I LETTORI A PREGANZIOL E I RIPENSAMENTI DEGLI ASSESSORI

Due notizie. Due buone notizie, aggiungerei.
La prima viene, telefonicamente, da Preganziol. Davanti alla biblioteca comunale si sono radunate tantissime persone. Lettori e cittadini, studenti, i ragazzi di Libera di Don Ciotti, scrittori che hanno volantinato e letto brani. Si è parlato molto e con grande calore. Chi era presente posterà al proprio ritorno.
La seconda viene dal Veneto. Anzi: dalla regione Veneto. L’assessore all’Istruzione Donazzan dichiara che non spedirà nessuna lettera alle scuole. Questo il testo del comunicato:
“Non è più necessaria alcuna lettera, perché l’obiettivo e’ stato raggiunto: stigmatizzare le firme a favore di  Cesare Battisti”. Lo dichiara Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro in merito alla lettera, che aveva dichiarato di voler inviare alle scuole del Veneto, in cui invitava a non adottare i libri di autori che avevano  firmato il manifesto pro Battisti.
“E siccome- aggiunge Donazzan-, non intendo dare ulteriore fiato ad una polemica creata a priori, ho inteso non inviare alcuna lettera a supporto del giudizio di condanna dato da tutte le Istituzioni italiane con in testa il Capo dello Stato, per chiudere  con il mio Presidente di Regione Luca Zaia, che hanno giustamente definito Battisti un delinquente”.
“L’intento- conclude l’assessore regionale- è stato raggiunto: isolare nei fatti e nei giudizi quanti, mi auguro improvvidamente, hanno inteso sostenere l’impunita’di Battisti”.
Isolare?
Battute molto facili a parte, due risultati importanti sono stati ottenuti, anzi tre:
– Nessuna lettera partirà, nessun preside del Veneto si sentirà invitato a togliere dalle biblioteche scolastiche e dalle letture degli studenti i testi incriminati. E, soprattutto, nessun gravissimo precedente di “indirizzo politico” su cosa leggere e cosa no, verrà aperto.
– Per quanto riguarda l’assessore alla Provincia Speranzon, l’invito ad eliminare i libri dalle biblioteche della Provincia si è trasformato in una mozione di minoranza al Comune di Venezia. Che resta un grave atto politico: ma non una violazione della Costituzione.
– La mobilitazione attorno a Preganziol ha impedito che si consumasse un sopruso doppio: nei confronti dei testi di uno scrittore, e soprattutto nei confronti di una donna coraggiosa. Peraltro, Il Gazzettino ha dovuto pubblicare una smentita all’articolo di ieri.
Ma.
La guardia resta alta. Difficile pensare che personaggi di questo genere, che sono stati costretti a tornare sui propri passi da lettori e cittadini, non meditino il rilancio. Magari contando sul fatto di poter agire nel silenzio, o al massimo in qualche accorto trafiletto in cronaca locale.
Dunque, occhi aperti.
E grazie. Di cuore.

12 pensieri su “I LETTORI A PREGANZIOL E I RIPENSAMENTI DEGLI ASSESSORI

  1. Hai detto benissimo, Loredana! La “guardia” deve rimanere alta!
    I personaggi, infatti, “brillano” per la loro pochezza e per la loro totale incapacità a dialogare e confrontarsi. Immagino che il desiderio di vendetta e di riacquistare “immagine” nel loro miserrimo alveo, possa indurli ad altre belle trovate.
    Ritengo che sia stata determinante la immediata reazione. Troppo spesso abbiamo sottovalutato le ignobili sparate di questi caproni immondi!!
    Mi perdonino i caproni!

  2. Questo episodio è stato un ottimo banco di prova sul fatto che reazioni immediate e ampie a qualcosa servano. Infatti in quanti evitiamo delle volte di pronunciarci o prendere posizioni chiare in nome del fatto/; tanto non serve a cambiare niente”? Ecco, invece stavolta abbiamo visto che protestare, scrivere, postare, manifestare (sputtanare) funziona.
    E questo per il futuro ci incoraggia a continuare ad agire secondo la nostra coscienza tutte le volte che possiamo.
    Il precedente quindi si è creato eccome, solo che per una volta è un precedente virtuoso.

  3. Finalmente una buona notizia.
    Grazie a te, ai Wu Ming, a tutti quelli che hanno in qualche modo contribuito a diffondere la notizia di quello che stava succedendo sui blog, sui social network dedicati ai libri, sui volantini e quant’altro.
    E spero che il messaggio sia giunto forte e chiaro, che Speranzon, Donazzan e soci se ne rendano conto: c’è qualcuno che li guarda.
    “Tenendo alta la guardia, chiudendo forte la porta” come cantavano quelli…

  4. Bene. Il merito va a chi ha aiutato a gestire, a come è stata gestita la reazione, senza mai abbassare la guardia. Va a chi si è mobilitato anche creativamente. Insomma, va all’intelligenza, suvvia :-))

  5. Che bellissime notizie! Sono belle non solo per il fatto di ora, ma perchè dimostrano che ci può essere un argine alla deriva fascista. Mi dispiace solo ancora molto per quella poverina della Emme. Ma anche lei si godrà queste notizie e forse le cose si sistemeranno per lei. (Non so).
    Il comunicato della Donazzan comunque ci ha degli aspetti che fanno veramente ridere. “Isolare” fa ridere. Sotto quel punto di vista, mi pare che tutta l’operazione ha ottenuto l’effetto opposto – com’era giusto.

  6. Un primo report, rozzo e scritto con addosso la stanchezza. E’ stata una giornata lunghissima, iniziata la mattina presto con il corteo FIOM a Bologna, e proseguita con un’incursione in Veneto che ha scaldato i cuori.
    Mi è venuta in mente questa crasi: SPERANZIOL
    Cioè: il primo round di questo incontro è iniziato male con Speranzon, ma è finito bene con Preganziol.
    In via Gramsci, di fronte alla biblioteca di Preganziol, c’erano oltre duecento persone. C’erano tutte le testate giornalistiche di quel territorio. C’era un troupe di documentaristi venuti apposta da Torino (!). C’era gente da Treviso, da Mogliano Veneto, da Mestre… C’era “Libera”. C’era Radio Sherwood. C’era una delegazione del movimento universitario di Padova. C’erano studenti medi. C’erano esponenti dell’ANPI. C’era la corrispondente del Pais.
    E il presidio era stato indetto da una sola persona! Un cittadino. Un lettore.
    Poi c’eravamo noi. Io, Stefano Tassinari, Serge Quadruppani, Lello Voce e Alberto Sebastiani.
    Avevamo il volantino, e non c’è stato nemmeno bisogno di distribuirlo: veniva la gente a chiedercelo. Alcuni ce l’hanno quasi strappato dalle mani! C’era voglia di sapere, di informarsi.
    C’era un banchetto per una raccolta firme contro la Donazzan.
    Dopo un loro intervento introduttivo, quelle persone ci hanno dato la parola.
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    Io ho dato la news che la Donazzan non avrebbe più inviato la sua lettera, ho spiegato che la signora ha provato a ciurlare nel manico, ha detto che comunque le basta aver sensibilizzato etc. etc. “Tutta fuffa,” ho detto, “la sostanza è che aveva annunciato che avrebbe spedito una lettera, e adesso non la spedisce più”. Ho precisato però che non bisogna abbassare la guardia, che c’è una mozione presentata al consiglio comunale di Venezia… Ho detto che ci riproveranno.
    Poi ho annunciato la mia lettura:
    “Io non sono Nanni Balestrini, ma leggerò due pagine da un libro di Nanni Balestrini, un capolavoro di impegno civile, uno dei capisaldi della letteratura italiana contemporanea. Si intitola Gli invisibili, il suo autore è sulla lista nera, se passassero certe proposte questo libro sparirebbe dagli scaffali del Veneto. Questo brano parla di autolesionismo in carcere”.
    Finita la lettura (un brano durissimo, splatter), mi hanno applaudito con convinzione.
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    Poi è intervenuto Stefano Tassinari. Il suo è stato un discorso lungo, articolato. Ha spiegato le ragioni che ci spinsero a firmare l’appello del 2004, ha parlato della “dottrina Mitterrand”, della necessità di una soluzione politica alla ferita degli anni ’70 etc. ma ha parlato di tutto questo mantenendolo nella cornice della lotta alla censura. Ha detto: “Anche avessimo torto marcio, la nostra è un’opinione, e ogni opinione ha diritto di essere espressa senza che chi la esprime finisca su una lista nera”.
    Un intervento bellissimo.
    Poi Stefano ha letto alcune pagine dal suo romanzo sul G8, I segni sulla pelle.
    L’applauso è stato ancora più convinto.
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    Poi è intervenuto Serge. Ha detto: “Dal mio accento potete capire che non sono italiano. Sono uno scrittore francese, e ho l’onore di essere sulla lista nera insieme ai miei colleghi italiani. Non solo: sono anche il loro editore. Sono direttore di una collana che pubblica molti libri italiani, e quasi tutti i nostri titoli sono di autori sulla lista nera”.
    Applauso.
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    Lello ha fatto un intervento, duro e diretto, contro le bassezze della stampa locale, ha analizzato titoli subdoli e criminalizzanti, poi ha letto una sua poesia, molto potente. Mi è rimasto impresso un verso: “Chi paga rompe, e i cocci sono nostri”.
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    Poi si sono susseguiti interventi di “Libera”, degli studenti, e di un signore anziano, uno dell’ANPI, che ha fatto un discorso bellissimo, partendo da come sono la vita e la politica in quelle zone. Ha indicato noi e ha gridato: “Questi scrittori sono nostri compagni, e noi li dobbiamo difendere!”. Ha concluso dicendo: “Era un motto della guerra partigiana e lo voglio ripetere: se devo cadere, cadrò con le dita negli occhi dell’avversario!”
    C’è stata un’ovazione.
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    Siamo stati intervistati da diversi media. Stefano è stato intervistato da Italia 7 Gold, canale televisivo del nord-est. La prima domanda, demenziale, è stata: “Cosa c’entra Saviano con Battisti?”, e Stefano: “No, un momento, ripartiamo daccapo”. Da quel che ho capito (io stavo parlando con la tizia del Pais), ha ribadito le cose che aveva detto nell’intervento, comprese le motivazioni dell’appello per Battisti, ma sempre “in subordine”, nella cornice della lotta alla censura.
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    Molti sono venuti a ringraziarci per la nostra presenza, avevano gli occhi che brillavano, tutti dicevano: “Per un posto come questo, è una cosa senza precedenti”.
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    Un bilancio della giornata:
    – a Preganziol abbiamo condiviso un momento importante con una fetta minoritaria ma importante e battagliera della società civile locale;
    – Lucia, la bibliotecaria di Preganziol, non c’era perché non poteva esserci (e non approfondisco), ma ha comunque sentito intorno a sé il calore di una comunità, ha avuto la conferma che non è sola;
    – Il Gazzettino è stato costretto a rettificare le porcherie scritte ieri su Lucia;
    – la Donazzan non spedisce più la lettera;
    – Speranzon presenta in municipio una mozione molto annacquata rispetto ai focosi propositi di dieci giorni fa, in cui non si tirano in ballo biblioteche e scuole;
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    Questi sono risultati tangibili, risultati parziali ma importanti di una mobilitazione a cui abbiamo contribuito tutti.
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    C’è una nota stonata:
    la Donazzan ha querelato il quotidiano “Terra” per un articolo sul #rogodilibri; è possibile che nei prossimi giorni arrivino altre querele, anche a qualcuno di noi. Prepariamoci anche per queste battaglie. Si tratta comunque di una ripicca, di un gesto di stizza. Conferma che la pressione l’hanno sentita, l’orgoglio è ferito.
    LA LOTTA PAGA.
    E FORSE STAVOLTA I COCCI SARANNO LORO.

  7. Da ripensare c’è una cosa sola, purtroppo, che manipolare la realtà è grave quanto operare censure e che l’attacco ai libri, ancora una volta, passi in secondo piano.
    Qui si sono messe sulla bilancia la libertà dei lettori, da una parte, e le restrizioni a questa libertà, dall’altra. Ma nella reazione attuale ancora si insiste con questa presunta moratoria i cui obiettivi (tutti ora dicono che Battisti è un delinquente) raggiunti motivano il ripensamento.
    Essere trattata da idiota, essere resa invisibile, essere manipolata. Ecco come mi sento.
    Se l’assessora voleva darmi una ragione in più per venire il 12 nella sua terra a dire, come persona libro, a voce alta quei libri… c’è riuscita.

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