CONSOLAZIONI

Uno. Il picco di Vieni via con me durante il monologo di Saviano sulla criminalità organizzata: 10 milioni 430mila spettatori, il 31.63% della platea. Niente predominio del comico, dunque: come la mettiamo?
Due. Poter chiedere a Michel Houellebecq di confermare quello che ha scritto tempo fa, ovvero che, del Novecento letterario, si salveranno solo Lovecraft e Tolkien.

34 pensieri su “CONSOLAZIONI

  1. ormai a droit scrivono a vanvera e tengono il pigiama sotto abiti pronti a essere strappati ,predisponendosi mentalmente a dichiarare che in questo scorcio di secolo non c’erano e se c’erano dormivano,come quando quelli del processo calcistico chiamati a rispondere su certe dichiarazioni ingiuriose si diffesero dicendo che in fondo loro erano solo una simpatica banda di cazzari.Ve lo diamo noi il bagaglino
    http://www.paprikaradio.ro/dalok/The%20Gossip%20-%20Heavy%20Cross.mp3

  2. La mettiamo bene. Possiamo interpretare il dato auditel come una rivincita dello spettatore contemporaneo, che non vuole sempre e solo divertirsi, ma essere informato, approfondire certi temi, conoscere aspetti nascosti. Forse (speriamo!) siamo al tramonto della tv sciocca e forse pure al tramonto della sciocca politica

  3. Già, proprio vero, come la mettiamo. Si può provare a fare un tentativo.
    C’è una domanda, confusa, disorientata, ma forte. Forse si può riassumere in un generale, e generico, “Che succede?”. Che ci succede? L’interrogativo dilaga, ormai, ancor prima negli sguardi che nelle parole.
    L’investimento addirittura messianico su Roberto rivela uno smarrimento che deborda da ogni parte. Da un lato trovo molto positivo che la domanda trovi almeno una minima forma di coagulo, dall’altro mi preoccupa assai.
    Prima di tutto perchè questo giovane uomo, di cui sono amico, non può reggere un simile peso. Davvero troppo, per fortuna ci sono solo altre due puntate. Poi, e questo riguarda noi, perchè il meccanismo della delega in bianco, in buona o cattiva fede non conta, ci ha talmente invaso che non si sa quanto ci metteremo a liberarcene.
    La cosa più importante, oltre gli ascolti mostruosi, della puntata ultima, è senz’altro le reazione scomposta di Maroni.
    Il nervo è scoperto, scopertissimo. L’impresa, tutta-piccola media grande-, del Nord non può rinunciare a quel fiume di liquidità. Non potrebbe, e non vuole, comunque, ma più che mai ora.
    E’ questo che sta accadendo, l’operazione di ripulitura semi-totale dei capitali criminali dentro l’imprenditoria boccheggiante in ogni centimetro del Paese.
    Sopra c’è il fumo degli arresti, sotto viaggiano enormi flussi finanziari. Valgono oltre il 25% del PIL italiano. E’ grazie a questi soldi che che non siamo già in default, che ci piaccia o meno.
    Il solito Aldo Grasso, secondo schema ben collaudato, ieri ha scritto che Iacona aveva fatto già parlato di quel tema, e lo aveva fatto anche meglio. Niente di nuovo, of course.
    E te credo, erano due ore di inchiesta sui luoghi, con facce interviste documenti, illustrazione dei legami da un capo all’altro della penisola. Quella rurale, ancestrale, medievale, connessa a quella del ‘fare’ del ‘lavorare’ del ‘produrre e fatturare’. Byte e Kalashnikov, estero su estero e quartiere su quartiere, Platì e Paderno Mugnano, il porto di Gioia Tauro e la Pedemontana. E’ vero, grande inchiesta quella di Iacona.
    Ma se queste cose cominci a raccontarle a dieci milioni di persone alla volta, bè allora c’è il rischio che il problema diventi serio.
    Un grosso, grosso problema.
    L.

  4. La mettiamo che la comunicazione di Saviano era forte, chiara, documentata e senza sconti, come ci si poteva aspettare.
    Ma è il contesto che azzera tutto: Fini e Bersani (due leader che fuori dalla televisione nessuno prende sul serio) che leggono dichiarazioni di bontà e Albanese che recita un Berlusconi troppo caricatura per far male, il tutto condito dal conduttore più servizievole dell’universo.
    Prove tecniche di regime uroboricamente televisivo, che vende la pelle dell’orso prima di avergli sparato.
    Se queste sono le prove, l’orso può stare tranquillo.

  5. E’ vero, Luca, c’è l’effetto delega, devastante (Saviano salvaci tu), ma c’è pure l’effetto informazione: in un Paese semiaddormentato da una informazione in buona parte embedded, lunedì sera una fetta ampia di popolazione, quasi dieci milioni di italiani, ha saputo che al nord c’è la ‘ndrangheta e la criminalità, e che tra criminali e politici ci sono dei legami.
    Non è una novità!
    E ci risiamo di nuovo con la novità, è una vera fissazione: “Eh, cavoli, ma lo sappiamo, non siamo mica nati ieri, Ce lo ha detto pure Jacona qualche mese fa, l’ha scritto pure quell’altro, l’altro là, come si chiama, su quel libro, ora non mi viene in mente… ma si sa, si sa, certo che si sa”.
    Per piacere stupiteli, meravigliateli, date loro una scossa a questi signori e signore annoiati dall’ovvio, ai quali vivere in un Paese dove la contiguità strutturale tra politica e criminalità organizzata non dà più nessuna emozione, né estetica né etica né civile.
    Si saaaaaa (sbadiglio).
    Forse, se invece di ispirarsi alla poetica di Ken Saro-Wiva, Saviano si fosse ispirato a quella del pirotecnico cavalier Giambattista Marino non sarebbe stato mandato alla striglia dall’autorevolissimo critico televisivo del Corriere della sera.
    .
    Qualche mese fa a ‘Prima pagina’ il conduttore, di cui mi sfuggirà per sempre il nome, agli ascoltatori che gli chiedevano conto del perché i giornali dessero poco spazio al ritrovamento di un bazooka sulla strada che il procuratore Pignatone percorre abitualmente da casa al suo ufficio, ha risposto che (quasi testuale): “in Calabria queste cose accadono ogni giorno, è normale, è fatto di tutti giorni. Un ritrovamento del genere non è notizia bile”.
    .
    (bip bip bip) ma come non è notizia bile?!!! E allora, però, diventa notiziabilissima la disgraziata circostanza di vivere in un Paese in cui il fatto che un bazooka venga messo come ammonimento di morte sulla strada di un procuratore della Repubblica non è più notiziabile.
    Non è notizia bile o non è opportuno insistere su certe notizie? Perché i giovani giornalisti che ne scrivono sul territorio ci passano seri guai a occuparsene.
    Sapete pure questo? Perché se non lo sapete, andatevi a leggere libri come ‘Taci infame’, ‘Le male vite’, ‘Avamposto’, per dire quelli che mi vengono in mente di primo acchitto. Magari qualche brivido potrebbe ancora correre sulle vostre navigatissime schiene.
    Oppure, invece di esprimere in continuazione (questo invece non vi annoia mai) lo schifo che provate per quella ‘marchetta’ di Saviano potreste sostenere questi giovani giornalisti precari, affiancarli nelle loro indagini, dargli spazio nei vostri giornali, parlare, prima che vengano uccise, delle lotte di persone come Angelo Vassallo, Lea Garofalo, Teresa Buonocore e tantissimi altri, dare risonanza a manifestazione come la ‘maratona per la legalità in ricordo di Angelo Vassallo’, tallonare i politici con domande come: “Scusi signor ministro come si conciliano gli arresti dei capi della parte militarizzata delle mafie con le leggi votate da questo governo che favoriscono la cosiddetta criminalità dei colletti bianchi e il dilagare e l’infiltrarsi della criminalità in tutto il territorio dello Stato, soprattutto nelle zone più ricche?’”
    Questa domanda l’ha fatta ieri Saviano, voi non la fate. E l’ha fatta in televisione davanti a circa dieci milioni di persone. E questo è un fatto notizia bile.
    .
    @Valter Binaghi. Non condivido nemmeno una parola di quelle che hai detto.

  6. Se cominciamo a dire che i numeri hanno ragione si può andare tutti a casa. Dal 1994 a oggi, il centrodestra ha sempre battuto numericamente il centrosinistra, però, a conferma che i numeri hanno torto, le due coalizioni hanno governato metà e metà. Ora si prospetta un compromesso storico 2 la vendetta con un governo di centrosinistra-centrodestra, compromesso che farà danni enormi soprattutto in termini di libertà individuali, perché radicalizzandosi lo scontro politico sarà sempre di più vietato dissentire e agire secondo i principi di un pensiero critico. Come la mettiamo?
    PS: nel 2001 Adriano Celentano, proprio durante la campagna elettorale, fece fini a 13 milioni di spettatori con un programma che fu considerato sbilanciato politicamente come quello dei ” nostri eroi “. Eppure le elezioni le stravinse il centrodestra. Come la mettiamo?

  7. Quoto Luca (se ho letto bene il nome). Sono contenta che il programma sia andato bene. Personalmente non l’ho visto. Ma sono anche spaventata per questa mostruosa delega a Saviano (non sto dicendo che lui la voglia) che temo ci lasci solo dormire più tranquilli. Per quanto riguarda il “già detto” credo che certe notizie sia bene diffonderle più che si può. Se ne parlano Saviano, Jacona, Gabbanelli e altri 50 giornalisti significa anche raggiungere pubblici diversi.

  8. Il pubblico di RAI3 sicuramente è (stato) ben informato su certi fatti. Ovviamente quei numeri dimostrano che anche un’altra fetta di pubblico si è sintonizzata sul 3 per guardare Saviano – non so da quale altro canale però. Penso sia perché Saviano sa raccontare molto bene. E’ un grande narratore, epico direi. E se la cava, anche se la Tv, a sentire Grasso, non è il suo medium d’eccellenza e non ne conosce gli ingranaggi (Grasso, ci vogliamo mettere Baudo a raccontare certi fatti? non so, dimando).
    Il pubblico italiano accorre “in massa” davanti ai grandi affabulatori (come Fiorello) e i grandi narratori. Non so quanto sia merito del “contenuto” del discorso di Saviano che – presumo – fosse una sorpresa per tutti. Quindi oggi in Italia c’è l’evento “guardiamo Saviano” (come c’è l’evento “guardiamo Benigni”).
    E’ comunque, come diceva la Lippa, una consolazione. Ad avercene di eventi così.
    *
    Sulle parole dell’esimio francese, mi paiono un po’ una boutade. Già Lovercraft mi pare un autore parecchio di nicchia. Comunque, se lo dice Uellebec…

  9. Io non credo che si possa e si debba sconfiggere politicamente Berlusconi con Saviano, non mi interessa affatto questo aspetto della questione.
    Stavo parlando di come si fa informazione in questo Paese, dove dare delle notizie diventa un fatto clamoroso.
    Poi di quello che facciamo con quel che sappiamo è un fatto che non riguarda più Saviano. Perché accollargli pure questo compito sarebbe dargli la famosa delega di cui parlava Luca.
    Le responsabilità politiche sono tutte nostre.

  10. comunque,a onor del vero,molte delle argomentazioni di Roberto erano già state approfondite da Carlo Lucarelli in un programma altrettanto vasto un paio di anni fa di fronte a un pubblico meno numeroso.A livello pratico la verità evidentemente non fa breccia nel cuore di una classe politica davvero troppo impegnata a mantenere le posizioni.Le forze di sicurezza fanno quello che possono essendo sempre in bilico tra le incompetenze non sempre in buona fede di chi dirige loro,la scarsità delle risorse,e regole di ingaggio che non rispettano criteri di reciprocità.is it only rock and roll?(di certo di questa centuria resterà un libro che a dispetto del teorico poco interesse del grande pubblico sulla questione e sulla difficoltà nel raccontarla senza annoiare,è riuscito a dar fuoco alle polveri,gomorra,forse proprio grazie all’assenza di “mestiere” dell’autore)

  11. 1- trasmissioni seguite come Vieni via con me sono segno che molti si stanno stancando del sistema e si sta cominciando a ribellarsi a esso
    2- Tolkien e Lovecreaft? Bene, ma fortunatamente c’è qualcosa di più 😉

  12. @Binaghi: sempre quella ventata di ottimismo, eh? Certo Bersani chi lo prende sul serio? Il contesto azzera tutto. In che senso? Se invece dell’Evento fosse televisione possibile, pubblica, senza dover drammatizzare ogni volta sul suo plateale successo? O cosa? Saluti.

  13. Ametto di non aver visto le puntate.
    Saviano ha un grande merito. E’ riuscito a far riflettere, a farsi ascoltare. Moltri altri hanno fallito o sono rimasti nelle loro belle torri.
    Basta farsi un giro nelle librerie, tanti saggi, romanzi sulla ‘ndrangheta, nessuno o quasi ha pugnalato, è il caso di dirlo, l’immaginario della gente comune. Gomorra ha dato una scossa, invidie a parte.
    Tocca ad altri raccoglierne il testimone.

  14. Da che mondo è mondo, la televisione serve a rinsaldare carnalmente legami tra un’opinione e chi la sostiene, non a far cambiare opinione, perchè non trasmette argomenti ma carezze (medium is message).
    Da ieri, infatti, i buoni sono ancora più convinti di essere Buoni.

  15. Hai ragione Valter, la televisione, qualsiasi cosa trasmetta, non serve a far cambiare opinione. Soprattutto l’opinione che la televisione qualsiasi cosa trametta non serve a far cambiare opinione.
    Serve, semmai, a far sentire gli intelligenti sempre più Intelligenti. Di fronte a un programma di Saviano, poi, dei veri geni.
    E’ una carezza pure questa.

  16. Valeria, io abito vicino a Rho, la cittadina che Saviano ieri sera ha nominato come uno dei centri dell’hinterland milanese infiltrati dalla ‘ndrangheta. Qui da noi è dalla fine degli anni Ottanta che si sa che a Rho ci sono commercianti che pagano il pizzo, e forse anche altrove, sull’asse del Sempione. I trecento arresti di ‘ndrangheta in Lomabardia sono di pubblico dominio da un paio di mesi, così come l’assessore (o consigliere non ricordo) leghista colluso.
    Forse nemmeno serve intelligenza, basta la memoria per non cadere ogni volta dal pero. Certo, “Vieni via con me” non pretende di fare scoop, ma spettacolo intelligente. Allora serve intelligenza del mezzo oltre che del contenuto per chiedersi cosa comunica e cosa sposta.
    Poi se quel che si vuole è soprattutto sentirsi buoni (e collusi con la camorra tutti quelli che non guardano Rai£) e i dubbi risultano fastidiosi, mi ritiro volentieri. Ognuno ha diritto alle sue certezze.

  17. Valter io sono stata la prima a dire che Saviano ha detto cose in parte già note ma il fatto che siano note non toglie nulla al valore della sua denuncia.
    La narrazione di Saviano arriva lì dove altri non arrivano, d’altra parte – ripeto – se non vogliamo parlare di Saviano, parliamo di quelli che stanno combattendo le sue stesse battaglie e dei quali i media si disinteressano completamente.
    Saviano è come l’occhio di bue che punta un fascio di luce su un fenomeno, che trae la sua forza dall’essere invisibile.
    Da qui la pena di morte sanzionata dalla camorra.
    Tutti stanno parlando e straparlando della sua denuncia delle mafie al nord, ma è passato sotto silenzio la descrizione puntuale che Saviano ha fatto dei rituali segreti di affiliazione, rivelando ciò che per definizone deve restare segreto.
    Per il codice mafioso questo è una vera e propria profanazione, e ‘profanare’ significa’ ‘restituire all’uso comune ciò che è stato separato nella sfera del sacro’ come dice Agamben, significa andare al cuore simbolico del potere mafioso e metterlo a nudo davanti a milioni di persone.
    Secondo me, non è poco e credo non sia poco nemmeno per le mafie.
    .
    Il resto è a carico nostro, pure il diritto di criticare Saviano, se lo riteniamo opportuno ma, possibilmente, senza farci sedurre dalle interpretazioni teoriche già date, dai pregiudizi, dall’idea che le chi vede la televisione sia un imbecille o un candidato all’imbecillità o, addirittura, alla cecità (‘Chi vede la tv diventa cieco’ mi ricorda tanto qualcosa).
    .
    Intanto domani ‘Il giornale’ aprirà la prima pagina con il lancio della campagna ‘raccogliamo firme contro Saviano’.
    E’ la stampa, bellezza! Solo che invece del rumore delle rotatitve si sente uno strano splash splash splash.
    .
    p.s. ah, a volermi sentire buona non ci penso per niente.

  18. Per Valeria.
    Non per piaggeria, ma hai espresso, sempre ottimamente, un pensiero lucido e ben argomentato. Averne.
    Per Valter.
    Per alcuni anni ho frequentato Trezzano Sul Naviglio. Certo si sentiva, si respirava il puzzo di mafia. Negozi incendiati per dirne una. Nessuno però lo urlava a pieni polmoni come il programma di Fazio sta facendo ora. L’attenzione, la creazione della memoria (supportata da dati veri) sono fondamentali per un paese abituato a ricordare con dovizia di particolari le vicende dei nani e delle ballerine.
    Ieri sera mi sono vista due monologhi. Splendido il ricordo delle diffamazioni subite da Falcone. Quante se le ricordavano? Quanti sapevano che per combattere la mafia erano rimasti alle procure locali, prima del suo arrivo? Il mezzo o il medium come dici tu deve necassariamente raggiungere un numero elevato di persono scontentano forse quelle più schizzinose e abituate a voli alti.

  19. forse quello ceh dice valeria può essere coniugato con quello che dice valter, che almeno a me sembra meno pessimista di come è stato registrato. Tutti ci rallegriamo del successo della trasmissione in cui appare Saviano, tutti siamo convinti che il suo (di Saviano) sia un lavoro meritorio (al di là dell’ammirazione che non si può non provare per qualcuno che si espone personalmente e si impegna in qualcosa di importante). Solo, il mezzo televisivo ha i suoi limiti. (Per non parlare di quelli di Fazio, della parata dei politici, degli applausi e degli stacchetti musicali da varietà, eccetera). Meglio prenderne atto.

  20. La frase “Da che mondo è mondo, la televisione serve a [ecc.]” mi fa pensare a una famiglia neandertaliano riunita seralmente innanzi a un televisore sony in selce, la cui ricezione è disturbata al passaggio di un tyrannosaurus rex osborn.

  21. @Mary. Grazie.
    @diana. Condivido il tuo punto di vista, questo non è un derby, ovvio.
    Il diritto di critica per me è sacrosanto, nei confronti di tutto e di tutti, solo che, per come la penso io, dovrebbe essere sempre puntuale e riferito a quello che accade. La critica preventiva non mi ha mai convinto, ovvero prendere la realtà con le molle di teorie, pregiudizi, ideologie: stiamo, per quello che ci è possibile, ai fatti.
    Oltretutto questo polverone che si alza ogni volta intorno a Saviano, fa perdere di vista quello che per me è il suo obiettivo principale: denunciare la mafia, renderla riconoscibile, vulnerabile.
    E’ un obiettivo culturale, prima che giudiziario.
    Alcuni o molti dicono che non è il suo obiettivo principale? Si accomodino pure a pensarlo e a dirlo, ma dicano pure se quell’obiettivo dichiarato vale la pena di essere perseguito e se il lavoro di Saviano è andato, almeno per un millesimo, in quella direzione.
    Se pensano che vale la pena di perseguire quell’biettivo ma che Saviano non ha contribuito di un’enticchia ad avvicinarcisi, facciano loro qualcosa, prego, o stiano zitti.

  22. E così, per aver apprezzato la letteratura di ‘genere’ e esaltato Lovecraft e Tolkien anche Houellebecq passa fra i ‘buoni’ malgrado alcune sue criticate opinioni su donne, Islam, e Sessantotto…
    Non posso fare a meno di notare però che, pur avendo scritto fantascienza, Houellebecq si guarda bene dallo scrivere come i due autori citati ma scrive come vuole lui…

  23. Mi sono piaciuti gli interventi di valeria, mi ci ritrovo. E mi piace molto la sua capacità di riconoscere i punti di incontro col pensiero di altri. Aggiungo solo il pensiero che ho avuto alla notizia dell’arresto di Iovine, e cioè che Saviano possa aver fatto scoprire le carte, perché sarà un pensiero banale, cinico, stupido, ma io quell’arresto l’ho letto immediatamente così. Sì, raccolgono firme, lo attaccano, ma lo blandiscono anche (lottiamo insieme), segno che da qualche parte ha colpito. Ho in mente un articolo recente di Claudio Fava sull’Unità che riportava proprio alla favola di una separazione dei buoni dai cattivi, tutta da riscrivere. Nessuna delega, d’accordo con valeria e con altri/e, ma almeno riconoscere il lavoro fatto, anche di smascheramento.

  24. “Uno. Il picco di Vieni via con me durante il monologo di Saviano sulla criminalità organizzata: 10 milioni 430mila spettatori, il 31.63% della platea. Niente predominio del comico, dunque: come la mettiamo?”
    Come la mettiamo? Vediamo, lei mi fa riflettere. Se fossi un ingenuo progressista direi bene ma non sono così fortunato da meritare l’aggettivo.
    Si potrebbe replicare che la cacca è buona perché miliardi di mosche non possono sbagliarsi, perciò chiamare in causa il numero non è mai indice di qualità. Si potrebbe obiettare che domani lo stesso numero verrà realizzato dal Don Matteo 26 o da chi ha costruito a tavolino la sua bagarre polemica, oggi vero trailer efficace per ogni buon lancio pubblicitario. O perfino dall’ultima scosciata che cede qualche centimetro di derma. Come valuteremmo allora quel dato? Si dirà: non era il pubblico di 2Vieni via con me”, quello è andato o è rimasto. Questo non c’è mai stato.
    Ma sarebbero tutte argomentazioni spuntate, liquidabili con un’alzata di spalle.
    Dunque, come la mettiamo? La mettiamo che ce le cantiamo e ce le suoniamo, che quel pubblico era già alfabetizzato e ciò che dice Saviano lo conosce già in gran parte, è il pubblico che leggeva prima e leggerà anche dopo. La mettiamo che, solo per giocare in casa, il Pd aveva il 33% di Share alle ultime elezioni, 12 milioni di (e)lettori. Vi si aggiungano lettori affini per consumo informativo, dall’Italia dei Valori a tutta la Sinistra vendoliana e a qualche cattolico moderato non solo nel senso di Casini, si spruzzi dall’alto una coriandolata di indeterminati e casuali, si sottragga chi non guarda la tv o aveva meglio da fare.
    Un successo, certo, ne sono contento. Un successo allo specchio. Però Repubblica vede la presa della Bastille quando siamo alla Waterloo di Napoleone, contabilizza il suffragio universale alle porte del Congresso di Vienna.

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