COSE DI CUI NON SI PARLA

Mantengo la promessa di Natale vivamente richiesta da Andrea. Cose di cui non si parla, libri di cui non si trova traccia: alcuni sono impilati sul tavolo, alla mia sinistra. Attenzione, l’elenco non è breve.

Una raccolta di racconti, feroce, di Maurizio Torchio, sociologo, direttore dell’Archivio Storico Fiat. Si chiama Tecnologie affettive, è uscita per Sironi. Storie di uomini e donne “che hanno nostalgia dell’industria come qualcosa di solido, monotono e abbondante”. Storie, anche, tremende, come quella dello spettacolo post mortem de Il fiocco nero.

Un’altra raccolta, Manuale per ragazze di successo. E’ il primo libro di Paolo Cognetti, lo pubblica Minimum Fax, sono storie di donne, raccontate con chiarezza chirurgica, appena un po’ troppo distaccata. Interessanti, però.

Severo American Bar non è un libro di esordio: l’autore, Mattia Signorini, ha vinto il premio Tondelli per i racconti di Dove comincia la strada (Fernandel), e adesso esce presso Pequod con un romanzo che in altri evi si sarebbe detto di formazione: la storia di due viaggi (Torino e Inghilterra) di un ragazzo di Rovigo. Non succede nulla, e naturalmente succede tutto.

Di questo si è parlato, ai tempi. Se lo avete perso, nel lontano 1971, procuratevelo: è Vogliamo tutto di Nanni Balestrini. Lo ripubblica Deriveapprodi.A proposito di stile, quel che ne dice Aldo Nove: “La lingua di chi non ha diritto alla parola diventa, nella ricerca splendidamente inaugurata da Vogliamo tutto, il centro della scena e si rappresenta come rivolta in atto e riflessione sulla rivolta”.

Infine, due opere di cui si è parlato, e molto, anche in rete:

Pessimi segnali di Enzo Fileno Carabba, che è un gran bel noir pubblicato da Marsilio Black, e il Cd di Lello Voce, Fast Blood, che è poesia come dovrebbe essere, come era, musica, e ritmo, giustamente su Cd.

E poi, di cosa avreste voluto sentir parlare e non avete trovato traccia nei luoghi deputati?

 

23 pensieri su “COSE DI CUI NON SI PARLA

  1. Sei troppo culta per me. E soprattutto ti piace tante gente che a me non piace. Io che sto qui con Arbasino vecchio (Fratelli d’Italia) e quello nuovo…
    Con spruzzi di Sholem Aleichem, un Consiglio Avveduto. E proprio se devo fare uno sforzo, arrivo a Amos Oz.

  2. Ottimo Nanni Balestrini, ma è un classico, anche se poco se ne parla. Di Lello Voce si è detto, anche sui blog, non mi pare sia passato inosservato: è anche alla Fnac il cd, bello.
    Gli altri, boh, sempre i soliti editori, quelli più citati: sironi, m.fax, marsilio, deriveeapprodi, ecc. ecc. Ecco, a me piacerebbe che si parlasse di libri di cui nessuno vuol parlare, perché magari l’editore non piace, perché magari l’autore non piace, o forse solo perché sono editori che non hanno visibilità ma solo perché non gli viene concessa la possibilità d’averne. Ad esempio, Madison Smartt Bell, Instar Libri: un libro potentissimo, sotto molti punti di vista, e chi ne parla? Nessuno. Ed è già uscito da tanto di quel tempo. E la casa editrice, seppur piccola, sceglie accuratamente i suoi autori e sempre ottimamente li traduce. Mah. Ecco, a me piacerebbe si parlasse di piccola editoria, di quella che propone, non di quella che sembra piccola ma che in realtà non lo è, e che alternativa, o che altro, ancor di meno.
    Cari saluti,
    Iannox

  3. Ah, Zetavu, ma l’Arbasino vecchio-e-nuovo è da tener stretto, sempre!
    e poi, no che non sono culta, quelli culti sono altri 🙂

  4. cara loredana,
    mi permetto di consigliarti un autore, così magari lo leggi e mi dici che ne pensi. Hugues Pagan. un titolo a scelta. leggi, poi confronta…

  5. Del Manuale per ragazze di successo di Paolo Cognetti ho trovato tracce su tutti i mensili “pour femmes”: da Amica ad Elle e perfino sui settimanali come Donna Moderna tanto che è con immenso piacere lo trovo citato qui.
    Se così non fosse stato ne avevo già preso le distanze: non mi piacciono i libri che vengono offerti eucaristicamente alle lettrici che-poi-così-stupide-non-sono…
    Di un libro ormai un po’ datato ma con moilto silenzio attorno mi piacerebbe si fosse parlato e se ne parlasse ancora:
    “Animali da Cortile” un giallo di Sergio Kraisky edito da DeriveApprodi
    rintracciabile qui: http://www.deriveapprodi.org/estesa.php?collana=narrativa&libro=narrativa_000
    Kraisky fa parte dell’enclave di De Cataldo, ma possiede una vena, per così dire, romantica che rende i suoi testi dei veicoli per viaggiare in spazi tanto comuni quanto invisibili.

  6. Mi perdoni l’intrusione, LaLipperini, ma lei ha dimenticato un’opera che segnerà questo secolo in modo indelebile. Io mi auguro che l’Autore in questione non debba aversene a male, anche perché, francamente, questi sono i tipici colpi bassi di cui Lui soffre in modo particolare. Spero proprio di fare in tempo a darle la possibilità di integrare il post con la recensione al suo imperdibile scritto, testè pubblicato dai ragazzi di Jumper, prima che Egli se ne accorga.
    Il libro s’intitola “Simon le Bon è sempre stato un ciccione” e l’autore è Gianmatteo Pellizzari, mica fave. Mi auguro per lei che riesca, in caso contrario, Zio Trentamarlboro, io ci ho provato :)))
    Un caro saluto.

  7. Io ho una proposta, che secondo me, potrebbe essere assai interessante, perché porterrebbe gioia e dolore anche a chi ha poca visibilità o nulla. E’ un modo, diciamo una sorta di party critico, per evidenziare i libri di cui non si ha notizia. Allora potremmo segnalare a Loredana tutti quei libri di cui ci piacerebbe che si parlasse in maniera esaustiva (e Vi prego, abbondate! date! date titoli e autori, non siate avari!); poi Loredana, giorno dopo giorno, ne leggerà uno, e sempre, giorno dopo giorno, potrebbe scrivere recensione di almeno 5 pagine a video (carattere 10 pt) del libro letto evidenzianone pregi, difetti, e quant’altro. Diciamo che per iniziare potrebbe bastare. Ma come mi vengono in mente queste idee a dir poco geniali? Io direi che si potrebbe fare. Qui le firme per chi appoggia l’idea. Fatevi sotto… ^___^
    Cari saluti,
    Iannox

  8. Di questi ho letto solo Cognetti. Lo stile si rifà alla scuola carveriana dei “minimi”, ma è un buon libro (tenuto anche conto che l’autore è del 78).

  9. Direi che dovremmo tutti quanti segnalare qualcosa su questo topic in modo che diventi una specie di playlist 2004. Pensa te Loredana che mentre postavi questa cosa io in libreria compravo Millenovecento80.
    Vado a dormire.

  10. “Cuore di cuoio” di Cosimo Argentina edito da Sironi. Secondo me un libro straordinario. Importante. Credo se ne sia parlato troppo poco. Argentina ha inventano dei nomi, un linguaggio, un sud che forse c’è o forse non c’è più, ha ricreato un’Italia affettuosa, ha divertito e commosso parlando di calcio, di donne, di vecchie puttane.

  11. Se ne è “parlato” recentemente su internet, esattamente su macchianera.net (larghi estratti è possibile trovarli lì), ma dire che ne sia nato attorno un confronto è quantomeno ingenuo. Il libro, anche se personalmente prendo le distanze su di un’infinità di cose dall’autore dello stesso, mi pare meriti davvero una maggiore attenzione.
    Trattasi di “Fumo negli occhi. Le crociate contro il tabacco e altri piaceri della vita” di Filippo Facci, Editore Biblioteca di Via Senato, 2004.
    Il tema non solo è attuale, ma, come evidenzia l’autore, nasconde peniciosi aspetti del mondo nel quale viviamo, fortemente lesivi della libertà individuale e sintomatici di quello che Tocqueville individuava come uno Stato benevolo, operoso e rassicurante che si preoccupa così profondamente del benessere dei suoi cittadini da sollevarli persino della “fatica di pensare”.

  12. Ragazzi, ma vogliamo scordarci Guerra agli Umani di Wu Ming 2?? So che è superfluo… o c’è qualcuno tra voi che ancora non lo ha letto? Con Lipperini sfondo una porta aperta, inutile dirlo…

  13. E di quel “Destino Ridicolo” che è romanzo superbo di De André e Gennari. Non ne vogliamo parlare, forse? Parliamo di tanti libri di cantautori, e allora credo che sia necessario parlarne di questo libro, ancora, perché si è detto poco. E non va affatto bene.
    E si dovrebbe dire di più de “La messa dell’uomo disarmato” di Don Luisito Bianchi, che, a tutt’oggi, rimane il vero Capolavoro del catalogo Sironi. Gli altri riempiono il catalogo, ma niente di più: libri, in alcuni casi bellini, ma niente che si possa dire Letteratura. Letteratura è “La Messa dell’uomo disarmato”. Poi c’è la narrativa, ma quella vale il tempo d’una stagione o due, e tanto fa.
    Cari saluti,
    Iannox

  14. Il Manuale per ragazze di successo mi è piaciuto molto, erano anni che non leggevo una scrittura italiana così intrigante, capace di creare un piccolo mondo che ti rimane dentro un po’. Pensa che volevo regalarlo a due amiche e l’ho trovato esaurito, interessante come girino certe voci,

  15. Interessante sì. E a maggior ragione la playlist va rilanciata: e, raccogliendo la sollecitazione di Andrea, quasi quasi la trasformo nel post di fine anno 🙂
    Iannox, sono una lettrice veloce ma non sono Trinity: come faccio a leggere un libro al giorno e a sfornare recensioni di cotal portata entro le 24 ore? 🙂
    Comunque mi procuro quel che non ho letto, incluso l’ultimo numero di Topolino (era esaurito nella mia edicola), promesso.

  16. Io l’ho visto in libreria e mi si è, come dire, appiccicato alle dita 🙂
    Capita anche agli altri? Che un libro vi comunichi chiaramente che vuole venire a casa con te, anche se non lo conosci assolutamente? Io così ho scoperto – anni fa – Yehoshua e Dan Simmons, che sono entrati nella mia top ten immediatamente 🙂

  17. Accidenti se capita! Il primissimo, quando la terra era giovane e la sottoscritta una quindicenne cresciuta ad Agatha Christie, fu La nausea di Sartre, di cui ignoravo tutto. Però, appunto, il libro diceva prendimi prendimi…Poi è successo di nuovo, innumerevoli volte, però quella è difficile da dimenticare.

  18. Il mio post me lo sono immaginato così. 1. Dico che sono stanco morto perché questo è tempo di bilanci da chiudere e convenzioni da rinnovare. 2. Segnalo un almanacco che se riuscite a trovarlo in libreria vuol dire che vincere il superenalotto è robetta: “Almanacco 2003”, ed. Portofranco. Non ostante il nome è uscito nel 2004, una raccolta di saggi sui “romanzi dell’io” (autobio, diario, autofiction, roba così). Ci sono autori italiani francesi olandesi americani russi giapponesi. Gli olandesi sono Marina Warners che parla di e intervista Arnon Grunberg. Sono un piccolissimo cliente della libreria di Marina, ma non è per clientelismo che dico che Marina è bravissima. Poi ci sono i miei preferiti: Scarpa, Voltolini (i loro saggi sono copyleft su Nazione indiana), Moresco. C’è Robbe-Grillet. C’è Tolstoj: Vladimir Jaremenko-Tolstoj. Ogni saggio è preceduto da una frase significativa chiusa in un quadratino, quindi si può evitare di leggerlo, cercare la frase giusta e verificare se abbiamo la stessa sensibilità dei curatori. 3. La Coconino press nel 2004 ha stampato “Babel 1” di David B. E’ una specie di prosecuzione del “Grande male” che spinge il limite ancora più in là. E’ una delle cose più belle fatte col fumetto fino a oggi. Si trova solo nelle fumetterie. 4. Un libro ripescato per caso: “La vasca da bagno” di Giancarlo Tramutoli, ed. Fernandel, del 2001. Non credo che l’abbiano letto in molti, non so nemmeno se ha superato la prima modesta tiratura (modesta rispetto a un medio editore). Se potessi salvare pochissimi libri quello ci starebbe. Cos’ha di così speciale?, racconta la solitudine del protagonista con freddure al limite tra cialtronaggine e eleganza assoluta. Così, sempre in equilibrio. Uno che prova un gran dolore nel farti ridere. Una specie di Juri Chechi che invece della rondine fa acrobazie clownesche stringendo i denti. La vita insomma.

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