Breve riapparizione prima della fuga in forma di tre
notazioni.
Nota numero uno (seria). Mi è tornato in mente, a
proposito della discussione su arte e mercato editoriale, cosa sarebbe
interessante rileggere. E’ uno scritto datato 1951 di Bernard Grasset,
editore: si chiama Lettre a André Gillon sur les conditions du succes en
librairie: circolò anche in Italia, fuori commercio, una ventina di
anni fa. Così ne parlava Paolo Mauri su La Repubblica: “Il problema, in
sintesi, era questo: un libro, lasciato a se stesso, non aveva molte
possibilità di trasformarsi in un affare nè per l’ editore, nè per lo
scrittore. Grasset cita i casi di Stendhal e di Balzac. Ma l’ Ottocento, in
genere, non era prodigo di danaro e le tirature erano molto limitate. Bisognava
dunque adoperarsi per trasformare un valore letterario in un valore di mercato.
Come? Creando l’ avvenimento. Quando Grasset si trovò tra le mani Le diable
au corps di Radiguet non pronunciò affatto la frase che poi la tradizione
gli attribuì e cioè: "Ha del genio", ma disse: "Ha sedici
anni". Sull’ età dell’ autore (vera, falsa?), sulla possibilità di
scrivere un romanzo a quell’ età etc. si creò il "caso". Grasset (e
non lui solo) aveva scoperto la necessità di rendere "spettacolare"
il libro”.
Nota numero due (frivola per metà): nelle mie ricognizioni
delle librerie aeroportuali riesco sempre a stupirmi. Non tanto per la sempre
più preoccupante espansione degli scaffali “per lettrici”, dove si mischiano
Isabel Allende, diaristica monodirezionale (confessioni di ninfomani,
prostitute, geishe, concubine and so on), vecchi Harmony, nuove Melisse
e sempiterne Sveve (so di essermi già soffermata su questo argomento:
pazientate, perché ci tornerò ancora). Quanto, stavolta, per l’avvistata copertina di un
periodico popolare che invita – giuro che è vero – a “perdere peso come Stefano Ricucci ma senza finire in carcere”:
ovvero, la dieta di Regina Coeli. Il che significa che almeno alcuni
degli autori de Il Male si stanno preparando al gran ritorno (almeno,
voglio sperare che sia così).
Nota numero tre. Lo so, lo fanno tutti: persino la free
press distribuita nelle metropolitane elargisce consigli su cosa leggere nei
prossimi trenta giorni. Questa volta mi limito a confessare cosa porterò con me
a partire da stasera. Anzi, cito solo un titolo che costituisce, poi, una
rilettura: Il secondo sesso. C’è un motivo. A
presto.
Loredana,
ti faccio un esempio per la veridicissima frase che tu riporti:
“Il problema, in sintesi, era questo: un libro, lasciato a se stesso, non aveva molte possibilità di trasformarsi in un affare nè per l’ editore, nè per lo scrittore”.
Faccio questo esempio anche per fare pubblicità sincera ad uno scrittore che non sa che scrivo queste righe, per un narratore che stimo molto, uno ottimo scrittore semisconosciuto, che ho visto una sola volta nella vita cinque anni fa:
Daniele Gorret.
Ha pubblicato almeno 10 libri di narrativa, di alto livello linguistico, di ricerca molto sentita e elaborata.
Purtroppo i suoi testi sono stati pubblicati da piccole case editrici(eccetto uno per Garzanti) che non hanno avuto la forza nè di distribuire nè di pubblicizzare.
Nel 2000 lessi su TTL una bella, chiara, interessante recensione di Bruno Quaranta del suo libro “Eventi in un giorno di Emilio Tissot” appena uscito per Mobydick.
Lo acquistai subito e rimasi stupito, colpito quasi stonato per quella lettura che sentivo vicinissima.
Poi per caso, in un pubblico reading a Torinodove leggevo qualche mia poesiola, lo incontrai, ché pure lui era là per lo stesso motivo.
Parlammo un po’, lui fu contentissimo che avessi apprezzato il suo libro. Leggemmo, poi ci perdemmo; prima abitava a Torino, forse ora è ritornato in Val d’Aosta.
Secondo me è veramente bravo, ma nessuno ha investito seriamente su di lui. La distribuzione costa, organizzare le presentazioni pure, una adetta stampa veramente in gamba pure, etcetera etc.
Tutto qui.
Mario Bianco
tra un bagordo e l’altro rifletti sul fatto che hai le carte in regola per essere una dorothy parker(o porter al limite),senza dovere attraversare nessun baratro o percorrere altre pantomime
Lippa mannaggia a te, io ho mantenuto la promessa!!!! 🙂