61. STORIE DAI BORGHI. IL SALUTO ALLA SCUOLA DI CALDAROLA. E L'ANDIRIVIENI DEI TERREMOTATI

“Classe raccontami e dimmi, cosa è successo prima di me?
Guerre, scoperte, fortune e malanni.
Classe, raccontami il bello degli anni.
Gli anni lentissimi, gli anni fuggiaschi,
gli anni femmine e gli anni maschi.
Gli anni splendenti, gli anni cupi,
gli anni rondine e gli anni lupi.
Gli anni che ballano su questa giostra,
il ballo è loro e la classe è nostra.
Anni passati, volati lontani. Classe, rimani”.
Così una degli alunni della scuola elementare di Caldarola: un saluto alla scuola crollata, un piccolo addio. Oggi gli studenti dell’istituto comprensivo Simone De Magistris usufruiscono di scuole provvisorie ricevute in dono. E questo è bello.
Quel che non è bello, affatto, è che quei bambini e ragazzi, in gran parte, vivono sulla costa, e dalla costa macinano chilometri pur di tornare nella loro scuola. E le casette? In autunno, “speriamo”, dicono dalla Regione Marche. E gli albergatori della costa? Uhm. Magari spostiamo i terremotati nell’entroterra, dicono ancora. E la ricostruzione perfetta che rendeva necessaria la deportazione sul mare?
“Mia cara scuola, dopo il terremoto sei rimasta tutta sola.
Da te sono venuti tanti bambini, alcuni sono già nonni con i nipotini.
In tanti anni hai sentito tante spiegazioni e si a memoria tutte le lezioni.
Noi alunni con maestre, bidelli e direttori
ti porteremo sempre nei nostri cuori”.

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