E INSOMMA…

…insomma, per questi tre giorni mi riprometto letture (in pole position, Un lavoro sporco di Christopher Moore, vecchi libri e nuove bozze), molto sonno, qualche lavoretto piacevole (copiatura – a mano – di numeri di telefono in una nuova rubrica).
Caro commentarium, Buon Natale. E, come sempre, ma stavolta di più, state bene.

11 pensieri su “E INSOMMA…

  1. Salve. Mi chiamo Michela, sono una ragazza di 17 anni e poco tempo fa sono incappata (per modo di dire) in “ancora dalla parte delle bambine”.
    Io non ho niente contro di lei nè contro il suo libro (lo devo finire per poi poterlo giudicare sia male che bene), ma mi permetta di farle una domanda: secondo lei è possibile che ragazzi come me siano obbligati a leggere un saggio del genere? ho sempre pensato che questi tipi di letture debbano essere lette per piacere personale, facoltativamente e con la voglia di riflettere. Ma non mi è mai passato per la mente di essere obbligata a leggere un libro che sia al di fuori del programma scolastico. La mia professoressa è una femminista accanita (e fin qui niente di sbagliato) ma per quale motivo noi, ragazze e ragazzi dovremmo per forza e assolutamente assomigliare, se non essere uguali a questa professoressa? Chiedo a lei perchè sicuramente potrà aiutarmi. Grazie

  2. Per questo Natale vi propongo un libro che sta silenziosamente diventando un vero cult: “Il sorcio” di Andrea Carraro, un romanzo avvincente e commovente sul mobbing. IO l’ho comprato perché qualcuno lo consigliava su questo sito o su altri, riconoscibile in libreria perché c’è un gosso topo in copertina tutto vestito da travet. Bellissimo!

  3. Intanto Buon Natale di nuovo.
    Michela…oddio. E’ chiaro che chiunque scriva un libro, e la sottoscritta è fra questi, desidera che chi lo legge non lo faccia “per obbligo”. Oltretutto, io non fornisco risposte, non indico strade, non vado ad aumentare la schiera dei cosiddetti esperti. Ho scritto “Ancora dalla parte delle bambine”, credo di averlo detto un miliardo di volte, sperando che fosse un libro utile: non è un saggio di sociologia nè ne ha l’ambizione.
    Per quello che posso suggerirti io, scrivi liberamente il tuo parere: come se fossi una “recensora” (bruttissima parola: ma “recensista” non esiste, temo). Critica, se senti di criticarlo: ne sarò io per prima contenta. E fammi sapere, a questo punto.

  4. Michela, fa di un obbligo una occasione. Non prendertela, cioè con l’autrice del libro, se la tua prof ti ha obbligato a leggerlo.
    Fa in modo che comunque questa lettura ti sia utile.
    I professori passano, i libri restano.
    ciao e buone feste

  5. Non me la prendo con l’autrice del libro..assolutamente. Dico solo che mi sarebbe piaciuto trovare questo libro nello scaffale di una libreria, leggere dietro la copertina, leggere l’inizio, trovarlo interessante e poi comprarlo. Senza pregiudizi, senza avere idee in testa di nessun tipo.

  6. Beh, Michela: prova a scrivere esattamente questo nella tua recensione (ma fammi capire: il libro è diventato un “compito per le vacanze di Natale”? ). Potrebbe essere un modo per aprire il confronto con la tua insegnante. Altrimenti mollalo, spiegale il perchè e riaprilo se e quando ne avrai voglia.

  7. Esattamente un “compito per le vacanze di Natale”. Inizialmente potevamo scegliere,ma poi la professoressa ha cambiato idea. Grazie ancora e scusi per il tempo che le ho fatto perdere.

  8. Michela ! Intanto congratulazioni, si vede che nonostante insegnanti infami sai ragionare benissimo con la tua testa. Magari perfino il fatto di avere un’ insegnante così ti ha aiutato a sviluppare uno spiritaccio critico, non la sopporti proprio questa che non mette mai in discussione niente !
    E infatti il punto è quello, non il libro della Lipperini, nè il femminismo nè l’imposizione di leggere un libro extrascolastico (in fin dei conti tutta la letteratura è extrascolastica).
    Il fatto grave è che questa :
    “non conosce nè vuole conoscere il parere degli altri, che crede di sapere tutto e che non vuole imparare altro.”
    E tutto ciò è proprio l’OPPOSTO dell’insegnamento, ecco perchè ho osato chiamarla infame, come docente naturalmente.
    Tranquilla, te segui Biondillo, gl’insegnanti passano e perfino quelli cattivi c’insegnano qualcosa d’importante: cosa non diventare.

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