66. STORIE DAI BORGHI. LA RESISTENZA DEL SIGNOR CAPPA

Riassunto delle puntate precedenti. Le casette di legno forse arrivano a fine anno, nel frattempo (come dice Cesare Spuri) gentilmente usate il contributo di autonoma sistemazione e cercatevi un appartamentino sulle coste. La Regione Marche ha affidato poche ore fa ai consorzi di bonifica i lavori per 360 piazzole destinate alle stalle d’emergenza, che in effetti sarebbero servite. A novembre 2016, però. E queste sono solo due fra decine di problematiche che riguardano appalti, gare, sopralluoghi.
Domani ci sarà un presidio davanti alla Regione Marche organizzato da Terre in moto, per chi volesse e fosse nei paraggi di Ancona.
Si fa quel che si può, certo, ma a meno di non essere compulsivi lettori di testate locali, gruppi Facebook e mail di residenti, di quel che avviene non si sa niente.
Così, per chi ignora, racconterò la storia del signor Cappa, grazie a un amico di social, così come me l’ha raccontata lui. La salumeria Cappa di Villa Sant’Antonio, Visso, è uno dei luoghi più noti e amati del maceratese, per inciso.
“Il signor Cappa ha la sua salumeria (che la famiglia Cappa gestisce da tre generazioni) lesionata, e vive con i figli e la moglie a Porto Recanati. Tutti i giorni si mette alla guida del suo furgoncino (ha già fatto più di dodicimila chilometri da novembre) e viene a vendere il suo famoso “villanello” a pochi metri dalla porta del suo negozio. Dice che dispera di riuscire a riportare i suoi figli qui a Sant’Antonio. Però lui non molla.
Nota: Il “villanello” è il nome che il signor Cappa si è inventato perché la modifica del disciplinare IGP del “ciauscolo” non gli permette più di chiamarlo in questo modo, a meno di snaturarne il processo produttivo, lui che fa questo salume unico da sempre come gli hanno insegnato suo nonno e suo padre”.
Conosco molte persone che da novembre fanno avanti e indietro, dalla costa alla terra. Sono quelle che dovrebbero mettersi l’anima in pace, secondo Spuri e gli altri, e abitare sulla costa, ma dal momento che sono testoni e montanari non sentono ragioni.
Conosco molte persone che non sanno nulla di quel che avviene nelle Marche. Sarebbe bello che andassero a vedere, a fare un giro, a godere la bellezza dei Sibillini, intatta. A parlare con i montanari testoni. E poi, allora sì, a buon diritto, potranno parlare dello scollamento fra politica e realtà.

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