DUBBI E ANCORA DUBBI

Dunque, l’incertezza regna sovrana. Potrebbero chiamarmi questo pomeriggio e potrei operarmi domattina: nel caso, non mi leggerete per un po’. Ma potrebbero anche non chiamarmi: nel caso, mi leggerete lunedì.
Nel dubbio, ci si può dilettare con una lettura. Ricordate, vero, le dichiarazioni di Renato Brunetta sull’orario degli insegnanti? I nostri insegnanti lavorano poco, quasi mai sono aggiornati e in maggioranza non sono neppure entrati per concorso, ma grazie a sanatorie. E poi 1.300 euro sono comunque due milioni e mezzo di vecchie lire, oggi l´insegnamento è part-time e come tale è ben pagato“.
Guardate cosa ha ritrovato Girolamo: un’inchiesta di Repubblica del 2006, che qui potete leggere integralmente. E che dice fra l’altro:
Lo studio è stato condotto su un campione piuttosto consistente: la quasi totalità degli insegnanti (5.200 su un totale di 7.400) della provincia trentina i questione e forse riesce a dare qualche risposta ai tanti problemi che oggi affliggono una categoria che in Italia conta 832 mila docenti. Secondo lo studio, i docenti di ruolo lavorano 1.660 ore in un anno, i supplenti 1.580 ore. Fra tutti i docenti, sono quelli delle scuole superiori, con 1.677 ore annue, a dedicare maggior tempo alla scuola. I prof della media lavorano ‘solo’ 1.630 ore. L’impegno varia anche fra uomini (1.648 ore) e donne (1.639 ore in un anno) e con l’età: i veri stacanovisti sono i docenti di età compresa fra i 30 e i 39 anni, che lavorano quasi 1.700 ore all’anno. Tutti numeri riferiti ai docenti a tempo pieno, perché i loro colleghi in regime di part-time lavorano ovviamente meno. Ma non troppo visto che 1.226 ore in un anno non sono poche per un docente a tempo parziale. 
State bene, sempre e comunque.

44 pensieri su “DUBBI E ANCORA DUBBI

  1. ciao, finalmente mia sorella mi ha prestato il tuo libro “Ancora dalla parte delle bambine” (glielo avevo regalato mesi fa). lei lo ha apprezzato molto e pensa lavoricchia anche lei nelle scuole, organizzando delle lezioni di archeologia (dalle elementari alle superiori), e mi ha raccontato che l’aria sta cambiando sempre in peggio.
    appena finisco di leggerlo, ci scriverò sopra qualcosa.
    ciao
    and

  2. Dunque: da ex insegnante posso affermare che l’insegnamento è uno dei mestieri più usuranti in assoluto. Da solo posso lavorare anche 12 ore di seguito, ma 4-5 ore di “intrattenimento” di figli altrui, in classi ormai sempre più problematiche, mettono in ginocchio chiunque*-°
    Come insegnante di lettere, non c’era giorno che non portassi a casa sporte di quaderni o pacchi di compiti da correggere (senza il momento della verifica, l’abilità di “redazione di testi” non si affina). Programmazione, aggiornamento, compilazione di schede, approntamento quotidiano di scalette o materiali per il giorno successivo, rapporti coi genitori ecc. fanno sì che il lavoro dell’insegnante sia ben più oneroso di quanto immagini il ministro Brunetta. Riguardo agli stipendi, non è chi non sappia come il valore dell’euro, anziché a circa 2000 lire, sia stato equiparato nella pratica alle vecchie mille lire. Risultato: i nuovi stipendi in euro valgono circa la metà di quelli di un tempo.

  3. Ecco Labuttolì dice tutte le cose che avrei detto io. Soprattutto mi pare che si sottovaluti grandemente sia la competenza necessaria per l’insegnamento, sia la responsabilità che la grande mole di lavoro a casa fuori dall’orario di lavoro. E le ultime cose che si stanno facendo alla scuola (e all’Università) porteranno questo paese a picco.
    (in bocca al lupo per questa operazione – immagino che strazio questi rimandamenti e incertezze!)

  4. A un governo – ma soprattutto a un popolo – che ritiene gli insegnanti dei fannulloni privilegiati, cosa sì può dire? Niente. Qualsiasi tentativo di dialogo con questa Italia marcia è inutile.
    Meritiamo di essere rasi al suolo.

  5. Io non so se sta bene farlo, quindi dico fin d’ora alla signora Lipperini di cassare il mio commento se è contrario al galateo della rete, ma trovo che le parole migliori, le più dure e le più civili insieme, su questa storia, le abbia scritte Lia di Haramlik, in un post di qualche giorno fa, il 10 ottobre.
    Ed io, con tutta la stima che ho per Lia, le vorrei copincollare qui sotto (l’articolo intero comunque si trova alla pagina http://www.ilcircolo.net/lia/1777.php) :
    « Io, è meglio che guardi il mio ombelico, come al solito. E, in zona ombelico, io so solo dire che provo vergogna, umiliazione e mortificazione ad avere Brunetta come ministro della Funzione Pubblica.
    Perché uno che parla, ragiona, vede il mondo come lo vede lui, prima di essere qualsiasi altra cosa è un inguardabile cafone.
    Ossessionato dal particolare meschino, bullo sui dettagli più miserandi: il tornello, il non farti uscire di casa, la crassa soddisfazione di non farti andare al cesso in orario di lavoro, l’atteggiamento da miserevole padroncino. Di quelli che possono avere solo dei disgraziati, alle loro dipendenze, ché se uno vale più di due lire lo manda al diavolo, un capo capace di tanta grettezza.
    Io non compro i giornali. Mi informo su internet. E non possiedo una tv. Di Brunetta-persona, quindi, non so niente. Ne conosco la faccia per averlo cercato su Google Image, ma non so che estrazione sociale abbia, da quale zona geografica provenga, non ne conosco la storia se non per le notizie sul suo mega-assenteismo di quando lo pagavano per stare al Parlamento Europeo.
    Però so che i suoi toni, il suo bullismo, le offese che ci vomita instancabilmente addosso, la miseranda affermazione secondo cui “gli insegnanti italiani guadagnano troppo” riferita ai docenti meno pagati d’Europa, questo infinito atteggiamento da mobbing che strizza l’occhio ai sentimenti più da feccia che esistano in Italia, non è un comportamento da ministro.
    Questo è il comportamento di uno che organizza le squadre di pulizie che vanno a lavorare a ore. Di uno che ha un bar nell’hinterland e tratta a pedate i camerieri marocchini. Di uno che porta il suo gruppetto di ragazze a battere sulla tangenziale. Della sciura che vede due lire per la prima volta in vita sua e crede, di conseguenza, di potere trattare a pedate la colf. Sono questi, i capi che si permettono questi toni. Da un ministro dello Stato, una non se lo aspetta.
    Quello che sta succedendo non è sopportabile per un’infinità di ragioni, tutte serissime. Ma, tra queste, io vorrei che fosse data la giusta considerazione alla questione, altrettanto seria, della dignità di noi che ci lavoriamo, nello Stato, e che per datore di lavoro abbiamo lo Stato stesso, molto prima che il ministro Brunetta.
    Io non voglio essere offesa.»
    Questo è e-sat-ta-men-te anche il mio pensiero, come insegnante e come cittadino di questo stato ormai sempre più capillarmente in mano a persone prive di ogni decenza.

  6. Il primo problema è che questo governo lo hanno scelto democraticamente gli italiani.
    Il secondo è che il gradimento nei suoi confronti non è mai stato così alto.
    Il terzo è che Gelmini e Brunetta sono al momento, insieme a Tremonti, i ministri più amati.
    Il quarto è che tutto ciò che concerne l’insegnamento e gli insegnanti dipende dalle politiche del ministero.
    L’ultimo è che agli insegnanti, qualora schifati dal trattamento che ricevono, è riservata la libertà di preservare la propria dignità licenziandosi.

  7. No, Galosi: questa maggioranza no ha presentato queste proposte per la scuola in campagna elettorale. In secondo luogo, in democrazia esiste il diritto di opposizione, la cui funzione è di modificare gli intendimenti delle maggioranze, laddove essi siano ritenuti errati. E le maggioranze hanno facoltà di mutare indirizzo, perché il mandato imperativo è escluso dalla Costituzione.
    Ciò detto, il lavoro non è un optional, e superare attraverso lo strumento del lavoro gli ostacoli che impediscono il pieno godimento dei diritti costituzionali e la piena realizzazione della persona è il fine che la Costituzione prescrive allo Stato. Quindi la dignità si preserva anche lavorando, secondo la Costituzione, e il lavoro è regolato dalla Costituzione, che prevede il diritto di sciopero e la manifestazione democratica del dissenso. Peraltro, tutto ciò che concerne scuola e insegnanti non dipende affatto dal ministero, ma dal dettato costituzionale. In ultimo, il gradimento degli italiani è una supposizione derivante da sondaggi, che non hanno dignità costituzionale di consultazione: non sono né voti elettorali, né preferenze referendarie.
    Spero per te che non sia uno studente, perché altrimenti nel tuo futuro c’è un probabile debito formativo.

  8. Ringrazio il sig. Girolamo per la lezione di diritto (l’insegnamento deve avercelo proprio nel sangue), ma temo abbia capito poco di quello che sta succedendo intorno a lui.
    In quanto ai sondaggi mi sono laureato con Ilvo Diamanti e penso di saperne abbastanza. Almeno su quello che possono voler dire in questo momento.

  9. “Il primo problema è che questo governo lo hanno scelto democraticamente gli italiani.”
    All’allievo di Ilvo Diamanti consiglierei di evitare espressioni abusate e tipiche del giornalismo di lieve spessore come “gli Italiani”, ad esempio in frasi come “gli Italiani in fila sulle autostrade per il ponte di Coccodè”.
    L’uso indiscriminato dell’articolo determinativo significa infatti, come sa anche uno scolaro che studia bene la grammatica, che TUTTI gli Italiani hanno scelto questo governo. E questo è un falso. Un falso perché non tutti gli Italiani hanno scelto questo governo (i bambini non votano, putacaso), e nemmeno la maggioranza degli Italiani con diritto di voto ha scelto questo governo. Espressioni come “gli Italiani” sono tipiche di un Berlusconi e dei suoi amici, buone per chi crede in lui e anche un po’ nelle fiabe. Sono semplificazioni volute, generalizzazioni non neutre e che volutamente omettono di cogliere la complessità del reale… figuriamoci le sfumature. Vogliono suggerire un’immagine della realtà che non rispetta affatto la realtà.
    Ha votato per questo governo la maggioranza di coloro che sono andati a votare. Non dimentichiamolo. Banalità? No, se l’espressione “gli Italiani” non è affatto neutra e vuole suggerire un consenso un poco gonfiato.
    Per il resto, faccio riferimento a quanto ha ottimamente esposto Girolamo.

  10. invece a me dell’allievo di Diamanti ha colpito la seguente frase:
    “L’ultimo è che agli insegnanti, qualora schifati dal trattamento che ricevono, è riservata la libertà di preservare la propria dignità licenziandosi”.
    Certo, per restare disoccupati. Mi sembra un’ottima alternativa. Senza contare il fatto che l’insegnamento è un mestiere vocazionale, e in quanto tale gli insegnanti lavorano più di quanto dovrebbero per stipendi da fame, perché, sì, amano il loro lavoro. 1300 euro agli insegnanti non è solo umiliante, ma garantisce la discesa verso la miseria. E Brunetta, visto che è un veneziano puro sangue figlio di piccolissimi (minimi) commercianti, dovrebbe conoscere bene la parola. Ma come tutti i pidocchi rifatti (scusate, ma conosco troppo bene il microcosmo da cui proviene quell’individuo), gli fa schifo quello che lui ritiene la mediocrità perché ci si riconosce. E quindi umilia invece di aiutare, affonda di invece cercare di sollevare. Gli fa schifo la cultura perché è il suo punto debole. Come tutti i miserabili ignoranti, ha un complesso di inferiorità che stiamo scontando tutti. Brunetta è entrato alla corte dei miracoli perché altamente manipolabile, come d’altronde quella specie di pupo siciliano che è la Gelmini: il pupazzo di un ventriloquo. La verità è che questo governo non esiste, è un’illusione ottica. I subumani che lo compongono sono le marionette di un pazzo che ci sta risucchiando nel suo vuoto pneumatico e che “gli italiani” non hanno scelto.
    E’ un fatto che in altri paesi europei l’insegnamento è valutato come una professione ad alto valore civile e quindi retribuito di conseguenza.
    Allievo di Diamanti: farcisciti di umanità. Cazzo

  11. @Galosi
    si chiama educazione civica, non diritto. Cala giù la cresta, e nel caso fai sapere alla tua ministra che non c’è bisogno dei suoi decreti per introdurla nelle scuole.
    Forse non capisco cosa succede intorno a me, ma di sicuro non faccio un sondaggio per sapere cosa penso, e non ho mai pensato che quello che succede sia giusto per il semplice fatto che succede. Già che sei in rapporti, prova a chiedere a Ilvo Diamanti cosa pensavano nel 1928 gli americani (sondaggi alla mano) di Edgar Hoover, che viene eletto presidente assicurando che “il benessere è dietro l’angolo”; o gli italiani che nell’ottobre 1938 festeggiarono Mussolini, di ritorno da Monaco, per aver scongiurato la guerra europea.

  12. Certo, rispetto a chi fa il ricercatore per 800 euro al mese, o la commessa per 500, 1300 euro sono molti. Ma questo vuol dire che sono sufficienti per vivere in maniera decente?
    Non so in provincia o in città più piccole, ma a Bologna un monolocale di 45 mq fuori dal centro costa minimo 500 euro, senza contare condominio e bollette. In più con 1300 euro mensili si è già nella aliquota del 27%, quindi la disponibilità reale è sotto i 1000… mettiamoci poi le spese per il cibo, per i trasporti, per i famosi “aggiornamenti”, cosa resta? Se non si è proprietari della casa in cui si vive, ben poco…

  13. Bravo, allievo di Ilvo Diamanti. Tu sì che hai il poso della situazione se non condividi il fatto che al giorno d’oggi 1.300 euro siano una miseria. Forse se qualcuno ha altre entrate e non troppe spese… ma diversamente si cade nella situazione che ti ha descritto Anghelos.
    Mi chiedo di quale situazione invece abbia tu il poso, per fare intendere che quello stipendio sia più che sufficiente. Non sarai mica stato condizionato dalle parole di messer Brunetta?

  14. Di sicuro a Bologna con 1300 euro al mese non ci vivi. Nemmeno da single. Anghelos non ha menzionato la tassa sui rifiuti, che qui è una sberla mica da poco. E se il lavoro ti costringe ad avere l’auto (es. se lavori in provincia dove il treno non arriva o ha orari del cazzo), non ne parliamo: tra benzina, RC, manutenzione minima, parcheggi a pagamento e ogni tanto qualche multa, se fai la media possono volatilizzarsi anche centinaia di euro al mese. Se poi hai famiglia e figli piccoli, mettici il cambio di guardaroba ogni tot mesi, la retta del nido o la refezione della materna etc. E se per un certo periodo (sfiga, malattia, casini della vita) ti trovi in una situazione di mono-reddito, vai in debito d’ossigeno anche con uno stipendio molto più alto di 1300 e qualche risparmio da parte. Per dire, io vivo in periferia, in affitto, in un appartamento proporzionato per viverci in tre (due adulti e una bimba, senza contare le due gatte). Pago 950 euro al mese di solo affitto, senza contare spese condominiali, bollette e cazzi vari, e a Bologna 11.400 euro annuali sono un affitto medio, nella norma. E per fortuna che, fatta la media mensile, io ho entrate superiori a quelle di un insegnante, ma quando per varie ragioni mi sono trovato a tirare da solo la carretta familiare, mi sono mangiato quasi tutto quello che ero riuscito a mettere da parte. Se dico che con 1300 euro al mese, che sono poi 15.600 in un anno, in questa cittade non si campa bene, e qualcuno mi dice che non ho il polso, io rispondo che a lui manca proprio tutto il braccio, e gli chiedo pure in quale sarcofago di bambagia viva, e come si permetta, da dentro quel sarcofago, di dare lezioni agli altri e magari far loro anche la morale. Per me pole essersi laureato con chicchessia, ma resta uno fuori dal mondo.

  15. Io il sarcofago di bambagia viva non so nemmeno cosa sia, ho sempre campato a stento, forse proprio per questo non me la sento di sputare su 1300 euro al mese. Ormai sono quasi un privilegio, roba da metterci la firma sopra. Qui non ci si rende conto che le famiglie fanno le rate per comprare i libri di testo, non vedo come si possa pretendere di aumentare gli stipendi degli insegnanti. E’ vero che in altri paesi sono più alti, ma anche quelli degli operai lo sono. In Francia o Germania gli insegnanti avranno anche più “prestigio” sociale, ma le loro retribuzioni non sono superiori a quelle di tante altre categorie di lavoratori. Se non vi sta bene il trattamento fate le valigie, associatevi, create scuole libertarie. Viva Francisco Ferrer, viva l’ecole Bonaventure, vi saluto.

  16. Appunto, proprio perchè la situazione generale è così nera risulta un po’ assurda e contraddittoria (rispetto a ciò che dici nell’ultimo commento) questa tua precedente frase:”L’ultimo è che agli insegnanti, qualora schifati dal trattamento che ricevono, è riservata la libertà di preservare la propria dignità licenziandosi”.

  17. Mi piace il ragionamento: siccome gli operai hanno uno stipendio più basso di quello degli insegnanti, che di per sé non garantisce un livello di vita stabile, che si fa? Si aumentano gli stipendi degli operai? Ma no, si abbassano quelli degli insegnanti.
    Proprio da Nobel per l’economia.

  18. Questo Galosi è la dimostrazione che – lo so, sono noioso – questo paese è da bombardare. Che siano i mammasantissima che girano in Suv a disprezzare gli insegnanti (perché, dal momento che guadagnano poco, non sono degni di interloquire con loro, semianalfabeti ma ricchi) è, paradossalmente, quasi normale. Ma che a definirli “privilegiati”, con tono perfettamente serio, sia uno che “ha sempre campato a stento” dà veramente – per citare il suddetto – il polso della situazione.
    Significativo, anzi sintomatico, il riferimento al costo dei libri di testo (la madre di tutti i falsi problemi: i genitori che inveiscono ogni tre per due contro gli insegnanti per il costo dei libri sono gli stessi che comprano tre cellulari all’anno ai loro pargoletti).
    Un popolo che si è lasciato fare il lavaggio del cervello fino a questi estremi risultati non merita nemmeno un’analisi statistica o sociologica. Merita di sparire. Non con uno scoppio, ma con un suono di sciacquone

  19. Hai scambiato un congiuntivo per un aggettivo: la bambagia è materia morta. E anche noi siamo materia morta, quando ci accontentiamo di tran tran e miserie, rinunciamo ad alzare lo sguardo, e addirittura difendiamo l’esistente e mostriamo disprezzo per chi vuole cambiarlo.
    Esiste un premio Nobel per la rassegnazione?
    Quanto ai “Lei non sa chi sono io!”: no, non lo so.

  20. Vabbè, ma una persona che afferma che “gli italiani” hanno scelto questo governo, ha già detto quanto basta per far capire le ragioni sottese al suo livore verso gli insegnanti.

  21. Una persona che afferma che i genitori (naturalmente tutti) comprano tre cellulari all’anno ai loro pargoletti, ha detto ugualmente tutto sulle ragioni del suo livore. Dunque a ognuno il suo.
    In quanto a congiuntivi ed aggettivi, beh, non tutti siamo scrittori.

  22. In Francia e Germania le retribuzioni degli insegnanti sono migliori, in valore sia assoluto che relativo, di quelle dei loro colleghi italiani. In generale, le retribuzioni dei lavoratori italiani sono più basse di quelle dei lavoratori europei (esclusi portoghesi e greci).
    Poi, lo so anch’io che il 60% dei lavoratori italiani prende meno di me. Resta che col mio stipendio da insegnante ho dovuto andar via da Bologna perché non me la potevo permettere, vado in vacanza al mare a casa dei miei genitori e, di mio, mi concedo 5 giorni con la mia media naraja: e questo è tutto. E, aggiungo, per fortuna arrotondo con i diritti d’autore, il che mi consente di avere in banca ciò che basta per comperare un’auto usata, se la vecchia 4ruote 14cenne dovesse tirare le cuoia. Il fatto che 6 italiani su 10 non arrivino al 20 non rende migliore la condizione di chi arriva al 25, se il mese è sempre di 30 (e, come Diamanti insegna, il 58.3% dei mesi sono di 31).

  23. Hai un bel parlare di cifre. Ai Galosi non interessano le cifre reali, interessano i sondaggi.
    Deve far parte di quella felice maggioranza che a creduto alla storia dell’emergenza sicurezza. Sempre per la serie “con la realtà mi ci pulisco il…”

  24. Ecco l’Adamantino svelato: la solita guerra fra i poveri. Da come ti eri espresso lassù coi tuoi 5 problemi (che in realtà erano punti, o soluzioni, ma vabbé) mi sembravi un creativo della Diesel, cioè uno stronzo per constituzione fisica innestato nel SUV. Invece viene fuori che guadagni meno di un insegnante, e invece di prendertela con chi di dovere ti sfoghi con chi realizza 200 euro al mese più di te, come se fosse l’Irraggiungibile, il Privilegiato, il Nemico da scovare nella tana. Andare all’estero è la grande prova di forza? Non so sai, mi sa che la vera prova di forza consiste nello stare qui ad ascoltare le geremiadi degli allievi di Diamanti che urlano al vento la loro frustazione, perché in quanto “allievi di” si meritavano di più. Iniziamo a capire perché siamo ridotti così, invece di sbranarci sui resti di un banchetto consumato da altri.

  25. O allievo di Ilvo Diamanti, ma casso, la lingua italiana!
    Guarda cosa hai scritto: “Una persona che afferma che i genitori (naturalmente tutti) comprano tre cellulari all’anno ai loro pargoletti”, riferendoti a questo passo dell’intervento di Francesco: “i genitori che inveiscono ogni tre per due contro gli insegnanti per il costo dei libri sono gli stessi che comprano tre cellulari all’anno ai loro pargoletti)”.
    Orco can, ma nello scritto di Francesco c’è un bel pronome relativo! “I genitori CHE… sono gli stessi CHE…”, mica “I genitori (tutti) comprano tre cellulari”, orco can.
    Chi male legge peggio intende, diceva la mia nonna.

  26. eh, ma col Galosi si va di penna rossa che è un piacere. Vedi, se i tuoi insegnanti fossero stati retribuiti con uno stipendio commisurato al loro alto compito, invece di disertare la classe per scioperare invano ti avrebbero insegnato meglio la sintassi.

  27. Io domani mattina vado in una quarta (elementare) con 19 ragazzini, più uno dislessico che però non ha bisogno del sostegno (dicono in provveditorato…) e uno che il sostegno lo potrebbe avere ma la mamma non lo vuole chiedere perchè si vergogna e che giovedì si è avvicinato alla finestra (siamo al 4° piano) e mi dice: ” Maè, vuoi vedere come mi butto?”
    Mi sono collegata sul sito della mia banca ed ho appurato che mi hanno accreditato 1064 euro questo mese.
    Ho il classico orario del cazzo perchè sono in assegnazione provvisoria e se non vado con la macchina, a scuola non ci arrivo, anzi non torno più a casa la sera.
    E ad Amalfi il parcheggio si paga tre euro l’ora!
    Per fortuna che mia madre è andata in pensione quest’anno (insegnante pure lei), quindi il bambino di 15 mesi me lo tiene perchè se dovevo pagare pure una retta dell’ asilo o una baby sitter, a lavorare ci andavo per mantenere il posto.
    In pratica, pur lavorando tutti e due, viviamo solo con lo stipendio di mio marito!

  28. riguardo al ministro brunetta e al post di claudiab che parla dei pidocchi rifatti,la mia povera madre diceva anche “merda montà in scagno o la fa spussa o la fa danno”. da veneto mi sento di dire, guardandomi intorno,che nella nostra genesi deve nascondersi qualche tremendo peccato originale.di sicuro il servilismo e il lecchinaggio verso i potenti qui è allo stato dell’arte.

  29. Ciao Loredana. Cari auguri per l’operazione. Dunque, non sono intervenuto perchè ho visto molta animazione su questo argomento. C’era anche Roberto, alias WM1, che ringrazio per aver tenuto alta la bandiera degli insegnanti ( e ringrazio tutti gli altri che lo hanno fatto). Io sono partigiano, perchè mia moglie è insegnante e porta a casa giustappunto quei 1.300 euro al mese. Tra orario di lezione (28 ore/settimana), che è quello che si tende a considerare come il lavoro degli insegnanti, riunioni di programmazione, consigli, circoli, mense, e lavoro a casa, fa una quarantina di ore piene a settimana. In un anno, togliendo luglio e agosto, le vacanze di pasqua e di natale sono appunto circa 1.600 ore (consideriamo 40 settimane). Io lavoro in ufficio, il mio orario è di 7,5 ore/gg per circa 220 giorni lavorativi: sono 1.650 ore. In ufficio non la responsabilità di 20-30 bambini, non devo sgolarmi e stare attento che si facciano male e che crescano bene, non devo portarmi la carta da casa per fare fotocopie, nè la penna, nè il computer, nè i cartoncini, nè altra cancelleria: mia moglie porta tutto a scuola a sue spese (e poi è anche costretta a chiedere ai genitori di portare le risme di carta a scuola, perchè non bastano). Io prendo il doppio, circa e, ah, ho i ticket, mia moglie no. E non parliamo delle gite, degli spettacoli scolastici eccetera, perchè è tutto lavoro gratis con materiali finanziati in proprio. Nelle scuole non hanno neanche più i fazzoletti per piangere. Pochi giorni fa hanno annunciato che tutte le maestre dovranno fare (grazie alla riforma Gelmini) un corso di Inglese, così tutte potranno insegnarlo. Mi domando come faranno: l’età media delle insegnanti è superiore a 50 anni, e molte non hanno mai, dico mai, letto una parola d’inglese in vita loro. Basterà un corso per renderle in grado di insegnare l’inglese ai bambini come si deve? Ne dubito.
    Ho sentito un parlamentare di AN dire che in Italia abbiamo un insegnante ogni 9 alunni, mentre in Europra ce ne è uno ogni 13: quindi ne abbiamo troppi. Demagogia? Secondo me, sì. Beh l’Italia è forse l’unico paese europeo a non avere classi differenziate per i bambini con difetti o handicap (in germania hanno le classi differenziate), ma ha invece gli insegnanti di sostegno. E siccome l’insegnante di sostegno segue pochi alunni (ma molto problematici), ecco che abbassa il rapporto e ci rende “inefficienti”. Ma l’insegnante di sostegno è una delle cose più avanzate della nostra scuola! Oppure vogliamo tornare a a isolare i bambini con più problemi? Probabilmente sì, visto che vogliamo fare le classi per i bambini “negri”, facciamole anche per i bambini handicappati. Anzi facciamo che chiudiamo le scuole pubbliche e lasciamo solo quelle cattoliche, che facciamo prima e almeno la smettiamo di sorbirci l’ipocrisia.

  30. I dati statistici su quanti insegnanti abbiamo per tot alunni sono SEMPRE inficiati da almeno 2 grosse pecche:
    1. in molti paesi tutto ciò che è sostegno ai portatori di disabilità NON È a carico del Ministero dell’Istruzione, ma della Sanità. Questo vuol dire non solo che gli insegnanti di sostegno altrove no sono considerati “insegnanti” (dal punto di vista amministrativo e contabile, ovvio), ma anche, già che ci siamo, che i bilanci dell’istruzione sono più magri altrove perché una certa quota la mette il ministero della Sanità;
    2. l’Italia è caratterizzata da un numero altissimo di piccoli centri di montagna: intere regioni sono quasi prive di pianura. Ecco perché le statistiche danno classi con “pochi” alunni: e infatti il ministro d/Istruzione s/offre per tagliare le piccole scuole.

  31. premetto che non voglio generalizzare;molti,molti anni fa una persona a me vicina ,è stata letteralmente massacrata nei primi anni delle elementari.alla fine,dal momento che il suo carattere era molto vivace e non facilmente gestibile fu inserito nelle classi differenziali.il risultato fu pessimo,e io credo che tutto questo lo abbia poi pagato in qualche modo per tutta la sua vita fino ad ora.quello che voglio dire è che ci dovrebbe essere maggiore attenzione all’equilibrio di chi deve insegnare a dei bambini…potrei portare altri esempi che mi riguardano,ma scrivere con una tastiera per me è un vero strazio.saluti a tutti

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