99. STORIE DAI BORGHI. LA LETTERA DEI SINDACI, L'ADDIO DI LUCA AD ACQUAPAGANA

Ieri, a Fahrenheit, il sindaco di Gagliole Mauro Riccioni ha raccontato in dettaglio quanto anticipato qui nel post di ieri. I fondi raccolti non si possono toccare, le macerie sono ancora là, le casette di legno acquistate coi propri soldi non si possono posizionare sul proprio terreno. Potete riascoltare, e ascoltare anche i commenti di Paolo Rumiz e Mauro Barberis.
Nel frattempo, tredici sindaci del maceratese hanno scritto a Paolo Gentiloni. La ricostruzione non c’è, dicono. E, da queste parti, lo sapevamo bene.
Nel frattempo, su Facebook, Luca scrive un addio. Questo:
“Abbiamo una (ex) casa nella frazione di Acquapagana. Una seconda casa, che si erge fiera a guardia della fonte di Collorso.
Mostra ancora i segni della sua giovanile bellezza. Orgogliosamente resiste, nascondendo le profonde ferite del sisma del ’97 che la resero inagibile.
Resiste nascondendo con pudore i segni della violenza degli sciacalli che l’hanno profanata.
A nulla sono valsi gli sforzi profusi in questi 20 anni per trovare una soluzione diversa da una ristrutturazione completamente a nostro carico, con un impegno economico superiore al valore di ricostruzione a nuovo, e 10 volte superiore al valore commerciale di mercato.
Certo, è una seconda casa e non ha mai preteso di essere privilegiata rispetto alle sue vicine che ospitano i residenti. Le finestre della facciata che guarda la fonte disegnano però uno sguardo sbigottito: la casa è rimasta incredula e attonita di fronte alle ingiustizie della ricostruzione post sisma del ’97, ma spera che possa arrivare anche il suo momento.
Poi arrivano le forti scosse del 2016: la casa peggiora, ma non vuole cedere, resiste ancora.
Il 10 marzo un ulteriore sopralluogo, la conferma della inagibilità (ma dai!) e una scheda FAST che non arriva.
Oggi chiamo l’Ufficio Tecnico del Comune, e apprendo che ancora una volta siamo fuori da tutte le possibilità.
Amarezza, rabbia, consapevolezza che questo territorio proprio non ci vuole più.
Ne prendo atto, non ha davvero più senso insistere.
Manterrò nel cuore le persone a cui voglio bene, cancello tutto il resto. Non ci metterò più piede se non strettamente necessario.
Mi spiace casa, lasciati cadere e guadagna la tua pace.
Mi spiace papà, che l’hai tanto amata!
Ciao ciao”

Un pensiero su “99. STORIE DAI BORGHI. LA LETTERA DEI SINDACI, L'ADDIO DI LUCA AD ACQUAPAGANA

  1. Pochi, purtroppo troppi a sinistra, si rendono conto che il problema vero dei ritardi risiede nelle politiche di austerità imposteci dall’UE a causa delle quali alle zone terremotate il governo ha destinato in 3 anni solo il 12,5% dei fondi necessari alla ricostruzione (3 miliardi su 24). E allora che senso avrebbe correre per rimuovere le macerie, se poi tanto i soldi per fare altro non ci sono? E intanto la UE ci impone ulteriori tagli ai conti pubblici con la “manovrina” da 3,4 milardi.
    E allora: “adelante con juicio” e ancora: “Sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire”…storia vecchia.
    Qui sotto un lucidissimo Bagnai spiega la differenza fra Cielo e Terra, tra Nord e Sud d’Europa
    http://goofynomics.blogspot.it/2016/08/amatrice-dormitio-virginis.html

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