CHIEDIMI COS’ERANO I BLOG

Chiedo mille volte scusa al commentarium, ma in questi giorni, e almeno fino a metà dicembre, la Vostra è sempre in giro, soprattutto per le lezioni presso la Scuola Holden, ma anche, la prossima settimana, per la diretta di Fahrenheit da Più Libri Più Liberi.
Sono accadute parecchie cose, peraltro, di cui ho dato conto soprattutto sui social: la vicenda più grave, su cui però tornerò qui quando si riuscirà a capirne la responsabilità, riguarda la falsa lettera alla Scuola Holden riassunta qui da Guia Soncini. Ho molto da dire sul tema, ma, appunto, preferisco farlo con dati aggiornati.
In realtà questo breve post è per dirvi che ho dimenticato un compleanno che cadeva a fine novembre: quello di questo blog, che esiste da ben 19 anni. Fa piuttosto impressione, in effetti, e fa ancor più impressione il fatto che ricordi molto bene la sensazione iniziale di smarrimento (un diario quotidiano? articoli? Cosa?) e quella di assoluta passione dei giorni successivi.

Chiedimi cos’erano i blog. Uno straordinario esercizio di scrittura collettiva, da cui sono emerse discussioni importanti sulla letteratura (e non solo), testimonianze, attivismi. So che oggi sono dinosauri, so che vengono considerati inutili  in tempi di social, dove è molto più veloce comunicare, certo, e dove si raggiungono più persone. Però rimango affezionata alla vecchia formula: non foss’altro perché permette di continuare a scrivere quel che si desidera senza limiti di spazio e senza essere costretti a un tono diverso. Mantenendo, insomma, il proprio.
Un piccolo ricordo. La prima foto apparsa su Lipperatura (nome che mi è stato regalato da Giuseppe Genna) è  stata scattata nel 1997, a Pieve di Soligo. Quello che stringo fra le dita è un cinorrodo, e non a caso. Pensavo ad Andrea Zanzotto, che avevo intervistato da poco per Lampi, e in quell’intervista mi aveva detto di sentirsi un vegetale. Così, la foto è una dedica per lui.
Dove mai si pote’ vedere
un getto di feroce rossezza
su un arbusto di spine
rose canine rose canine.
A presto, amato commentarium

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