è valido persino quando non ci sono aggettivi di nazionalità

  4. come volevasi dimostrare.Non sarebbe malvagio aprire un contro-dibattito in cui uscendo dalla retorica buonistica che ci racconta di come le badanti straniere si prendono cura dei nostri cari si parli del fatto che le stesse sono vittime di un meccanismo in cui,dolcemente, si mette in scena su scala nazionale un modello che arieggia la fattispecie della riduzione in schiavitù(essendo le stesse collaboratrici familiari,nella grande maggioranza dei casi,ridotte a degli automi addomesticati legati a una persona per 154 ore su 164 alla settimana).Potremmo persino arrivare a conoscerci meglio
    http://dimaxfilms.clan.su/sektorgaza/mp3/originaly/Kiss-I_Was_Made_For_Loving_You_Baby_-_SPOR.mp3

  5. Vedo che su Repubblica.it il discorso del cardinal Tettamanzi viene così riassunto e virgolettato: “Non tutti gli immigrati sono delinquenti”. Dall’articolo, risulta invece che la frase originale era: “Prego perché non si sovrapponga genericamente a tutti gli immigrati la categoria della delinquenza”. Se le cose stanno così, l’unico vero delinquente è il giornalista che ha messo tra virgolette una frase mai pronunciata e che non traduce affatto il senso di quella originaria. Della serie: il più pulito, c’ha la rogna.

  6. Se fosse realmente estraneo:
    Ci vorrebbero le scuse mediatiche di responsabili delle forze dell’ordine sull’errore di traduzione inqualificabile su casi così esposti.
    Il “marocchino” dovrebbe essere presentato dalle istituzioni come il signor Mohammed Fikri che si è rivelato estraneo alla vicenda ecc.
    Tra l’altro la marmaglia che ha affisso i manifesti razzisti ha glissato sui due presunti complici italiani…
    Stamani appena ho sentito del rilascio di Fikri ho temuto per la sua incolumità, comunque nonostante tutto la cosa è stata abbastanza contenuta, altre volte la lega ha strumetalizzato in modi ben più allucinanti, per fortuna nessun ministro è andato in tv col cappio, forse ora hanno il sedere stretto per il governo.
    Comunque il valore va sostenuto con impegno se ci si distrae affondiamo nella barbarie… … a partire dai titolisti dei giornali.
    D.

  7. @Wu ming 2
    Eppure dire che “Non tutti gli immigrati sono delinquenti” è la traduzione logica dell’affermazione di Tettamanzi (“Prego perché non si sovrapponga genericamente a tutti gli immigrati la categoria della delinquenza”).
    Ed equivale pure a dire che “Alcuni immigrati sono delinquenti”.
    Invece la conclusione che “il più pulito c’ha la rogna” è un suo paralogismo.
    Come è strano il linguaggio: un’affermazione logicamente consistente offende chi vi legge il contrario.

  8. Imbecillità.
    Molto spesso i tic linguistici svelano la falsa coscienza collettiva e illuminano le zone profonde e oscure della nostra anima sociale. E’ molto difficile esserne immuni, ci si cade dentro con ripetuta noncuranza.
    Nutrono rimozioni indotte. Necessarie. Alla riproduzione di uno stato di cose.
    Il fastidioso e imperversante “assolutamente sì”, ad esempio, rivela il disprezzo, l’odio profondo, per ogni forma di complessità. Essa deve essere negata di continuo, tranciata via a prescindere. Non basta un sì o un no. Devono essere assoluti. Assolutamente.
    Imbecillità, imbecilli.
    Questi termini appaiono ormai pressocchè nella totalità dei commenti e delle riflessioni sui casi di xenofobia e razzismo, si tratti di cori allo stadio, pestaggi o creazione del mostro di giornata. Non sono tifosi, sono imbecilli che nulla hanno a che vedere con lo sport. Non sono manifestazioni di razzismo ma di imbecillità.
    Ebbene, qual è il nesso tra imbecillità e razzismo? Nessuno. Direi anzi il contrario. Razzismo, xenofobia, sono atteggiamenti, proposizioni, molto meditati, incistati in profondità nelle sinapsi individuali e sociali di una cultura, di un ambiente umano. Vi sono solide, radicate, ‘ragioni’, che spingono i razzisti a essere tali. Ci sono solidissime, efficacissime, convenienze, innanzitutto economiche, che inducono la xenofobia a un così largo seguito.
    Vi sembrano imbecilli i conduttori/leader/agit-prop di Fox News che spingono decine di milioni di americani a credere che Obama sia musulmano?
    Xenofobia e razzismo sono l’articolazione più odiosa e potente della guerra di classe. Che, sarebbe bene ricordare, non è stata inventata dai proletari nè dai comunisti. E non è mai finita, e più che mai è in atto.
    E non è una faccenda da imbecilli.
    L.

  9. Sono molto molto molto spaventata da questa deriva sempre più pencolante verso abissi profondi. Ho pauro che l’ipocrisia vinca sul buon senso, ipocrisia che fa dire a qualcuno – nella massa informe di parole che c’investono – dell’ingiustizia di classificare per nazionalità l’autore di un misfatto, e nella notizia immediatamente successiva ‘marocchino assassino di sette ciclisti’. Ci sarà un modo per tornare a ragionare oltre che con l’intestino cieco, anche con il cervello, la parte sana del cervello. Perchè ho l’impressione che – in questo caso della ragazzina tredicenne – se assassini italiani saranno, verranno trovati nell’albero genealogico di costoro, senz’altro un antenato di origini ‘terrone’. E di questo sono colpevoli i tg, i giornali e la incomunicazione orrenda che ci sommerge come ‘immonda monnezza’.
    E, per inciso, sono d’accordo con Hommequirit. Le parole messe o pronunciate l’una dietro l’altra possono ferire più di una fucilata in pieno petto.

  10. Dagli articoli e dai commenti si capiscono due cose: 1) il nostro paese si è ridotto ad etichettare (marocchino-immigrato-delinquente) perché è molto più comodo che capire, 2) le parole che si scelgono per dire un qualcosa sono importantissime ma spesso chi le usa non se ne avvede e maltrattandole esprime significati diversi dalla realtà

  11. @Hommequirit
    Questo non è un problema di logica, di inferenze e sillogismi. La questione riguarda due atti linguistici diversissimi (preghiera/augurio e affermazione) che vengono trattati allo stesso modo. Se io mi auguro che non si dica “Tutti gli immigrati sono delinquenti”, non sto affatto affermando che “Non tutti gli immigrati sono delinquenti”. La differenza mi pare ovvia.

  12. Wm2 si riferiva al fatto che il virgolettato deve essere identico all’originale se no che citazione è?
    E’ necessario distinguere la miccia dalla bomba.
    La miccia è l’interesse di ascolti o vendite che fa parlare i media in modo mirato per accendere l’attenzione, montare casi mediatici salvo poi inorridire su quanto i gli stessi casi siano deformi. (Vedi caso Scazzi).
    La miccia è anche l’interesse dei partiti populisti che sulla marea di odio campano, costruendo giorno per giorno la paura del diverso (diciamo pure del Povero) realizzando lentamente un apartheid mentale, cancellando dalle menti i milioni di stranieri che lavorano e si integrano ovunque in Italia, e agitando l’immagine di un’Italia ariano-padana inesistente.
    La dinamite è la pancia della gente semplice, presa per il sedere, che cerca di affidarsi a dei leader carismatici per dipanare le inquietudini, che naturalmente cerca di evacuare il corpo estraneo, lo straniero, il diverso, se minaccioso. La gente che amano la pizza da ‘peppino’ perché è vera italiana e fa finta che non sia un nero a farla, e che vende il proprio bar ai cinesi intascando tanti bei soldoni cash, salvo poi lamentarsi dei cinesi.
    D.

  13. @Wu ming 2
    Eppure è l’enunciato che interessa. Se Tettamanzi avesse detto: “Mi auguro che non tutti gli immigrati siano delinquenti”, ecco, l’atto linguistico tratterebbe come ipotesi l’enunciato per cui “non tutti gli immigrati sono delinquenti”. Perciò in questo caso il giornalista che sintetizzasse la posizione di Tettamanzi come: “Non tutti gli immigrati sono delinquenti” sarebbe in errore, scambiando una preghiera (speriamo che non sia, ma potrebbe essere) per un’asserzione.
    Ma Tettamanzi ha pronunciato l’equivalente della sua riformulazione (io mi auguro che non si dica “Tutti gli immigrati sono delinquenti”).
    Questa è un’affermazione che contiene un enunciato, e sostiene che non tutti gli immigrati sono delinquenti. È forse una posizione diversa da ciò che sostenga Tettamanzi? È una deduzione indebita da parte del giornalista?
    È un problema logico, signor Wu ming 2. Anche la preghiera/augurio afferma. 🙂

  14. Leggo ora i commenti di Marotta.
    Capisco la preoccupazione di Wu ming 2. Il mio intervento voleva mostrare che il paralogismo (il più pulito, c’ha la rogna) non è autorizzato se non nella mente appunto di un razzista. La dichiarazione di Tettamanzi non dice che “tutti gli immigrati non sono delinquenti” ma sostiene che “non tutti gli immigrati sono delinquenti”. Punto.
    Se qualcuno paradeduce questa sciocchezza dall’enunciato “non tutti gli immigrati sono delinquenti” è affar suo, è un problema che si cura con la Logica. Tuttavia l’irrazionalità è come il vaiolo: esiste la prevenzione ma non la cura.

  15. Hommequirit, se uno virgoletta, la citazione dev’essere letterale parola per parola. Senno’ non virgoletta e fa la sua ‘deduzione’ come dici tu, debita o meno.

  16. @Supermambanana
    Ma certo, Wu ming 2 non ha alcun torto sulla questione del virgolettato e sulla indecente licenza del metodo giornalistico a spacciare sintesi per letterale.

  17. @Hommequirit
    Nella teoria degli atti linguistici quel che “si fa con le parole” non dipende solo dalla logica e dal contenuto degli enunciati. Il punto è che Tettamanzi non ha sostenuto nulla, a livello illocutorio. Ma non voglio annoiare con discussioni troppo tecniche, magari possiamo confrontarci in privato sui dettagli. Penso che a tutti sia chiaro in cosa consiste, secondo me, la forzatura criminale del giornalista.
    (La frase “il più pulito c’ha la rogna” si riferiva proprio a questo genere di “giornalismo”. Forse non s’era capito…)

  18. Ricordo, inoltre, che al di là della logica, dire “Non tutti gli immigrati sono delinquenti” è come dire “Non pensare all’elefante”. Il risultato è che si pensa subito al pachiderma. Oltre alla logica degli enunciati, contano le cornici concettuali che questi attivano. La frase virgolettata dal giornalista fa scattare subito un legame neurale tra “immigrati” e “delinquenza”. La preghiera di Tettamanzi non produceva, secondo me, lo stesso risultato.

  19. Sono d’accordo con Wu Ming 2 .
    “Non tutti gli immigrati sono delinquenti” e ”Prego perché non si sovrapponga genericamente a tutti gli immigrati la categoria della delinquenza” hanno lo stesso contenuto logico, ma non esprimono la stesso fatto.
    Il fatto è che il cardinal Tettamanzi è preoccupato (a ragione) per la situazione e prega che non si facciano indebite generalizzazioni, cosa che invece si tende a fare, come si è visto dal trattamento mediatico della notizia.
    L’accento è sulla reazione di noi italiani e non sulla delinquenza (che ci può essere o non essere) degli immigrati. Mi pare diverso.
    Senza contare poi l’alone ‘frame’.
    .
    Solo per inciso, il libro ‘A sangue caldo’ è irrimediabilmente fuori catologo e non si trova nemmeno nelle biblioteche comunali di Roma.

  20. p..s. non avevo visto la faccina sorridente di Hqr ma, a parte i chiarimenti, continuo a pensare che le due formulazioni esprimano ‘fatti’ decisamente diversi.

  21. il titolo del giornalista suona: “Molti immigrati sono delinquenti, è vero, ma non tutti” . Tettamanzi invece si augura che non si facciano generalizzazioni indebite sulla pelle degli immigrati, indipendentemente dal numero degli immigrati che delinquono. Si augura qualcosa che riguarda noi e le nostre reazioni, parla “a noi”- e non “di immigrati”. Molto diverso. Anche se sulel prime non l’avevo notato.

  22. Vero, le parole sono importanti e, pur convinta che queste debbano essere usate nel modo giusto anzichè non usate per niente, mi trovo mio malgrado a dovermi mettere nei panni di cittadini che in quetso momento hanno paura e hanno ragione ad averne.
    Non credo che quello dei manifesti sia un sintomo preoccupante di razzismo quanto un’esplosione di rabbia che di certo non è condivisibile, ma nemmeno va ingrandita più del dovuto.
    Parlo da persona che ha paura di tornare a casa da quando il condominio si è riempito di spacciatori congolesi e che pur disprezzando gli spacciatori in quanto tali e non in quanto congolesi rischia di sentirsi dare della razzista quando dice che quella gente nel quartiere non la vuole più.
    Se dire che tutti i marocchini (o extracounitari o mussulmani o chi più ne ha più ne metta) sono criminali è sbagliato quanto dire che tutti gli italiani sono razzisti.
    Credo che ultimamente sia un tantino inflazionata anche la parola razzista, e che come tale venga additato colui che esprime qualunque perplessità in merito a chi non è italiano.

  23. OT (forse): io sono rimasto altrettanto interdetto per un articolo di repubblica in cui si diceva che la Yara era esposta a chissà quanti sguardi morbosi perché faceva le gare di ginnastica, mi è parso un sintomo di paranoia altrettanto preoccupante; conseguenza logica, bossi fedrigotti sul corriere di ieri (o ier l’altro?): i genitori si terranno le tredicenni chiuse in casa. avevo pensato ad un’altra vita, per mia figlia. saluti.

  24. @giulia è giusto venire additati se si disprezza uno e si sottintende che li sua condizione di straniero o meridionale sia un aggravante. molti ancora credono nelle razze e nelle etnie non sapendo che non hanno valore scientifico. Non sarà il censo il problema? Se i marocchini fossero dentisti e avvocati avremmo lo stesso sentimento? Non credo. D.

  25. se i congolesi facessero i dentisti anzichè gli spacciatori non avrei nessun problema, ovviamente. Tant’è che nessun problema ci fu quando i vicini facevano i pizzaioli e venivano dalla Romania.
    E mi pare ingiusto essere additati come razzista nel momento in cui il mio disprezzo è rivolto agli atti commessi e non alla provenienza geografica, ma se si fa di tutta l’erba un fascio con chi non è italiano, mi pare la tendenza non sia troppo diversa nei confronti di chi da italiano esprime un disagio e anzichè ricevere assistenza viene accusato. Non è così che si debella il razzismo, mi spiace.

  26. “Rumena sorveglia due bambini”. I genitori: “Ci cambia la vita”.
    “Marocchino assunto in una gelateria”
    “Nigeriano apre una libreria”
    “Italiani lanciano sassi sulle vetrine di una libreria”
    “Italiani inseguono un marocchino e lo copiscono ripetutamente”

  27. anche i titoli su Assange accusato di ‘stupro’. Quando poi si leggono le imputazioni, non si capisce come sia venuta fuori questa parola, poi rimbalzata su tutti i giornali. Nessuno approfondisce o verifica niente, immagino. Esce un lancio, e tutti lo riprendono.

  28. @ giulia
    il problema sono gli spacciatori non i congolesi.
    Se tu lo sai che ci sono probabilmente lo sanno anche i carabinieri e chi gli affitta la casa.
    Allora la responsabilità è dei congolesi o di chi infrange o non fa rispettare le leggi.
    Io mi sento più simile ad un congolese onesto che ad un italiano guappo.
    D.

  29. io non sono d’accordo con chi esagera queste cose. un tempo davo molta importanza al linguaggio, oggi sono molto più disilluso. forse per un bambino fa meno male sentire ”marocchino” piuttosto che il nome. sì, forse. la società è piena di miti ultracomunitaristi. se si ascolta un notiziario sportivo, o una telecronaca italiana ad una partita straniera di calcio, è frequentissimo che si dica ”il tiro dell’attaccante spagnolo, inglese, marocchino, russo, italiota”. così nei tg quando si chiama un islandese, si dice islandese.
    per me la fate lunga.
    troppo

  30. La differenza è nel censo.
    Il calciatore è un modello, l’immigrato è una piaga, un parassita e un pericolo.
    I soldi sono un argine morale.
    Quando viene il figlio di Gheddafi con lo Yacht nessuno si sogna di avere timore dell’extracomunitario ma tutti i nani e le ballerine si mettono in fila.
    Noi abbiamo paura della miseria e della povertà che già ci sembra mezza delinquenza.
    D.

  31. “Scimmia e negrone” lo dicono anche a Obama e gli epiteti contro le donne sono molto più pesanti, il “troia” si spreca anche a sinistra… la povertà è mentale, ma siccome chi dice certe frasi crede d’essere simpatico e spesso le sente condivise dal silenzio generale, si continua.

  32. Preciso: quanto detto sopra si riferisce al parlare non ai “Titoli”, ma la malattia è quella. Di Obama è circolata la foto fotomontaggio che lo vedeva lustrascarpe della Palin… tanti i modi di offendere.

  33. Il caso dell’immigrato arrestato in violazione delle più elementari norme di garanzia (aveva un alibi, aveva acquistato per tempo il biglietto) per un’errata traduzione dell’intercettazione non è un caso isolato. Dopo l’attentato alle 2 Torri, complice una vera e propria taglia offerta dai servizi statunitensi per chi “arrestava terroristi”, si sono moltiplicati casi di arresti motivati da trascrizioni e/o traduzioni frettolose, errate, malfatte. Uno per tutti: i tre terroristi che volevano far saltare in aria la basilica di San Petronio, ed erano semplici turisti (le “dettagliate cartine con obiettivi” in loro possesso erano quelle che ti regalava Alitalia all’arrivo in Italia).
    Al volo, di ritorno da Bari: al locale liceo linguistico, per effetto del riordino dei cicli (la cosiddetta “riforma” Gelmini) non è più attivato l’insegnamento sperimentale di arabo.

  34. Una rassegna dei titoli dei giornali italiani, nazionali e locali, non solo sul caso di Brembate, sul sito http://www.occhioaimedia.org/ che effettua il monitoraggio quotidiano della stampa italiana: il risultato è un inquietante orientamento inequivocabilmente razzista.

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