152. STORIE DAI BORGHI. COMUNITA' REALI, COMUNITA' FITTIZIE, CASE SULLE COSTE, CASETTE INVISIBILI

Ricapitolando. Mentre altrove si impiega il tempo ad accapigliarsi sull’etica di chi parla di libri, che da quanto si legge non dovrebbe mai scriverne, e non dovrebbe neppure rivolgere la parola a chi li scrive pena l’accusa di cricchismo, emerge con chiarezza, grazie a Federica Nardi di Cronache maceratesi, che il piano della Regione Marche era quello che si intuiva: non ricostruire nelle comunità montane. Dalle quali gli abitanti erano stati spostati sulle coste e dove non torneranno, visto che il piano di acquisto delle case (care) aiuterà probabilmente i costruttori e allontanerà ulteriormente dal territorio chi intendeva tornarci.
Si dirà che i due argomenti non sono compatibili, che una cosa sono le patrie lettere e il sistema editoriale e un’altra la ricostruzione. Non concordo. Compito del narratore, credo, è molto più quello di narrare le comunità reali che quello di lamentarsi delle comunità fittizie (quella letteraria, al momento, lo è per la gran parte). Dunque, cedo il passo alla narrazione di Cronache mesopotamiche, che è seria. E anche bella.

UNA FACCENDA DI CORNA

Da un paio di mesi, ogni volta che salgo in montagna accade qualcosa di nuovo. Questa volta, 4 settembre, ho visto abitate le SAE di Polverina, per esempio. Ho visto molti edifici messi in sicurezza nella zona di Fiastra che fino a poco fa erano pericolosamente pericolanti. E mi sono imbattuta nei primi mezzi dell’esercito (giganteschi, soprattutto su quelle stradine di montagna) che andavano a spalare macerie a Castelsantangelo. Evviva. Dopo un anno. Sarò scusata se l’entusiasmo non è proprio alle stelle.
Tutto il resto procede alla stessa velocità di un bradipo. Lui fa tutto quello che deve fare -mangia caga tromba- ma con lentezze che se non sei monaco buddista troveresti esasperanti.
E quindi -quando va bene- vedi spuntare le file di case prefabbricate che dovremo farci diventare familiari. Schiere di case verdine rosa gialline celesti che -questo è l’ultimo dei problemi, lo so- fanno a cazzotti con il contesto ambientale in cui sono inserite. (Chi ha voglia e pazienza, si faccia un giro nei paesi umbri che ancora conservano i loro villaggi post sisma ’97. In quel caso vennero scelte baite di legno, non perfette, ma abitabili e, nel complesso, gradevoli). Le SAE scelte costeranno una cifra intorno ai 2800 / 3000 euro al metro quadrato, considerando gli oneri di urbanizzazione, in alcuni casi molto costosi, nel caso in cui il villaggio sia costruito lontano dal centro abitato (è il caso di Acquacanina).
Facciamo un test: in che data l’assessore della Regione Marche ha pronunciato la frase seguente “La priorità resta quella di consegnare il 90 per cento delle Sae entro dicembre – spiega Sciapichetti – abbiamo chiesto alle ditte di aumentare il più possibile il personale nelle aree urbanizzate e pronte per il montaggio. Il presidente ha chiesto inoltre che le ditte si attrezzino per agire sui cantieri anche in caso di neve”?
1. 15 settembre 2016
2. 5 novembre 2016
3. 5 settembre 2017
La risposta esatta è la 3. Che vuol dire che, se va tutto bene, ancora il 10% delle persone a Natale non avrà una casa. E comunque quel riferimento alla neve, lasciato sullo sfondo, è l’excusatio non petita, la coda di paglia che nasconde (malissimo) la prevista inadempienza. Io voglio sbagliarmi.
A Visso, case consegnate 0, zero, nessuna, niente. Ma il cantiere del nuovo paese è davvero enorme, impressionante. Però è un cantiere e siamo a settembre. A settembre riaprono le scuole. La scuola di Visso, quasi intatta dopo le scosse perché fatta bene, in questi giorni, proprio adesso, viene ripulita, e si prepara ad accogliere gli alunni dalla scuola media fino all’asilo nido. Che bello!
Ma quali alunni? C’è un calo degli iscritti del 60%. significa che solo chi proprio non può vivere se non sulla montagna, per ragioni lavorative o familiari, ha scelto di iscrivere i figli qui. Gli altri, dispersi sulla costa. E quel 40% non ha una casa in paese, perché le SAE non sono pronte e anche la ristrutturazione cosiddetta leggera non è ancora cominciata. Notizia dell’ultim’ora: pare che i collegamenti degli autobus scolastici per Visso partiranno solo da Macerata. Chi ha scelto di rimanere vicino al mare, ma volesse mandare i figli a scuola nel in paese, non può farlo. La situazione è in evoluzione, continueremo a monitorarla.
È evidente che la gestione di una situazione che ha ancora caratteri di emergenza, dopo più di un anno, richiede competenze anche molto specifiche, una conoscenza del territorio non superficiale, empatia nei confronti delle esigenze di comunità molto piccole e diversificate al loro interno. La nomina di Paola De Micheli al posto di Errani lascia perplessi, visto il curriculum e vista la sua caratteristica più evidente, la prepotente arroganza con la quale affronta i dibattiti televisivi, dove è onnipresente.
Qualcuno ricorderà la foto delle nuove stalle, le enormi tensostrutture bianche che cominciano a chiazzare i prati, finalmente.
Vado in paese, mi felicito per la conquista di un ricovero per le bestie, in tempo per la brutta stagione. La vicina di casa mi guarda come se fossi scema -perché di fronte a questa gente qua noi di città facciamo sempre un po’ la figura dei cretini- “E scì, c’hanno fatto lu ricovero per quelli a quattro zampe, ma quelli a due zampe ‘ndò li mettemo? E pure pe le vacche, mica va bè’ quella stalla lì. Le vacche nostre c’hanno le corna larghe un metro, e lì ce s’intrecciano. Che dovemo fa’, tajalle?”.

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