VOGLIO INCONTRARE IL SINDACO GUALTIERI: SULLA RAMBLA, SULLO STADIO DELLA ROMA E SU PIETRALATA “DEGRADATA”

Voglio incontrare il sindaco di Roma Gualtieri. Lo chiedo da cittadina romana, da sua elettrice (e che bisognava fare?), persino da tifosa romanista. Voglio incontrarlo perché sono nata un anno dopo la pubblicazione dell’inchiesta Capitale corrotta=Nazione infetta che Manlio Cancogni scrisse per L’Espresso (sul quale scrivo io adesso, pur non essendo all’altezza di Cancogni, lo dico subito).
Voglio incontrare il sindaco di Roma perché, come ho letto sul Corriere della Sera stamattina, “Roma è la città italiana che ha subito il maggiore impatto sui cambiamenti climatici. Negli anni Settanta del secolo scorso, la temperatura media annua della Capitale si attestava a 14,6 gradi; dagli anni Duemila è salita fino ad arrivare a 16,9: quasi due gradi e mezzo in più in 50 anni sono un’enormità”.
E come mai?
Una fra le risposte che posso dare, da non esperta, è che a Roma si tagliano alberi come se non ci fosse altro da fare, con la promessa che verranno ripiantati. Nel mio piccolissimo, nello spazio dove fra due anni verrà costruita una palazzina, sono stati tagliati tutti gli alberi che c’erano, alti e sani, e il Comune ha evidentemente autorizzato: al momento giusto, vien detto, ne saranno piantati altri.
E allora mi piacerebbe sapere dal sindaco di Roma Gualtieri come verranno accuditi questi altri, visto che quelli che vedo in giro per la città restano stenti e malati, e nel frattempo Roma continuerà a cuocere.
Voglio incontrare il sindaco Gualtieri perché abito a Pietralata. E sono stufa di sentir definire il mio quartiere come degradato perché fa comodo, perché bisogna costruire prima la Rambla e poi lo stadio della Roma, e spazzare via il bosco di Pietralata, che come si dice è a sua volta incolto e degradato. Il degrado, signor sindaco, è un’altra faccenda: il degrado è l’incuria, la mancata cura del verde, il cemento, le concessioni edilizie. Quell’articolo di Cancogni, settant’anni fa, diceva proprio questo: i patti antichi con i costruttori distruggono la Capitale, e pure la nazione.
Ma parliamo della Rambla. E’ stata inaugurata, lei, signor sindaco, era presente, ma si era portato un gazebo per ripararsi dal sole. Legittimo e giusto: ma le chiedo, se fosse stata prevista una zona d’ombra non ne avrebbe avuto bisogno. Né le forze dell’ordine presenti sarebbero state costrette a ripararsi sotto uno dei pochi alberi lasciati vivere.
Ah, ingrati, dite qua e là, da municipio e giunta: vi risistemiamo il quartieraccio in degrado e ve lo rendiamo decoroso. Non è questa l’idea di decoro che abbiamo, in molti: anzi, guardi, lasciamolo proprio perdere il decoro, che è concetto che piace a Marco Minniti e a Rudolph Giuliani, ma non dovrebbe piacere a lei e a chi ha a cuore un’idea di città che torni a incontrarsi.
Lei, signor sindaco, intervistato da una radio, ci ha dato sostanzialmente degli sciocchi. Ha detto, in questo caso parlando dello stadio della Roma, che è paradossale “che questo bellissimo investimento venga chiamato cementificazione perché noi realizzeremo 9 ettari di area verde creando un grande parco dove adesso c’è il degrado assoluto”.
Degrado assoluto? Venga a trovarci più spesso, sindaco. Il quartiere ha bisogno di mezzi pubblici, di vie più larghe, di una progettazione che eviti che su una stessa strada ci siano quattro pizzerie al taglio e tre parrucchieri, senza una libreria, un cinema, un teatro, almeno un negozio di giocattoli e tutto quel che servirebbe alla comunità. Ma aspetti, lei ha proseguito così:
“Questo è il progetto che completerà i tanti interventi che vogliono fare di Pietralata un modello di rigenerazione e di trasformazione della città con i cittadini protagonisti e con spazi pubblici sempre più interconnessi per la mobilità infrastrutturale ma anche per la mobilità dolce ciclabile e pedonale e per soprattutto la gioia dei bambini e dei ragazzi perché per noi una città è una bella città quando ci sono spazi dove i bambini possono giocare, dove possono trovare luoghi d’incontro: Guardare la città dal punto di vista dei bambini è il modo migliore anche per realizzare delle città più belle che guardano il  futuro”.
Dove sta il verde promesso, signor sindaco? Qual è la rigenerazione e la trasformazione? Il monolite della Rambla? Pensa che i bambini e i ragazzi si sentiranno gratificati da un “landmark” che nessuno di noi ha voluto e scelto e che ci fa onestamente un po’ schifo? O da una spianata di vasche di cemento?
Ma ancora.
Parliamo dello stadio della Roma. Per farla breve, linko qui un articolo del Post che spiega molto bene e che lei sicuramente conoscerà: comincia così:
 

“Imboccando via degli Aromi, nel quartiere di Pietralata a Roma, dopo pochi metri ci si trova ai piedi di una collinetta con alberi e prati fioriti. Sembra di stare in piena campagna, anche se a poche centinaia di metri ci sono palazzi e strade trafficate. Il Comune la considera un’area abbandonata e per riqualificarla l’ha concessa alla squadra di calcio della Roma per farci il suo nuovo stadio. Per gli abitanti invece è l’unica area verde del quartiere, e chiedono che sia riconosciuta come bosco urbano e protetta.

L’area concessa dal Comune è ben più ampia. Si estende su 140mila metri quadrati dove ci sono prati incolti e qualche rivendita di autoricambi: ma è sul pezzo di terra con molta vegetazione, grande circa 15.000 metri quadrati, che si decide in gran parte la costruzione dello stadio. Poi c’è la questione delle spese. Secondo i piani, l’opera dovrebbe costare alla Roma tra i 500 milioni e il miliardo di euro. La società non ha però ancora presentato il progetto definitivo e sono state sollevate perplessità sul fatto che sia in grado di sostenere un investimento tanto oneroso”.

E prosegue così:

(Angelo Mastrandrea/il Post)

“Gli abitanti hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica di Roma, sostenendo che per autorizzare la costruzione dello stadio l’area sia stata presentata come «abbandonata e degradata» nonostante per loro non lo sia, e chiedendo di verificare se nella concessione siano state commesse irregolarità. I residenti hanno anche consegnato all’amministrazione comunale una relazione di un agronomo che certifica l’esistenza di un’area di circa 15.000 metri quadrati che «rientra nella definizione di bosco o aree ad esso assimilate», l’unica in una zona altrimenti molto urbanizzata come Pietralata.

Il Comune ha disposto una «verifica», inviando a sua volta un agronomo che ha ammesso che l’area alberata effettivamente c’è, ma ha fatto sapere che da un punto di vista burocratico il bosco non è mai stato riconosciuto. Ora bisognerà stabilire se ci sono degli alberi di pregio da tutelare o se invece possono tutti essere abbattuti per far spazio allo stadio”.

Ora. Il suo assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia ha dichiarato, sempre a una radio, che l’agronomo del Comune indaga, che la Roma “ha fatto le sue analisi vegetazionali, ora è il turno dell’amministrazione”. 

E infine, che il verde non si perde ma si sposta. Ora, come ci ha insegnato il grande Stefano Mancuso, con cui dovrebbe fare due chiacchiere, certo che gli alberi “si spostano”. Ma mi piacerebbe saperne di più su questa frase di Veloccia: “Tutto il verde che sarà rimosso per fare spazio allo stadio verrà recuperato nelle aree incolte dello SDO di Pietralata.”

Insomma, per sua ammissione, gli alberi verranno “spiantati e ripiantati”. E cosa si pianta in cambio? I soliti alberelli stenti di cui sopra? Come? In quali tempi? E perché Veloccia dice “nessun bosco da abbattere” quando il bosco c’è anche se per una questione burocratica non viene riconosciuto come tale? E come si permette di dire “Pietralata cambierà volto: da area abbandonata a spazio pubblico moderno, verde e vivibile” ? Non siamo un’area abbandonata. Siamo un’area sfruttata, questo sì.

Mi piacerebbe che lei incontrasse gli esponenti del Comitato Stadio Pietralata, No Grazie. Ma non per dire loro “mi ringrazierete”, ma per prendere atto delle loro ragioni. Che sono anche le mie, per quel poco che può valere. E già che ci siamo sarebbe interessante sapere cosa ne sarà della viabilità: via dei Monti Tiburtini è una strada già ora trafficatissima, e se qualcuno lo avesse dimenticato serve un ospedale, il Sandro Pertini, che accoglie centinaia di pazienti ogni ora.  E inoltre, come ricorda il comitato, ” il quadro di edificazione lasciava liberi 14 ETTARI che sarebbero dovuti diventare il “PARCO DI PIETRALATA” dando appunto respiro a tutto il quadrante già pesantemente cementificato.  Inoltre va ricordato che lì esiste un BOSCO con preziose presenze arboree consolidate certificato dallo stesso tecnico agronomo inviato dal comune di Roma per le verifiche nel 2025, cosa del resto già riportata in documentazione fin dal PRG del 2008 e menzionato fin dal 1995. Ulteriori certificazioni sono state avvalorate tramite tecnico agronomo di parte. La cordata di finanzieri privati, capitanata dai Friedkin (Presidente As Roma), che ha in mente di costruire uno Stadio, vorrebbe edificarlo propri in quei 14 ettari adibiti a Parco con ammessa area boscata cementificando di fatto tutto”.

Veloccia liquida il tutto come “fake news”. Ma allora mi permetta di chiederle dove sono i piani esatti, dove sta il progetto, dove sta il benedetto verde promesso, perché al momento sono parole. Le vostre come le mie e quelle di chi ci abita. Noi degradati, noi “torpigna”, come gli intellettuali definivano gli abitanti delle periferie negli anni Novanta. Mi pare di ricordare che il suo partito dovrebbe guardare con attenzione alle periferie, e non usarle. Perché le avete abbandonate alle destre, salvo strapparvi i capelli dopo le elezioni. Ma sarà sempre peggio, se andrete avanti con il disprezzo che avete dimostrato fin qui.
Buon cemento, buono stadio, e pure forza Roma, nonostante.

23 pensieri su “VOGLIO INCONTRARE IL SINDACO GUALTIERI: SULLA RAMBLA, SULLO STADIO DELLA ROMA E SU PIETRALATA “DEGRADATA”

  1. Resterei senza parole, ma devo farmele venire per forza per questa cittadina che non sa più nemmeno riconoscere il degrado, per quanto ormai abituata.
    Pietralata è un quartiere/borgata, inguardabile soprattutto nella zona dove dovrebbe nascere lo stadio, dove per decenni hanno insistito sfascicarrozze con i loro liquami inquinanti, tossici con siringhe, osceni trans sculettanti e cumuli di erbacce piene di rifiuti e trattati da discariche.
    Voglio far notare alla signora, che quella zona, comprensiva dei Monti Tiburtini non ha incrementato il valore delle case neppure con la Metro, credo che questo possa bastare.
    Quello che lei chiama “boschetto” non è altro che una misera area senza piante di livello, dove, se non ci sarà lo stadio, al massimo resterà così, come meritano i cittadini come lei.
    Al contrario, con lo stadio ci sarà un vero parco, con piantumazioni importanti, che renderanno a quell’inguardabile boschetto come lei chiama, un’area verde dieci volte più grande di quella di oggi.
    Si faccia un giro in qualche capitale europea, affinchè possa capire cosa significa la parola “urbanizzazione”, integrazione di un quartiere. Finquando non ci sarà lo stadio con tutte le riqualifiche che lo seguiranno, quello di Pietralata non sarà mai quartiere, poichè per colpa vostra resterà borgata.

  2. ha detto tutto Fabio …
    signora Tania ma lei dov’era quando circondavano Roma con centri commerciali che stanno fallendo oppure quartieri fantasma con centinaia di appartamenti vuoti …questo cemento non alza la temperatura ???
    oppure la temperatura la alza solo lo stadio della Roma ???
    la Capitale di una nazione che non ha uno stadio per il calcio…
    Roma è la Capitale più verde d’Europa….basta documentarsi….

  3. basta con i no a tutto e tutti. continuiamo ad avere una capitale da terzo mondo che vive con i ruderi di 2.000 anni fa.

  4. io ho casa a poche centinaia di metri dal futuro stadio e ho abitato li dal 1962 … boschetto? ma fatemi il piacere .. spero proprio che finalmente grazie allo stadio su ponga mano ad un’area che è poco definite degradata

  5. Ma non interessa a nessuno che un grosso capitale estero ben venga e sia regalato alla città ?
    E quanti posti di lavoro creera’ l’indotto sia per i lavori che poi nella realtà quotidiana ?

  6. Lei è un’altra NO TUTTO contro il progresso…A Tor di Valle c’erano i girini,la tribuna intoccabile etc…tutto sparito appena lo stadio non si è fatto e ora mia sorella dal balcone di casa si gode il panorama di ratti,monnezza,proxxxxxte etc…francamente avere stufato,lei,Berdini e ora ci si mette pure Marino

  7. da casa mia da qualche giorno sono accecata dalle luci della fontana della Rambla che ha sostituito campi incolti in una zona strategica da cui raggiungi il centro e sei fuori Roma in un attimo. Dovrei essere contenta ma non lo sono perché la Rambla non rimedia alle note negative di abitare in un quartiere tagliato da un ponte sulla ferrovia con alta densità abitativa senza servizi e spazi di aggregazione che ti faccia venir voglia di farti una passeggiata a piedi e di non prendere la macchina per andare altrove a cercare quello che manca. i cambiamenti degli ultimi 5 anni, intervenuti dopo 25 di immobilismo, hanno, se possibile, peggiorato la situazione. la nuova viabilità ha consumato suolo ma non ha risolto l’imbuto di largo beltramelli che è l’unico punto di aggregazione per le migliaia di abitanti del quartiere. la Rambla come il parco smart esprime desolazione. il quartiere è più povero di verde fosse anche ailanto che non apprezzo neppure io, ma se la cura del verde è inesistente è chiaro che l’albero infestante prende il sopravvento. gli alberi sopravvissuti, piantati nel parco smart, neppure oggi, a distanza di più di 5 anni dall’impianto offrono refrigerio ai frequentatori. come credere a questa amministrazione che ha fatto seccare tutti gli alberi della nuova area pedonale di piazza della Repubblica? cosa ne sarà della Rambla impraticabile per buona parte della giornata perché non ha alcuna protezione? quanto al trapianto del verde dello stadio lo scempio dei platani trapiantati di via monti tiburtini è visibile a chiunque voglia vedere.

  8. Analisi puntuale e condivisibile anche perché si scambia la riqualificazione con cementicazione e comunque sia la Rambla rientra nel piano particolareggiato 2012 CVU Pietralata, lo stesso che prevede il Parco di Pietralata. È c’è la contraddizione evidente di un’amministrazione che nega il piano particolareggiato per giustificare una colata di cemento come lo Stadio e nello stesso tempo lo realizza in pieno per tutto il resto, persino il Tecnopolo, Campus, Studentato, Centro diversamente abili, centro accoglienza. Siamo pronti a dare maggiori ragguagli in merito superando la propaganda elettorale dell’attuale amministrazione

  9. ancora co ste “Colate ” ….ma lo vuoi capire che le colate de cemento come le chiamate voi sono i Centri Commerciali che solo a Roma ce ne sono 20 ….li vuoi capire che le colate sono i quartieri disabitati …e basta ..

  10. salve signora sono lo stadio della Roma
    ho visto che lei non vuole che io venga costruito
    signora perchè vuole questo?
    perchè preferisce una sterpaglia di pochi ettari piena di tossici ad un parco usufruibile per tutti con tanti tanti alberi accanto a me?
    Non desidera che un giorno possa passeggiare in una bellissima area verde magari assieme ad un suo animale domestico nel suo vecchio quartiere?
    Perchè parla di cemento in un progetto dove è previsto solo lo stadio e tanto verde?
    e per favore non banni chi esprime dissenso verso le sue opinioni. Esiste la libertà di espressione.
    saluti

  11. ….se si attivano dei veri percorsi di progettazione partecipata si avranno progetti condivisi dai cittadini perché risponderanno alle vere esigenze …..

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