RISENTIMENTO

“Lo spirito dei tempi modellato da Berlusconi e dalle sue Tv ha dilatato al contempo i risentimenti dei dannati e lo sprezzo dei salvati, sostituendo lo Stato sociale con la compassione o l´ignoranza”.
(Barbara Spinelli, su Repubblica, oggi)

14 pensieri su “RISENTIMENTO

  1. Loredana, forse non fai giustizia all’articolo estrapolando solo questa frase (che naturalmente sottoscrivo). Il pezzo è durissimo, e accusa spietatamente (a trecentosessanta gradi): quei vent’anni di miopia politica e sindacale che hanno preceduto l’era berlusconi e forse l’hanno anche preparata, in cui non si è svelata alle masse l’amara verità di un modello di sviluppo fallito e improseguibile, e ci si è limitati a gestirne il declino blandendo chi ancora poteva profittarne. Mentre c’è ancora chi crede di poter ripartire meglio i profitti di un sistema consumistico che ormai riguarda solo aristocrazie impiegatizie e pensionati, è arrivato il momento di dire a chiare lettere che (con o senza Berlusconi, meglio senza) il re è nudo, il capitalismo del superfluo va terminato alla svelta, l’investimento su servizi pubblici è risorse comuni è l’unica forma di crescita economica possibile, l’austerità personale è il pendant necessario alla ricchezza collettiva.
    Socialismo o barbarie, bien sur.

  2. Questo sistema paese ha le porte aperte, spalancate ai predoni di turno.
    Idee,belle pensate, riforme, premier, partiti, tutti ammessi, alè.
    Non si è mai fondato un sistema comune, moderno, valoriale, sociale a cui rispondere come comunità.
    Ci si è lasciati accecare dalle fazioni in nome di Cristo, della Nato, del Comunismo, della Sinistra, di Berlusconi o l’anti Berlusconismo, ma fuori da queste bolle c’è il vuoto, il freddo siderale.
    Siamo tutti seguaci di principi e principini di una aristocrazia che brulica sposta divide e moltiplica senza che si costruisca nulla che duri più di una giornata politica.
    Le strutture pubbliche: scuola, welfare, sanità, iniziano a diventare vestigia di un tempo che fu e noi le guardiamo capendole sempre un po’ meno, come i barbari con le architetture romane, finché non diventeranno spazi desolati e ignoti in cui far pascolare le pecore.
    Purtroppo crediamo ancora in questo tipo di referenti, come i giovani che protestano chiedono di cambiare ma come sempre chiedono in vano, perché loro chiedono qualcuno che si faccia carico di cambiamenti radicali e in politica non c’è nessuno che sia radicalmente diverso e alternativo a questo sistema, tutti sono rappresentanti di un’altra epoca e dopo aver annuito o scosso il capo non si cambierà, perché diventare deputato vuol dire ancora diventare aristocratico e gli aristocratici non vogliono cambiare nulla se non spostare dividere e moltiplicare.
    E’ come guardare un campionato di calcio sperando che una squadra cambi le regole del gioco.
    D.
    D.

  3. Questo è un paese a cui è stato permesso di sfruttare sempre più, permettendo che diritti venissero tolti: si sta tornando alla schiavitù, una forma diversa, certo, ma sempre schiavitù.
    La scuola è stata voluta rovinare dalle forze che governano, ma la gente lo ha permesso lasciando fare.
    Anche peggio è il mondo del lavoro, dove Marco Biagi è stato considerato un eroe per quello che ha fatto e le società interinali il futuro del lavoro. Flessibilità, si declamava, sviluppo e profitto. Invece è stata solo rovina.
    Altro che generazione postebellica: almeno dopo la seconda guerra mondiale c’era speranza di poter creare qualcosa di nuovo. Ma adesso speranza non c’è e neppure volontà.
    Come ci si è ridotti a questo punto?
    Così: http://www.lestradedeimondi.com/?p=464

  4. “È un punto su cui Boldrin insiste crudamente: “Cosa volete fare, ragazzi e ragazze?”
    .
    In quanto appartenente alla generazione post ’70 dell’articolo, rispondo: “Ora come opra, mister, sogno fuoco e fiamme.”

  5. Credo che volesse fermarsi proprio sul concetto di risentimento (poi a roma c’è la piccola e media editoria!).
    Utile il significato che dà del termine Jean Améry a cura di Guia Risari:”Un avvenimento storico come la Shoah giustifica, anzi esige, una riconsiderazione di alcuni schemi mentali, spesso inadeguati. È quanto Jean Améry compie in Intellettuale ad Auschwitz, allorché prende in considerazione i propri risentimenti. Egli si stacca da una tradizione filosofica che, a partire da Nietzsche e Scheler, vedeva nel risentimento la manifestazione di uno spirito astioso, per rivendicare la propria “stortura” come una forma più morale e storicamente più giusta di essere uomo. Il risentimento, infatti, è quel ritornare al passato, che inchioda il colpevole alle sue responsabilità e spinge la vittima a un legittimo, anche se tardivo, moto di rivolta contro l’ingiustizia. Il risentimento, quindi, non è la vendetta ignobile e sotterranea dell’impotente; esso diviene, per la vittima di un sistema oppressivo, l’unico modo per moralizzare la vita e la storia. Lo sconfitto, rovesciando la tradizionale posizione di riserbo o di acquiescenza, spezza il proprio isolamento e, con il risentire, fornisce alla morale dei nuovi strumenti di attacco e di conferma. Ri-sentire, nel senso ampio di richiamare alla memoria con partecipazione emotiva, ricordare non solo i fatti trascorsi ma gli stati d’animo e le sensazioni che necessariamente li accompagnano, è la premessa ineludibile per ogni atteggiamento valutativo.
    “L’analisi delle reazioni, dell’atipicità del singolo diventano in Améry l’occasione non solo per ricordare le responsabilità della società in questo processo trasformativo, ma anche per riconoscere il diritto di opporsi ad un tale abuso di forza. Tuttavia, per Améry, il risentimento non è una spinta eversiva a modificare radicalmente il dato; il suo legame profondo, esclusivo col passato rende inaccettabile una rinascita, una miracolosa palingenesi, capace di cancellare definitivamente il peso di ricordi dolorosi. L’intuizione fondamentale di Améry consiste esattamente nell’aver colto la complessa ambivalenza del risentimento, che è rifiuto reattivo del presente e allo stesso tempo attaccamento emotivo, esistenziale al passato. Il volto drammaticamente segnato di Améry e la scelta di una morte libera sono l’espressione di un contrasto continuamente rinnovato fra rivolta e rassegnazione, mai risolto.”
    Quindi in questo periodo storico oltre la compassione e l’ignoranza e lo Stato Sociale come fantasma, andrebbero “riesumati” i vent’anni di RISENTIMENTO.

  6. Nessuno parla mai seriamente di Berlusconi, nessuno. Questo nessuno è talmente grosso che non ho bisogno di ficcarci nomi illustri, che fanno solo volume, non lo riempiono minimamente.
    Wikileaks è stato messo a bruciare, forse ci avrebbe spiegato qualcosa, non sulle minorenni o le feste del premier. Ci avrebbero spiegato dentro quale sistema di controllo predefinito qualcuno avrebbe inserito Berlusconi (e i suoi oppositori), a che scopo, perché. Ci avrebbe detto forse qualcosa di più su quella intercettazione anodina tra Porro e Arpisella su cui nessuno ha voluto parlare. Si sarebbe discusso probabilmente di quanta parte abbiano gli americani nel nostro minestrone, e di quanta brutta sia sembrata loro l’amicizia e gli affari tra Italia e Russia.

  7. Porro,Arpisella,Berlusconi,Prodi,Biagi,Amery….tutte comparse di vario grado,gatekeepers diversi e tutti funzionali alla fine al potere che è altrove,le sorti si decidono altrove,al tavolo del nuovo ordine e del controllo mondiale fatto dalle grandi corporations,ora anche russe e cinesi, e dalla speculazione finanziaria che gira come una trottola e che può mettere in campo capitali cinque volte superiori al pil europeo.
    Vale a dire condizionare ogni scelta politica economica,come sta succedendo.Avete tanto sentito parlare,dopo la recente crisi,di nuove regole per arginare la speculazione,beh che fine hanno fatto? Nada de nada.
    Se il risentimento non va verso questo,è come prendersela coi burattini

  8. miskin: hai un palese risentimento contro tutti. Difficile scrivere qualcosa.
    Più che di risentimento tu sei incazzato col mondo, ma è un’altra storia.

  9. Non è che sono incazzato col mondo,ma con quelli che vogliono un governo mondiale,che è la vera storia,le altre sono fiabe per ragazzi.
    l’Italia è un paese che non può decider nulla delle cose che contano,è la famosa periferia dell’impero da sempre,credo fosse di Eco la definizione.
    Tutti i rapporti economici e politici sono decisi in altre sedi anche per noi,destra o sinistra,obbediscono e basta.
    A volte si ragiona senza tener presente che siamo in piena globalizzazione e cose che succedevano 30-40 anni fa sono oggi impensabili.La libertà di manovra di stati come il nostro è molto piccola.

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