ASSESSORE ESPOSITO, LEGGA MARIA ZAMBRANO

“..la demagogia adula il popolo incoraggiando la sua forza elementare; la demagogia degrada il popolo a livello di massa. La massa è una materia grezza, uno “starsene lì” come materia: significa una degradazione perché allontana la realtà-popolo, che è una realtà umana, dall’aspetto in cui la realtà umana raggiunge il suo splendore, la possibilità di vivere come persona. Il che implica responsabilità e coscienza. […] Il demagogo, dunque, disprezza il popolo in maniera cosciente o meno, come ogni adulatore disprezza chi adula. E la sua finalità è solo quella di ridurre il popolo a massa, di degradarlo a livello di massa per poterlo dominare. Ed essere lui l’unico individuo [il grande dominatore] di fronte alla massa, al disopra della massa”.
La parola politica, invece, è quella che dovrebbe essere alla base di quel “convivere che vuol dire sentire e sapere che la nostra vita, seppure nella sua traiettoria personale, è aperta a quella degli altri, non importa che siano nostri vicini o meno”.
(Maria Zambrano, Persona e democrazia)
Torno ancora, mio malgrado, su Stefano Esposito, nominato con mossa a sorpresa assessore ai Trasporti del Comune di Roma. Ci sono molti motivi per essere sbigottiti da questa nomina, né rientra nelle mie competenze decifrare la scacchiera politica che l’ha voluta. Io mi occupo di parole. E il mio cruccio è nel modo spaventevole con cui l’assessore ha scelto le parole nella sua storia: non mi riferisco evidentemente all’apostrofo sbagliato nel suo tweet di ieri. Quella è robetta, e mi perdonino i grammar nazi. Mi riferisco ad anni e anni in cui sono stati usati i media (old e new, radio, televisione e social) per definire gli avversari o i contestatori.
sventolano le bandiere contro la Tav, Fiorella Mannoia, Caparezza. Non sanno di che parlano. Non sanno un cazzo, non sanno niente!
“Emiliano e Puppato? Sono dispiaciuto per loro che fanno gli anti-Tav perchè fanno fare una figura di merda al Pd”
“cialtroni patetici frustrati e braccia rubate all’agricoltura” (sui manifestanti no-Tav)
“Parassiti” (sulla sinistra Pd)
“Non ti permettere di dire cagate” (a Chiara Geloni)
“Parte da Pisa per andare a fare la guerra allo stato, prende, giustamente, qualche manganellata e si inventa di essere stata molestata” (su attivista no-Tav)
“godere per la sconfitta della juventus è come essere impotenti ed esultare se qualcuno fa godere la tua donna”.

Io non credo che la parola politica possa essere questa. Di più: credo che nessuna azione politica positiva possa essere slegata dalla responsabilità nell’uso della parola pubblica. Non ci sono fatti che prescindono dalle parole, perché chi usa un linguaggio violento e gradasso, evidentemente teso a costruire un personaggio che faccia presa sulla massa di cui parla Zambrano, non potrà che far seguire fatti demagogici e contrari agli interessi comuni. Dunque, impolitici.
Le parole ci definiscono. Le parole ci tengono insieme. Le parole costruiscono una comunità.  Premiare chi fa uso di parole tossiche significa non avere fiducia alcuna nella comunità che si dice di avere a cuore. Tutto qui.

13 pensieri su “ASSESSORE ESPOSITO, LEGGA MARIA ZAMBRANO

  1. Consiglio vivissimo, urgente, quasi disperato di lettura: “Parole tossiche” di Graziella Priulla, SetteNove editrice.

  2. > Di più: credo che nessuna azione politica positiva possa essere slegata dalla responsabilità nell’uso della parola pubblica. Non ci sono fatti che prescindono dalle parole, perché chi usa un linguaggio violento e gradasso, evidentemente teso a costruire un personaggio che faccia presa sulla massa
    Analisi errata. Il personaggio in questione si è creato e ha guadagnato credibilità nonostante le parole sopra le righe, non grazie a tali parole. Il personaggio in questione ha fatto e sta facendo politica, nel migliore senso che si possa attribuire alla parola politica, e spesso i suoi risultati sono stati sviliti e sminuiti dalle sue esternazioni sopra le righe.

  3. Interessante il tuo punto di vista, picobeta: vorresti dire che le esternazioni “sopra le righe” sono fatte a insaputa di chi le ha pronunciate (e dunque il personaggio in questione sarebbe un ottimo politico ma con “innocue cadute di stile”) o che tali azioni non potrebbero essere da lui condotte se non accompagnate dall'”hate-pop”!?
    Se è vera la prima ipotesi, sussisterebbe una specie di “immunità linguistica” nei personaggi pubblici ai quali, in buona sostanza, andrebbe tutto perdonato purché “facciano”; nella seconda si confermerebbe quanto sostenuto da Loredana, e cioè che è solo l’odio il possibile “collante pseudo-popolare” all’azione politica… Francamente faccio fatica a capire cosa sia peggio, mi limito a citare un Tizio cui fecero fare una bruttissima fine 2000 anni fa circa: “Ne uccide più la lingua della spada”. Vorrà ancora dire qualcosa quella frase?

  4. @Luca Perilli
    Non sono stato chiaro. Esposito quando parla sopra le righe è cosciente di quello fa, ma, a differenza di quanto afferma Loredana, non sono queste esternazioni la causa del suo attuale successo politico. Infatti negli ultimi due anni gli sono stati affidati alcuni dossier di un certo rilievo e piuttosto delicati, dalla gestione di una fase problematica della vicenda TAV, alla stesura del nuovo codice degli appalti, al commissariamento del PD a Ostia, dove il partito era pesantemente inquinato. Esposito in tutti questi casi ha operato in modo egregio e ottenendo i risultati sperati, così come era spesso successo prima a Torino e in Piemonte in vicende di interesse locale che non avevano avuto echi a livello nazionale. Quindi non è stato il linguaggio di Esposito a determinarne il successo, ma la sua capacità politica, purtroppo in molti casi messa in secondo piano e svilita dalle sue inopportune esternazioni.
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    Invocare la categoria dell’odio è del tutto fuori luogo. Esposito non odia Mannoia o Caparezza, ritiene semplicemente ridicolo che degli ottimi musicisti esprimano granitiche certezze su argomenti sui quali sono del tutto incompetenti e sui quali hanno ricevuto informazioni sommarie e di parte. Loredana spesso si esprime a favore della fatica necessaria per comprendere la complessità, fatica che Mannoia e Caparezza (come molti altri) hanno del tutto evitato per affrontare il problema TAV, limitandosi a slogan consolanti e categorici e ben guardandosi di leggersi anche solo un bigino di geologia delle Alpi Occidentali prima di mettersi a pontificare di uranio e amianto.
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    Comunque gà che parla di odio, Esposito si è ritrovato sul pianerottolo di casa prima delle frattaglie di pollo (evidente la simbologia, vero?) e poi delle bottiglie molotov, gradevoli attenzioni a lui riservate da alcune frange del movimento NO TAV, secondo la logica peggiore della intimidazione mafiosa, quella che vi vuole rendere vulnerabile anche a casa tua e anche rispetto alla tua famiglia. E mi stupisco che i molti difensori della parola contraria di De Luca, messa sotto accusa in un processo pubblico con tutte le garanzie del sistema giudiziario di un paese democratico, non avvertano la necessità di sprecare almeno un beh a favore della libertà di parola di un parlamentare oggetto di simili avvertimenti nello stile più mafioso e vigliacco.
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    Poi lei opportunamente ricorda che “Ne uccide più la parola che la spada”, invitandomi così a pesare le colorite espressioni di Esposito contro i NO TAV rispetto all’invito e all’elogio del sabotaggio fatto dal famoso scrittore in un contesto in cui volano razzi, vari artifici pirotecnici, molotov sulla testa degli operai di un cantiere colpevoli di fare un lavoro che molti non condividono. Dovendo cercare una parola che maggiormente rischia di uccidere, allora quella di De Luca è senz’altro una canditata più credibile a causare tali conseguenze.
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    @lipperini
    Loredana, non perdono a Esposito il suo discutibile linguaggio, mi limito a osservare che esso non esaurisce il personaggio e che non è quello a determinarne il successo politico. Considerando poi che una certa lontananza indubbiamente esiste tra lei e Esposito, allora richiamo i suoi numerosi appelli se non alla accettazione perlomeno a un tentativo di confronto anche con chi è radicalmente diverso. Visto che la percezione della diversità è elemento del tutto culturale e soggettivo, allora mi tornano utili i suoi appelli per invitarla a valutare le capacità politiche di quel personaggio da lei così altro come Esposito anche aldilà dell’urticante barriera costituita dal suo discutibile e non scusabile linguaggio, linguaggio ripeto non scusabile anche se di un tizio favorevole alla TAV.

  5. @lipperini
    La reazione di Esposito alle molotov sul pianerottolo è riassunta qui http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/01/14/news/esposito_pepino_e_la_mannoia_mandati_morali_delle_molotov-75924442/
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    Reazione ancora sopra le righe, d’accordo, ma spiegabile come reazione di uno che trova tre molotov appena aldilà della porta dell’appartamento dove vivono la moglie e tre figli e che si scopre seguito e pedinato da mesi.
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    Le chiedo poi cosa intenda quando scrive:”Quanto al suo valore politico, credo occorra discutere di riconoscenza politica, semmai”. Riconoscenza di chi e per cosa?

  6. @Picobeta:
    Non so se essere proTAV sia un merito politico in sé e essere contro un parallelo demerito (o viceversa), di certo le provocazioni di questo signore hanno causato reazioni altrettanto violente e censurabili: del resto, “Chi semina vento…”.
    Quanto a Erri De Luca, il suo caso è stato ampiamente discusso in questo blog: direi che Starnone (se non ricordo male) a suo tempo espresse perfettamente l’assurdità di quella vicenda alla quale il detto evangelico che ho citato proprio non si può formalmente applicare.

  7. @luca perilli
    non so a quali reazioni violente e censurabili lei si riferisca. Mannoia e Caparezza hanno continuato a cantare e a professarsi NO TAV, Emiliano e Puppato sono due anni che non parlano di TAV anche perché è difficile accusare la TAV in Val Susa di ogni nefandezza e poi difendere le TAV di casa propria (Napoli-Bari e TAV del Brennero), le accuse della militante di Pisa di sono rivelate infondate, Chiara Geloni continua a fare politica, i NO TAV, spesso pensionati, continuano a opporsi alla TAV, la sinistra PD fa la sua guerriglia parlamentare. Non mi risultano proprio violenze originate dalle esternazioni di Esposito.
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    Così come non ci sono state reazioni di Ugo Mattei, Livio Pepino, Marco Revelli, Luca Mercalli, Dario Fo, Ascanio Celestini, Gad Lerner, Tomaso Montanari, Caparezza, Gino Strada, Erri de Luca, Fiorella Mannoia, leader NO TAV di vario livello e di varia inclinazione più altri che ingiustamente dimentico alle frattaglie di pollo (traduzione: sei un pollo e le prossime interiora al vento saranno le tue) e alle molotov (traduzione: possiamo dare fuoco a casa tua con dentro tua moglie e i tuoi figli quando vogliamo) lasciate sul pianerottolo di casa Esposito, per me indizio che pigramente sono più o meno tutti adagiati sul criterio di noi tutti e in toto buoni e degli altri tutti e in toto cattivi e se agli altri gli fanno intimidazioni di quel tipo la cosa non ci tocca e forse un po’ se lo vanno a cercare.
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    A questo punto che senso ha per le persone sopra elencate parlare dell’azione politica di Esposito? La catalogazione è già stata fatta, ulteriore fatica di comprensione non va spesa, costoro possono giustamente andare a rampognare quelli che non si sforzano di comprendere l’altro, il diverso, ma quello che per loro costituisce culturalmente l’altro, l’anomalia, l’urtante eccezione come il buon Esposito è già incasellato e non merita che un respingimento.

  8. Mi riferivo a ciò che ha subìto Esposito: la (censurabilissima) tempesta raccolta da chi è abituato a seminar vento senza alcun senso di responsabilità.
    Per il resto, tranquillo Picobeta: tutt* in questo blog abbiamo capito che il tuo equilibrio psicofisico e fors’anche la tua stessa sopravvivenza dipendono strettamente dalla costruzione e messa in funzione della TAV, nessuno si assumerà la responsabilità di toglierti il giocattolino sentendosi in colpa per le dure conseguenze che te ne deriverebbero. Tranquillo davvero. 😉

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