138. STORIE DAI BORGHI. L'AMICO DI GIORGIO CHE SI ARRENDE, ANGELO CHE ASPETTA.

Mentre si attendono notizie dal comitato dei garanti sulla destinazione dei fondi degli sms, arrivano altre storie di cui parlare. Scrive Giorgio, un meraviglioso scultore che resiste a Morro di Camerino, del suo carissimo amico “morto per le conseguenze del terremoto. Non aveva più la casa. E stato trovato morto nel container”. Di terremoto e di abbandono si muore, anche mesi dopo il sisma. Si muore di solitudine, di mancanza di speranza, di frustrazione, quando vedi che chi dovrebbe aiutarti pensa ad altro.
Poi, certo, c’è chi resiste, nonostante tutto. Da #genzianaproject
CASTELSANTANGELO: TRA CAMPER, MACERIE E ATTESE INFINITE
Qualcosa si muove a Castelsantangelo sul Nera. Ma è impossibile parlare di ricostruzione. Si lavora sui siti delle Sae la cui consegna però non è ancora imminente. Anzi. Nonostante il paese fosse già sostanzialmente in ginocchio dallo scorso 24 agosto non esistono ancora moduli abitativi pronti. Lo ha spiegato bene il vicesindaco, Ovidio Valentini, alla stampa. «Le casette – ha chiarito – erano state ordinate insieme a quelle di Amatrice subito dopo il primo terremoto del 24 agosto». Ad Amatrice, però, diverse Sae sono già state allestite mentre a Castelsantangelo si conta di consegnare le prime 11 casette, nella frazione di Gualdo, per agosto. Ad un anno dal sisma. Ancora più indietro, invece, i lavori delle altre due aree. Per quella di Nocria (12 casette per 36 persone) occorrerà aspettare fine ottobre, mentre per piazzale Piccinini, ovvero l’insediamento del capoluogo (43 Sae per 88 persone) si va ancora più in là: almeno quattro mesi di attesa. Il tutto in un paese messo in ginocchio dal sisma. Come confermano i dati dei sopralluoghi sugli immobili: su 1160 edifici verificati (abitazioni singole o agglomerati abitativi) solo 83 sono agibili e 59 parzialmente inagibili. Il grosso, ben 935 sono inagibili e 83 presentano altre condizioni di inagibilità. Il patrimonio abitativo distrutto o inagibile ammonta così al 93% del totale. Siamo di fronte a una realtà cancellata dal terremoto. Ecco perché tutte e sette le frazioni di Castelsantangelo sono, di fatto, ancora zona rossa. Ed ecco perché A Castelsantangelo sono rimasti solo venti nuclei familiari. Vivono nei camper o nelle roulotte, dove la temperatura percepita supera i 45 gradi. Le altre 280 famiglie sono dislocate in strutture lungo la costa o hanno trovato una sistemazione autonoma. Tra coloro che resistono c’è Angelo Cristiani. Lui ha 75 anni. È un architetto, uno scultore e Castelsantangelo sul Nera gestiva un bed and breakfast. Vive in un camper, davanti ai resti della sua casa. E aspetta. Aspetta e civilmente si domanda come mai nessuno di quelli chiamati a gestire questa emergenza provi vergogna «per come stanno andando le cose». #genzianaproject

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