197. STORIE DAI BORGHI: QUANDO SI VENNE AL NOME TERRIBILE DEL MANDANTE.

Anche il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, si rifiuta di aprire le casette ai suoi cittadini: “Non ci sono le condizioni per la consegna, manca il collaudo finale dell’Erap sulle aree esterne e sulla funzionalità di arredi e impianti di riscaldamento: io così le casette non le consegno”, dice all’Ansa.  Quello di Caldarola lo fa “a denti stretti”, come si legge qui. A Sarnano, dopo le proteste del sindaco Franco Ceregioli, improvvisamente i lavori si sono rianimati.
Il punto è però un altro, secondo me:  a ottobre lo si era pur detto, che i ritardi sarebbero stati addossati agli ultimi della catena, agli operai delle ditte. E leggendo oggi il dibattito sulla bacheca di Franco Ceregioli si capisce bene. C’è un commentatore, si chiama Gaetano Gagliano, che ricorda che la sua azienda ha lavorato ininterrottamente per le casette, senza un giorno di ferie, estate e inverno. Certo, la discussione si anima. Certo, e giustamente, chi in quelle casette sgangherate doveva entrare (e ci dovrà passare decenni) si arrabbia. Ma a un certo punto il signor Gagliano sbotta:
“I terreni la VOSTRA REGIONE ce li ha dati in ritardo”.
Questo è il punto da non dimenticare. E su cui vigilare, ora che questa vicenda, orribile e drammatica, sarà contesa da ogni parte nella peggior campagna elettorale che ci troveremo ad affrontare. Potendo, non permettiamolo.
Quando si venne al nome terribile del mandantebisognò che Perpetua proferisse un nuovo e più solenne giuramento (Manzoni, I promessi sposi)

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