E CHE SIA BELLO DAVVERO

Natalia Aspesi scrive così su Repubblica di oggi, in previsione dell’anno che verrà:
Oberate dal basco all´uncinetto, strizzate negli stivali aderenti e stringati, tanto per seguire una imprevista e fortunata moda impoverita che si è imposta anche alle sessantenni dall´animo sedicenne, le signore vedono nero: quale nuova fregatura porterà il 2010, dopo aver scoperto, negli ultimi mesi, che per essere vere femmine desiderabili bisogna almeno essere trans? Da questo punto di vista si è persa ogni fiducia negli uomini e non sarà certo il partito dell´amore, la politica elevata ad amore e l´amore denigrato a politica, a rallegrare né la realtà né i sogni e i pensieri.
Anche perché i sondaggi dicono che più le donne diventano capi di stato o superscienziate o premi Nobel, più perdono terreno, più le lusingano dicendo che il futuro è femmina, più si ritrovano ingarbugliate nei problemi femminili di sempre, e gli uomini per conto loro, persino in vacanza in convento per non doversene occupare e il famoso amore sempre più tetro e noioso, dopo un po´.
Per tutte queste ragioni paludose, sarà l´anno del web come bene rifugio: non tanto per corrispondenze amorose virtuali diventate anche romanzo, con uomini di cui si diffida pure per mail, quanto per stendere una rete di comunicazione, confessione, supporto, solidarietà con altre donne, con o senza basco, con o senza stivali.

L’augurio è che sia davvero l’anno del web come luogo di confronto e crescita.
Per quanto riguarda le donne, il 2009 è stato un anno controverso: la cosiddetta questione femminile è, sì, emersa dal punto di vista mediatico, ma quando l’onda è rifluita ha lasciato parecchi detriti. Almeno, off line. Il ritorno dei piccoli gruppi di potere, per esempio, che per anni hanno avocato a sé ogni possibile discorso sulle donne e che adesso (adesso!) tornano a farlo escludendo da incontri, convegni, seminari e bibliografie altre donne e soprattutto altre modalità di riflessione e di intervento su quegli stessi argomenti. Prevedibile quanto desolante.
Ma c’è la rete. E la rete ha dato e sta dando moltissimo in questo e altri settori: si veda, anche se può sembrare fattore secondario, il passaparola di autori e lettori di fantastico che in questi stessi giorni, dopo il megapost sui monnezzoni,  stanno proponendo letture apparentemente mainstream ma dove il genere è invece più che presente.
Dunque, buon anno a chi sul web interviene, discute, riflette con passione e responsabilità. Che il 2010 sia magnifico. E che lo sia per tutti, naturalmente.

10 pensieri su “E CHE SIA BELLO DAVVERO

  1. buongiorno Loredana, ti scrivo dalla libreria Trame a Bologna e ti ringrazio per le reti che tessi…
    il basco di Natalia Aspesi mi ha fatto ridere e sospirare…
    speriamo di farcela anche questa volta e di saperci proporre alle nostre figlie adolescenti come persone coerenti e con progetti ariosi
    in bocca al lupo a tutte noi e buon lavoro sul web e sulla radio
    Nicoletta

  2. Anno nero e terribile, invece, a quante praticano la censura sistematica, squallida, komeinista e demenziale del pensiero dissidente.

  3. Velocissimamente.
    Concordo sì, su tutto, mettendo l’accento su ‘confronto e crescita’.
    E, certo, no alle conventicole, ai piccoli gruppi di potere, alle gestioni avocanti.
    Mammamia, no.
    Auguri a te, e a tutte tutti.

  4. Anche a lei auguro un 2010 sereno. Mi auguro e auguro a tutti che il confronto e la crescita, oltre che sul web, possa crescere in politica e nella società in genere. Un confronto che non sia scontro, ma dialogo costruttivo nel senso che ci si ascolti di più e si tenga in considerazione anche le parole e i pensieri degli altri. In quanto alla crescrita, sta ad ognuno di noi soggettivamente ‘crescere’ spiritualmente, moralmente e culturalmente. Auguri a tutti.

  5. Un augurio alla Rete perchè continui a crescere libera, feconda di idee e luogo di amicizia e scambio civile di opinioni.
    E un augurio a te, Loredana cara, per un 2010 come tu lo vuoi.
    E un augurio di buon anno a tutti noi.
    Milvia

  6. Lasciamo stare! Ho passato il primo giorno del nuovo anno ad ascoltare due uomini che “bah le donne che lavorano…. non si dovrebbe trovare soddisfazione nella famiglia?!? Stare a casa invece che abbandonare i figli. Mica si può avere tutto dalla vita. Ti sei formata una famiglia? La devi curare” E queste erano le cose più gentili….. Mi sono messa a piangere, letteralmente. Non credo che siano i soli a pensarla così, hanno solo il “coraggio”, la sfrontatezza e il cattivo gusto di essere sinceri. Se il buongiorno si vede dal mattino…..

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