45. STORIE DAI BORGHI SOMMERSI DALLA NEVE, E DI RESISTENZE SOLITARIE

Mi mandano fotografie. Un metro di neve a Serravalle, e quasi non riconosco più le strade che potrei percorrere a occhi chiusi. Bianco e vento, vento e bianco. Ma Serravalle, nonostante i danni subiti, tiene ancora rispetto ai paesi sbriciolati del maceratese.
Mi mandano notizie. Emanuele, dell’Azienda Agricola Michele di Collina di Montemonaco, prova a raggiungere il suo casolare per fare il pane. Mi racconta Tullio che “dopo il terremoto parte ogni notte da Pedaso, sulla costa, per andare a impastare il pane e ora lui stesso si arrende alla neve, troppa, che incontra lungo la strada mentre lassù lo aspetta una pasta madre che vive lì da oramai una trentina di anni”.
L’Azienda Agricola Scolastici è a Casette di Macereto, Pieve Torina. Così scrive su Facebook: “L’altezza della neve è intorno a al metro e ottanta ma ci sono cumuli alti anche quattro metri. Siamo usciti a fatica da casa e non riusciamo a raggiungere le stalle neanche a piedi. Le strade provinciali sono interrotte da ieri sera e tutte le frazioni sono isolate. Stanotte sono crollate due stalle con mucche e pecore all’interno, una a Gualdo e una a Belforte. Non sappiamo in che condizioni siano i nostri animali e dalle sei di questa mattina stiamo contattando tutte le forze dell’ordine per richiedere un intervento.. sembra non ci siano abbastanza mezzi e comunque squadre mal equipaggiate. Speriamo che in giornata intervenga l’esercito perché gli animali sono senza cibo né acqua da ieri. Tra le varie telefonate la risposta del vicesindaco di Visso è stata di “non rompere troppo i coglioni”.”
Mi raccontano dell’allevatore di Sarnano che ieri, nonostante il metro di neve, nonostante la mancanza di stalle e di aiuto, andava dalle sue 34 mucche, per salvarle.
Da Terreinmoto scrivono: “La situazione nelle aree colpite dal sisma diventa sempre più drammatica, neve sopra il metro e mezzo e da ieri sera in molti paesi è saltata la corrente elettrica”.
Già, certo, è gennaio e a gennaio nevica. Ma qui non si tratta di lamentazioni da social, oddio che freddo oddio il nasino gelato. Qui si tratta di assistere, dal caldo del nostro scontento, alla desertificazione ulteriore di luoghi già abbandonati. Dove, sì, c’è gente che “rompe i coglioni”. Finché qualcuno non risponde.

6 pensieri su “45. STORIE DAI BORGHI SOMMERSI DALLA NEVE, E DI RESISTENZE SOLITARIE

  1. Mi vengono le lacrime: animali e pasta madre, vivi tutti e due, e persone che se ne occupano. Auguro alle mie figlie una vita così, che ti fa muovere anche se c’è più di un metro di neve. Sono più reali questi paesi d’Appennino delle grandi città.

  2. Che si riprenda la rispostaccia di una persona sfinita nell’ambito di una discussione di cui non sappiamo nulla, e la si rilanci come simbolo di istituzioni che non fanno, è indegno. Quella persona, come tutto il personale e i volontari attivi presso il comune di Visso e gli altri comuni della zona, sta lavorando da mesi ininterrottamente per contrastare la mancanza di uomini, mezzi e organizzazione da parte di regione, supercommissario e stato centrale. Il “caldo del vostro scontento” ha finalmente trovato il cattivo a cui attaccarsi, non potendo attaccarsi ai responsabili del disastro, che sono gli stessi che vi nutrono. Ma si sa: questi montanari, dai modi così sgarbati, non sanno proprio stare al mondo.

    1. Lei, Tramannoni, è intervenuto anche su Facebook con la solita solfa del “dalli al circoletto degli educati”. Non ha capito e non vuole capire. Qui non si mette sotto accusa un singolo, che sappiamo bene a quali pressioni sia sotto posto, ma un sistema che non lo mette in condizioni di lavorare. Quanto ai montanari, mi spiace, ma lo sono anche io. Quindi, se è in cerca di Kasta, la cerchi altrove. Se è in cerca di visibilità, la cerchi altrove. Se è in cerca di sfogo personale contro “quelli che sono nutriti dal Governo”, lo faccia altrove. Arrivederci.

  3. Lipperini, c’è poco da capire: sta amplificando un fatto marginale (la risposta maleducata del vicesindaco di Visso a delle persone che stanno passando l’inferno, e che sono chiaramente molto sensibili ad ogni attrito). Il vicesindaco di Visso, su cui si sta scatenando il branco, è un’altra vittima del terremoto e di quelle istituzioni che non mi sembra lei chiami in causa in maniera altrettanto circostanziata. Ecco, non siete casta, siete branco.

  4. Naturalmente lei però se la prende con “la giornalista” (casta, vergogna, castissima), ignorando i 44 post precedenti a questo. Bravo, complimenti, si sente meglio ora che ha conquistato i suoi cinque minuti di celebrità? Nessuno ha scatenato il branco: io ho riportato uno status, ma sono quattro mesi che parlo di Visso. Ah, già, ma sono una giornalista, ottimo modo per sfogare una frustrazione personale che col terremoto non c’entra niente. Complimenti, davvero.

  5. Signor Tramannoni, vorrei porle un paio di domande: chi deve difendere la comunità che gli è affidata? Chi deve, e sottolineo deve, tenerla unita, soprattutto nei momenti di crisi? Secondo me, chi amministra i Comuni ha il dovere di difendere e tenere unita la comunità di cui è a capo, con tutti i mezzi leciti. E, tra questi, c’è anche la protesta, c’è anche il rivelare che “il re è nudo”, se lo è. Sono passati 5 mesi da agosto e sicuramente i Comuni sono in emergenza perchè il sistema non li mette in condizioni di lavorare, ma, mi ricordo, il sindaco di Amatrice, Pirozzi, all’incontro con la Boldrini in Parlamento andò senza fascia per protesta e poi spiegò il perchè. E allora, da agosto, era passato del tempo. Quanti altri sindaci lo hanno fatto? Il sindaco di Camerino pochi giorni fa, ha protestato in un tg RAI. Quanti altri sindaci lo hanno fatto? Siamo anche un po’ stufi del “tutto va bene madama la marchesa” mai smentito da chi potrebbe farlo, lasciando che a svelare la verità sia chi da essa ha già subito e continua a subire danni e disagi.

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