CRONACHE DALLA TANA

In effetti, sono in debito con il commentarium.
Dovrei raccontare dei libri letti ultimamente, per esempio (intanto, almeno la citazione di quello uscito ieri, Brucia Troia di Sandro Veronesi. Poi vi dirò) e di parecchio altro.
Ve ne sarete accorti, ma ormai tendo ad uscire poco dalla tana (a parte la giornata di domani): devo finire la "cosa" entro metà giugno.
Pazientate, e sopportate l’umore variabile e i post discontinui della vostra eccetera.

Ps. Valerio Evangelisti interviene sul libro di Bertante.

5 pensieri su “CRONACHE DALLA TANA

  1. Dal titolo del post, lì per lì ho pensato che fosse dedicato a “Tana per la bambina con i capelli a ombrellone”, poi mi sono ricordato che tu i capelli li porti a caschetto… ehm…
    P.S. Dai, non stare a sgridarmi di nuovo.

  2. Il secondo brano tratto da “Contro il 68” rafforza le impressioni negative lasciatemi dal primo.
    In questi brani mi sembra che dietro la promessa smitizzazione del 68 si finisca (scusate) per buttare il bambino con tutta l’acqua sporca. Poi magari la lettura integrale del libro direbbe altro, perchè in effetti per Bertante il 68 non ha lasciato nessun bambino; solo dei gran paraculi, prepensionati, baroni, dirigenti cannibali, intellettuali sviliti e baciapiedi; una casta incarognita, inamovibile, garantita e intoccabile, che impedisce ai propri figli di cercarsi un futuro.
    Contro il 68 è contro tutti quelli che oggi hanno intorno ai 60 anni? E’ contro i sessantottini “uomini e donne che parteciparono alle contestazioni”? E’ contro quella parte di sessantottini poi finiti felicemente alla corte di Berlusconi?
    Insomma, auguro veramente che nel libro ci sia un’analisi più seria.
    ps ma dopo aver letto l’intervento di Evangelisti
    ci credo poco.

  3. sorry, non so dove di continua a discutere di ’68ottini. Posto anche quì, se è di troppo prego eliminare
    Su carmilla Leggendo Philopat sono riuscita a capire il suo modo di vedere e pubblicare il libro di Bertante. Leggendo l’ultimo intervento di Genna (sempre su Carmilla) non riesco a capire cosa vuole fare oltre a uno sfogo contro chi ritiene responsabile di una serie di disavventure personali o speculazioni ai danni della comunità. Filo conduttore il fatto che questi poco ‘amabili’ (per non andare oltre) individui abbiano partecipato (anche se loro dicono ‘fatto’) al 68′. Niente da obiettare, i soggetti di cui parla non sono persone difendibili nè umanamente nè per episodi che risalgono alla loro infanzia politica.
    E poi?
    se veramente questa gente, come Philopat sembra sostenere, si è resa disponibile per una ‘riscrittura’ dilavata, mitico-consumista del ’68 esiste solo una cosa, semplice, da fare. Bisogna fare quello che fa Evangelisti non una ma innumerevoli volte. Con insistenza, costanza, eleganza, bisogna ridare voce alle lotte operaie agli scioperi alle manifestazioni alla discordanza con i dettami di partito ecc.
    Storia, insomma, non propaganda per i loro ego.
    Il piagnucolio che nasce (o nasconde) da personali frustrazioni è sterile perdita di vitali energie oltre che perpetuazione dei miti costruiti e gestiti da quel manipolo che si vuole contrastare.
    Affossare sempre, comunque, ogni nome di quei soggetti ricordando le lotte reali, dal basso (senza nomi di capetti, possibilmente) che ci furono in quegli anni e quello che possono suggerire anche al nostro presente mi sembra l’unica cosa da fare.
    Il discorso vale anche per il ’77 laddove con il terrorismo (vero o artamente facilitato) si cerca di nascondere le condizioni del periodo e le ragioni delle lotte oltre che le diverse sfaccetature dei movimenti.
    In questo modo si può fare utile (contro)informazione per le nuove leve e anche per quelli che c’erano e si sono abituati a un narcisismo interessato e mistico/mitico.
    Se si insite nella strada ‘Bertante/Genna e tanti altri’ di contrapposizione ‘tra generazioni’ temo un pessimo epilogo. Temo la riconferma della tesi Da Empoli e dei narcisi da ‘aver fatto il ’68’.
    Per favore se avete dei conti da regolare con quei soggetti/capetti regolateli raccontando la realtà storica e facendo loro pesare il fatto che del ’68 ricordano giusto la propria immagine riflessa in uno specchio.
    Spernacchiare loro e ricordare i tempi e le lotte di molti, suvvia, si può fare.
    besos

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