CRONACA DA PREGANZIOL

Trasformo il commento di Wu Ming 1 su Preganziol in post. Appena ho notizie sulla querela di Speranzon e Donazzan a Riccardo Bottazzo per questo articolo pubblicato su “Terra-Nord Est” (visto? mai abbassare la guardia) ve le girerò.
Aggiornamento: qui il reportage integrale.

“Un primo report, rozzo e scritto con addosso la stanchezza. E’ stata una giornata lunghissima, iniziata la mattina presto con il corteo FIOM a Bologna, e proseguita con un’incursione in Veneto che ha scaldato i cuori.
Mi è venuta in mente questa crasi: SPERANZIOL
Cioè: il primo round di questo incontro è iniziato male con Speranzon, ma è finito bene con Preganziol.
In via Gramsci, di fronte alla biblioteca di Preganziol, c’erano oltre duecento persone. C’erano tutte le testate giornalistiche di quel territorio. C’era un troupe di documentaristi venuti apposta da Torino (!). C’era gente da Treviso, da Mogliano Veneto, da Mestre… C’era “Libera”. C’era Radio Sherwood. C’era una delegazione del movimento universitario di Padova. C’erano studenti medi. C’erano esponenti dell’ANPI. C’era la corrispondente del Pais.
E il presidio era stato indetto da una sola persona! Un cittadino. Un lettore.
Poi c’eravamo noi. Io, Stefano Tassinari, Serge Quadruppani, Lello Voce e Alberto Sebastiani.
Avevamo il volantino, e non c’è stato nemmeno bisogno di distribuirlo: veniva la gente a chiedercelo. Alcuni ce l’hanno quasi strappato dalle mani! C’era voglia di sapere, di informarsi.
C’era un banchetto per una raccolta firme contro la Donazzan.
Dopo un loro intervento introduttivo, quelle persone ci hanno dato la parola.
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Io ho dato la news che la Donazzan non avrebbe più inviato la sua lettera, ho spiegato che la signora ha provato a ciurlare nel manico, ha detto che comunque le basta aver sensibilizzato etc. etc. “Tutta fuffa,” ho detto, “la sostanza è che aveva annunciato che avrebbe spedito una lettera, e adesso non la spedisce più”. Ho precisato però che non bisogna abbassare la guardia, che c’è una mozione presentata al consiglio comunale di Venezia… Ho detto che ci riproveranno.
Poi ho annunciato la mia lettura:
“Io non sono Nanni Balestrini, ma leggerò due pagine da un libro di Nanni Balestrini, un capolavoro di impegno civile, uno dei capisaldi della letteratura italiana contemporanea. Si intitola Gli invisibili, il suo autore è sulla lista nera, se passassero certe proposte questo libro sparirebbe dagli scaffali del Veneto. Questo brano parla di autolesionismo in carcere”.
Finita la lettura (un brano durissimo, splatter), mi hanno applaudito con convinzione.
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Poi è intervenuto Stefano Tassinari. Il suo è stato un discorso lungo, articolato. Ha spiegato le ragioni che ci spinsero a firmare l’appello del 2004, ha parlato della “dottrina Mitterrand”, della necessità di una soluzione politica alla ferita degli anni ‘70 etc. ma ha parlato di tutto questo mantenendolo nella cornice della lotta alla censura. Ha detto: “Anche avessimo torto marcio, la nostra è un’opinione, e ogni opinione ha diritto di essere espressa senza che chi la esprime finisca su una lista nera”.
Un intervento bellissimo.
Poi Stefano ha letto alcune pagine dal suo romanzo sul G8, I segni sulla pelle.
L’applauso è stato ancora più convinto.
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Poi è intervenuto Serge. Ha detto: “Dal mio accento potete capire che non sono italiano. Sono uno scrittore francese, e ho l’onore di essere sulla lista nera insieme ai miei colleghi italiani. Non solo: sono anche il loro editore. Sono direttore di una collana che pubblica molti libri italiani, e quasi tutti i nostri titoli sono di autori sulla lista nera”.
Applauso.
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Lello ha fatto un intervento, duro e diretto, contro le bassezze della stampa locale, ha analizzato titoli subdoli e criminalizzanti, poi ha letto una sua poesia, molto potente. Mi è rimasto impresso un verso: “Chi paga rompe, e i cocci sono nostri”.
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Poi si sono susseguiti interventi di “Libera”, degli studenti, e di un signore anziano, uno dell’ANPI, che ha fatto un discorso bellissimo, partendo da come sono la vita e la politica in quelle zone. Ha indicato noi e ha gridato: “Questi scrittori sono nostri compagni, e noi li dobbiamo difendere!”. Ha concluso dicendo: “Era un motto della guerra partigiana e lo voglio ripetere: se devo cadere, cadrò con le dita negli occhi dell’avversario!”
C’è stata un’ovazione.
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Siamo stati intervistati da diversi media. Stefano è stato intervistato da Italia 7 Gold, canale televisivo del nord-est. La prima domanda, demenziale, è stata: “Cosa c’entra Saviano con Battisti?”, e Stefano: “No, un momento, ripartiamo daccapo”. Da quel che ho capito (io stavo parlando con la tizia del Pais), ha ribadito le cose che aveva detto nell’intervento, comprese le motivazioni dell’appello per Battisti, ma sempre “in subordine”, nella cornice della lotta alla censura.
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Molti sono venuti a ringraziarci per la nostra presenza, avevano gli occhi che brillavano, tutti dicevano: “Per un posto come questo, è una cosa senza precedenti”.
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Un bilancio della giornata:
– a Preganziol abbiamo condiviso un momento importante con una fetta minoritaria ma importante e battagliera della società civile locale;
– Lucia, la bibliotecaria di Preganziol, non c’era perché non poteva esserci (e non approfondisco), ma ha comunque sentito intorno a sé il calore di una comunità, ha avuto la conferma che non è sola;
– Il Gazzettino è stato costretto a rettificare le porcherie scritte ieri su Lucia;
– la Donazzan non spedisce più la lettera;
– Speranzon presenta in municipio una mozione molto annacquata rispetto ai focosi propositi di dieci giorni fa, in cui non si tirano in ballo biblioteche e scuole;
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Questi sono risultati tangibili, risultati parziali ma importanti di una mobilitazione a cui abbiamo contribuito tutti.
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C’è una nota stonata:
la Donazzan ha querelato il quotidiano “Terra” per un articolo sul #rogodilibri; è possibile che nei prossimi giorni arrivino altre querele, anche a qualcuno di noi. Prepariamoci anche per queste battaglie. Si tratta comunque di una ripicca, di un gesto di stizza. Conferma che la pressione l’hanno sentita, l’orgoglio è ferito.
LA LOTTA PAGA.
E FORSE STAVOLTA I COCCI SARANNO LORO.”

16 pensieri su “CRONACA DA PREGANZIOL

  1. mi consola constare che questi amministratori ignoranti, arroganti e fondamentalmente stupidi, per questo fascisti, si spaventano di fronte a reazioni serie e motivate, purtroppo siamo circondati da questi personaggi e la precarietà lavorativa non aiuta… tanto si spaventano di fronte all’intelligenza, e al numero delle persone che li avversano, tanto si fanno grandi sulle spalle di chi non reagisce alle loro angherie, e di chi li adula sperando di averne benefici (ma dagli stupidi non è possibile avere nessun tipo di beneficio)
    come si fa a mandarli via senza una seria opposizione politica?

  2. Raccomando a tutt* di NON abbassare la guardia: la mozione presentata al consiglio comunale di Venezia è comunque pericolosa, e anche se il centrodestra è minoranza non è scontato che venga fermata. Non c’è niente di scontato in questa vicenda. Il centrosinistra ha un ventre molle facilmente perforabile.
    Inoltre, c’è una querela, un giornalista a cui dare solidarietà attiva, e forse di querele ne arriveranno altre.
    E Lucia, la bibliotecaria di Preganziol, avrà tanto più bisogno del nostro sostegno da qui in avanti. C’è ancora una pretestuosa “inchiesta” su di lei, e l’amministrazione, ecco, non si può dire l’abbia in simpatia.
    La vicenda #rogodilibri è soltanto alla fine del suo primo round. L’incontro va avanti, la scazzottata è ancora lunga.

  3. c’è solo una categoria peggiore dei censori: i censori a metà, che straparlano e poi smentiscono, che annunciano provvedimenti e poi ritirano tutto, il tutto perché secondo loro “l’obiettivo è stato raggiunto”. Sì, ma quale? Quello di far parlare di sé, ho l’impressione.

  4. Non ce l’ho fatta ieri ad andare a Preganziol, ma, per un’ottima coincidenza, dopo le intolleranti sparate di Speranzon & Donazzan, stasera alla Fenice ci sarà la prima di “INTOLLERANZA”, di Luigi Nono.

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