20. STORIE DAI BORGHI: ALICE E AMANDOLA

Corsi, ricorsi, discorsi che tornano (il referendum, la letteratura, il mondo cinico baro che comprime i nostri talenti, bla bla). Ci sono invece discorsi che non si fanno. Terremoto, ancora, e ancora. Perché aspettando le casette di legno, ecco quanto accade o non accade. Spazio ad Alice Corradini, da Amandola.
Chiedo scusa da subito perchè la mail sarà lunga, ma di cose ne sono successe tante e questa è solo una piccola parte, in questo resoconto ad esempio non parlerò della questione lavorativa (anche lì siamo in attesa di un modulo lavorativo).
Veniamo al dunque…
Con i miei genitori e mio fratello abbiamo un’azienda agricola biologica ad Amandola e siamo “sfollati” dal 24 agosto, per fortuna non ci è caduto niente sulla testa ma sia la nostra casa (una casa colonica di cento e passa anni coi muri a sacco), che il laboratorio di macelleria aziendale (un annesso agricolo ristrutturato 11 anni fa) sono stati da subito inagibili, con il proseguire dello sciame sismico i due edifici sono peggiorati, nonostante i tentativi di messa in sicurezza; il laboratorio si è aggravato rapidamente fino a farci richiedere un secondo sopralluogo, perchè, se all’inizio aveva un’inagibilità di tipo B, cioè leggera, bastavano piccole sistemazioni, con il susseguirsi delle scosse è diventato evidente che fosse da demolire…non hanno fatto in tempo a fare il secondo sopralluogo che ci sono state le scosse del 26 e 30 ottobre: ora anche se ancora sono entrambi in piedi, sono da demolire sia il laboratorio che la casa.
Per il primo mese abbiamo dormito accampati al piano terra, in soggiorno, poi quando è arrivata l’ordinanza di inagibilità, a settembre, ci siamo spostati a dormire in camper (mia cugina che ce lo ha prestato merita un monumento), mentre di giorno ci appoggiavamo comunque in casa, dal 26 ottobre viviamo in camper, usiamo il bagno di casa, anche se non c’è più l’acqua calda e per fare la doccia andiamo a casa di amici.
Questo è per fare il punto della situazione, non voglio fare la vittima, anzi mi sento molto fortunata, perchè noi ci siamo tutti, stiamo bene, abbiamo ancora le nostre cose anche se sono dentro una casa da demolire e possiamo continuare a lavorare; sì, continuiamo a lavorare, perchè la nostra stalla che ospita circa 60 bovini è stata pensata dai miei genitori in modo lungimirante, l’hanno fatta fare anni fa ad una ditta altoatesina leader in costruzioni in legno antisismiche, ti assicuro che sapere che gli animali sono al sicuro è una gran cosa!
Inoltre per la lavorazione della carne al momento ci appoggiamo ad un laboratorio esterno che ci ha dato la disponibilità degli spazi; certo quest’anno niente salumi (e niente ciauscolo quindi…) perchè anche la stanza di stagionatura si trovava nello stesso edificio del laboratorio, però andiamo avanti e stiamo incontrando davvero tanta solidarietà: fa bene al cuore!!!
Questa la premessa.
Nel frattempo a settembre sono venuti dei tecnici della regione per fare un sopralluogo e prendere delle misure, quel giorno ci hanno comunicato che in quanto allevatori avremmo avuto diritto alla casetta di legno in azienda.
In quel momento ci siamo sentiti molto più leggeri: finalmente qualcuno dalle istituzioni si era fatto sentire e ci aveva dato informazioni concrete, avevamo anche visto la planimetria di questa casetta! Finalmente qualcuno ci aveva dato delle risposte concrete, anche se molto poco dettagliate.
Si perchè fino a quel giorno nessuno aveva saputo dirci dove avremmo passato l’inverno; qui da noi tutti gli sfollati del 24 agosto erano già in autonoma sistemazione, il Comune aveva creato una lista di seconde case agibili e disponibili e tutti si erano già sistemati per l’inverno…tutti tranne gli allevatori…
Come ormai tutti avranno capito il nostro non è solo un lavoro, è la nostra vita, non si possono lasciare gli animali, non è un lavoro che ad una certa ora finisce e te ne vai a casa, non funziona così.
Beh…qui ad Amandola eravamo solo in quattro o cinque famiglie di allevatori con la casa inagibile ma comunque nessuno (Comune, Regione ecc.) era stato in grado di dirci che piani ci fossero per noi.
Mi sto dilugando troppo…
Io dico sempre di soffrire di “ansia preventiva” e questa ansia mi ha fatto mettere in dubbio la veridicità delle informazioni che avevamo avuto fino a quel momento, già mi ero informata in modo ossessivo su come fossero fatte queste famose SAE (soluzioni abitative emergenziali)e già avevo capito che il legno non lo vedono manco da lontano, basta vedere l’intervista al costruttore, dice chiaramente che in legno saranno solo le tettoie, per “intonarsi all’ambiente montano” (e già qui cascano le braccia per molti motivi), poi ho pensato che nella planimetria che avevamo viste della nostra di casetta, le tettoie non c’erano, allora ho iniziato a cercare inormazioni, fino ad imbattermi, circa tre settimane fa, in un articolo sul sito della protezione civile in cui si faceva un distinzione: SAE e MAPRE (moduli abitativi provvisori rurali emergenziali).
Le mie ansie sono diventate decisamente più concrete, ho trovato sul sito della Regione Umbria (da cui partiva l’appalto per tutte le zone terremotate) il capitolato della gara di appalto di questi MAPRE ed ho trovato quello che temevo: pannelli sandwich di 5 cm di spessore per le pareti, riscaldamento, fornelli e boiler elettrici, allaccio alla corrente di 6 kw altrimenti devi decidere se cucinare o scaldarti, tutto ciò è ben diverso da come vengono descritte le SAE con fornelli a gas, termosifoni con caldaia a gas e quant’altro: come dicono ovunque “per non aggiungere disagio al dolore”.
Beh mi pare chiaro che nella mente di chi ha concepito tutto questo gli allevatori non provano disagio o dolore visto che avranno/avremo delle casette molto più simili a container che a case…
Ho parlato (gridato) con un dirigente della Regione che dovrebbe essere il referente per il settore agricolo in questa emergenza e lui non sapeva assolutamente nulla, anzi mi chiedeva dove avessi trovato queste informazioni…è tutto materiale pubblico online, basta cercare…
Scrivo al dirigente regionale della protezione civile e mi risponde cercando di darmi un contentino, ma anche lì casca male perchè so che quel che mi ha detto non è vero, mi parla di due soluzioni differenti perchè i MAPRE sono di più veloce costruzione, così da dare una risposta più immediata agli allevatori.
Peccato che il costruttore delle SAE dica che ci vogliono tre settimane a prepararle. I 7 mesi di cui si parla in giro sono quelli necessari all’identificazione ed urbanizzazione delle aree in cui andranno poi montate (cosa che non riguarda gli allevatori); questo viene poi confermato un paio di giorni fa da tutti i tg nazionali che mostrano le prime SAE arrivate ad Amatrice.
Circa tre settimane fa hanno dato il via libera alla realizzazione delle piazzole in su cui andranno montati questi MAPRE, in un primo momento secondo chi ha progettato il tutto, non era necessario nemmeno mettere il cemento, mio padre ha mosso mari e monti per capirne il motivo, se devi mettere la casetta su della terra di riporto, se non fai una gettata chi ti garantisce che non si sposterà?
Dipende dal terreno, dalle eventuali frane, spostamenti, non si può fare un progetto unico senza prendere in consederazione le variabili delle varie zone…alla fine ci comunicano che bisognerà fare anche la gettata di cemento. Ottimo! Iniziano i lavori e nessunoha iea di come vadano posizionati gli scarichi, la Regione non invia documentazione al Comune e non si sa come fare se non con delle misure ad occhio guardando la planimetria; pochi giorni fa si presenta il solito dirigente regionale, portandocon se un tizio che si presenta come quello che costruisce queste casette, ci conferma che sono simili a container e finalmente ci illumina su questi benedetti scarichi. Se fossero venuti il giorno dopo la gettata sarebbe già stata fatta ed il lavoro sarebbe stato sbagliato…
L’ultima questione che stiamo affrontando è il problema legato all’elettricità, si sa che andrà fatto un potenziamento ma non si sa chi verrà a fare l’allaccio e quando, il referente di Enel per l’emergenza risponde in malo modo al telefono dicendo che è stufo della situazione (pensa noi che viviamo in camper da due mesi…), è pure riuscito a dire a mio padre “ma non pensare che prima di due settimane si faccia qualcosa”…l’umanità, questa sconosciuta…
La cosa ancora più preoccupante è che un impianto elettrico di questo tipo consuma molto e ancora non è dato sapere chi pagherà queste bollette…è inutile che dalla Regione ci rispondano “la corrente la paghi come hai sempre fatto”, in casa mia non funzionano ad elettricità né i riscaldamenti, né la cucina, né l’acqua calda e nessuno mi ha chiesto se posso affrontare questa spesa, ora parlano (forse) di una convenzione, ma ovviamente nessuno sa niente…
In tutto questo mercoledì forse arriverà il MAPRE, mercoledì, fra 5 giorni e l’Enel ancora sostiene di non sapere nulla di tutto ciò…
Bene questo è quanto, ora aspettiamo di vedere questo MAPRE, perchè finchè non lo vedo spero sempre che le informazioni che ho in mano possano essere sbagliate e arriverà qualcosa di meglio di quello che temo!
Ovviamente noi ci prenderemo quel che ci daranno, la cosa frustrante è la totale impossibilità di avere informazioni ufficiali e anche sapere di aver subito una sorta di discriminazione.
Ci tengo però a dire che sia il dirigente regionale con cui ci siamo spesso relazionati, che l’ufficio tecnico del Comune si sono fatti in quattro per poterci dare notizie utili e per risolvere le questioni tecniche, il problema è che l’organizzazione del tutto non dipende da loro, che hanno fatto davvero il possibile!
Alice

2 pensieri su “20. STORIE DAI BORGHI: ALICE E AMANDOLA

  1. Grazie Alice, sia per il racconto che per la vostra resistenza. Politici e funzionari stanno facendo una brutta figura sulla vostra pelle. Della mia (nostra) regione sono molto deluso, devo dire per la prima volta. Chissà che nel palazzaccio di Ancona non abbiano presto una crisi di coscienza, e recuperino il ruolo che hanno comodamente delegato ad un alieno del tutto assente? Vi auguro tutto il meglio, non smettendo di diffondere queste testimonianze.

  2. Si è vero, la regione ci sta deludendo e dubito avranno crisi di coscienza…il Comune devo dire che invece fa il possibile per fare fronte alla situazione, purtroppo molte questioni non dipendono dall’amministrazione comunale.
    Grazie per continuare a diffondere !

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