216. STORIE DAI BORGHI: LORENZO E LE ROSE A DICEMBRE.

In questi tre giorni ho incontrato persone belle, in numero incalcolabile. Gli amici del Caffé letterario di Lugo, per esempio, che non si limitano a organizzare incontri (Patrizia Randi, Claudio Nostri, mille grazie). Gli amici e basta che ti vengono a trovare quando sei in zona (Eraldo Baldini con il suo ultimo libro, uno studio accuratissimo sulla peste in Romagna, Stefano Bon, Anna Folli). E poi quel turbine felice che è la Bologna Children’s Bookfair con la cerimonia di premiazione dello Strega ragazze e ragazzi – vinto da Lluis Pratz Martinez e Paola Zannoner -, e gli espositori da ogni parte del mondo, e una festa di immagini, di storie, di passioni.
Vorrei però ringraziare una persona, in particolare: alla fine della premiazione, ieri, mi si è avvicinato un bambino. Mi ha chiesto se io fossi io. Mi ha stretto la mano, è andato via. Un bambino/ragazzo bellissimo. Oggi scopro che si chiama Lorenzo, che ha 11 anni e che suo padre gli ha raccontato le Storie dai borghi, perché condivide con me provenienza e dolore, e impotenza, anche, certo, con le zone colpite dal terremoto. Allora, mentre ancora poco, o nulla accade, e la terra ha tremato ancora, e proprio a Serravalle, mentre io percorrevo la Romagna, e mentre la notizia di oggi è che non ci sarà, nonostante tutto, alcuna proroga per le famigerate schede Aedes (ma come si fa? Informazioni dettagliate qui), ringrazio mille volte Lorenzo e suo padre Fabio, e a tutti e due, e a noi, e a tutti quelli che non dimenticano i borghi, dedico una frase di James Barrie, il creatore di Peter Pan, che ho citato proprio durante la cerimonia per lo Strega ragazze e ragazzi:
Dio ci ha dato la memoria perché avessimo le rose a dicembre
Ovvero, come ricorda la poesia di Geoffrey Studdert Kennedy, che Barrie citò nel 1922, perché siamo in grado di ricordare, anche nel freddo, le rose che fioriscono in giugno. Finché abbiamo memoria, i borghi resisteranno.

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