NON CI POSSO CREDERE/AD LIBITUM

In realtà, lo spunto è venuto da Luca Casarini. Per esser chiari: non mi piace affatto il personaggio, e tanto meno il modo in cui ha gestito l’identificazione mediatica come “portavoce” del movimento. Ciò detto, ho trovato ignobile l’intervista fattagli da Fabrizio Roncone per il Corriere della Sera, a proposito del suo prossimo romanzo, in uscita per Mondadori. Titolo “Scrivo un libro per Berlusconi”. Tono dell’intervista, purtroppo non on line, inqualificabile: della serie, tipiche domande riscritte “a posteriori” per provocare l’annientamento dell’interlocutore.
Tanto per precisare: del romanzo nulla sapevo e nulla so. Nè mi interessa unirmi alla schiera dei detrattori o sostenitori prima di averlo letto.
Ma sono partita da qui per cercare fra i blog, casomai qualcuno avesse trascritto l’articolo. Il primo risultato su Technorati mi dà un post di Stamparassegnata che mi fa saltare dalla sedia. E non per Casarini. Per Claudio Risè. Ma sì, dai, lo “psicanalista di formazione junghiana e docente di scienze politiche e sociali”. Cosa dice, dopo aver citato il romanzo di Casarini, il post? Ecco:
“Il Giornale riesce a superare in ferocia ideologica Giuliano Ferrara, che ha iniziato una dieta liquida per chiedere la moratoria sull’aborto. Giordano scodella due paginate in “Cultura e spettacoli” (?) nelle quali vengono analizzati i delitti compiuti “in tinello”. “Cosa spinge un padre a uccidere moglie e figlia? Una madre ad ammazzare il bimbo?”. Semplice, spiega in un’intervista lisergica Claudio Risè, psichiatra, “è l’aborto la causa di tutto, è lui il nulla osta alla violenza: se si può eliminare legalmente un essere inerme, passa il concetto che l’uccisione è un’opzione praticabile” .
Non è vero, mi dico.
Vado sul blog di Risè: è vero.
Com’era la faccenda? Non bisogna essere pessimisti? Le cose, per le donne, sono straordinariamente migliorate?

28 pensieri su “NON CI POSSO CREDERE/AD LIBITUM

  1. Effettivamente non può essere vero !
    Guai a toccare la famiglia, tanto poi interviene la provvidenza.
    La stessa che ha lasciato che i padri venissero meno.
    Dall’intervista a Risè “Gli ultimi studi americani dimostrano che la maggior parte dei casi difficili – tossici, suicidi, carcerati, malati mentali – nasce tra i figli cresciuti senza padre, cioè in famiglie distrutte».”.
    Attenzione, dunque, figli, orfani di padre o figli di ragazze madri, cresciuti con spirito di sacrificio e abnegazione al limite dell’umano dalle vostre sole madri. Attenzione, perchè siete predestinati ! Lo dicono le menti illuminate della nostra società…

  2. Adesso, andrò a leggermi l’intervista di Risè. Cioè guarda che lo faccio con spirito di sacrificio, perchè Risè è notoriamente un onta per l’ordine psicologico tutto e per lo junghiano in particolare che – credimi se ne vergogna un bel po’.
    Però le cose per le donne secondo me sono migliorate eccome. non abbastanza per non doversi preoccuapre per le maleodoranti uscite delle forze della reazione. Ma insomma tra me e mia madre, che ha fatto settanta anni quest’anno – rimane una consistente differenza.

  3. Le donne stanno meglio. Ma su queste cose tipo Risè credo che il problema sia l’informazione, la carta stampata che architetta notizie ad hoc per tirare acqua al padrone di turno…
    I giornalisti stipendiati attaccano l’asino dove vuole il padrone, per contratto. Quelli precari ancora peggio…

  4. oddio che schifo
    Oddio che orrore
    (l’intervistaa risè)L’ho letta.
    Mo ci faccio un contro post pure io. In verità ho provato a lasciare un commento, anche perchè Loredana, c’è il problema grave delle dichiarazioni allucinanti, ma io sento il problema, per me magari non altrettanto grave ma comunque abbastanza, di uno stronzo che scredita la professione e l’ordine con delle dichiarazioni così facili e antiscientifiche.
    Ma il commento non è stato possibile.
    Non so perchè.

  5. Il commento adesso, da quel che leggo, è pubblicato, zauberei. Con tanto di replica indignata del Risè medesimo. 🙂
    Due cose.
    Quando parlavo del “miglioramento” intendevo dire esattamente quel che aggiunge poi proprio Zauberei: “non fino al punto da”. Invece, ultimamente, sento dire proprio il contrario: abbiamo donne astrofisiche e urologhe, perchè vedere tutto nero? Secondo me, abbiamo visto, in molte almeno, talmente tutto rosa da giustificare la riemersione del nero. In tutte le sue forme. Se penso che Risè tiene una rubrica sulla psiche maschile, seguitissima, mi sento male.
    L’altra cosa riguarda l’Annosa Questione ricordata, giustamente, da Sandrone Dazieri, peraltro tirato in ballo malamente nell’Odiosa Intervista. Quel che a me turba è, sì, il ritorno della discussione – oziosa – sull’argomento. Mi turba un tantino di più il dilagare della pratica “parlo del libro anche se non so cosa c’è scritto”. Mi sembra andare per la maggiore, ormai. Pessima cosa.

  6. Nell’intervista di Roncone non c’è nemmeno la finzione di parlare del libro. Lo dice lui stesso in chiusura con uno sfottò. Questo capolavoro di giornalismo d’assalto ha solo un pregio: rende ben chiaro che razza di giornalista sia quello e i fini di chi gli ha commissionato il pezzo. Chissà, magari è un passo avanti verso una nuova trasparenza dell’informazione :-/
    Su Risé davvero non ho parole

  7. L’aborto è l’ultima frontiera degli atei devoti, quelli che sanno sempre dove tira il vento. A me Ferrara, Pera e compagnia salmodiante ricordano molto un senatore pagano romano della fine del IV secolo (Vettio salamadonna), che si recò dal papa e gli disse: “Fammi vescovo e mi farò cristiano”.

  8. Ho letto l’articolo. Per riprendermi dal disgusto ho solo due opportunità: pensare al cervello di Risè come ad una confezione di pasta brisèe scaduta nel ’74, e dedicarmi con cura alla preparazione dei due mega branzini nazionali che rappresenteranno la portata d’onore alla cena di stasera a casa mia. Auguri.

  9. Scusate l’off topic. Leggo adesso il nome di Guglielmo Pispisa sotto il suo commento. Complimenti, Guglielmo, per il tuo Città Perfetta, letto con grangusto appena uscito.

  10. Smettetela! Casarini, uscito dall’itis a calci in culo col 36, non sa neppure come si scriva un libro. Lipperini: anche quando l’avrai letto, non è il libro di Casarini…
    😀

  11. @ Sandrone
    l’intervista (pseudo-?) del Corriere non è, per i tempi che corrono, scandalosa (a parte il basso livello linguistico): un libro non ancora uscito viene attaccato partendo dal presupposto che il genere (ossia lo scaffale che andrà ad occupare nella libreria) è importante, la trama (che per alcuni è già una brutta parola) no; la carta d’identità, e le eventuali amicizie, dell’autore sono importanti, la scrittura no; la casa editrice è importante, a prescindere, l’intenzione dell’autore no. Dov’è la novità, in un contesto nel quale i critici (sia quelli “laureati che i contestatori del “sistema editoriale”) sembrano dividersi tra quelli che recensiscono fingendo di aver letto e quelli che ormai si vantano di non leggere i libri che stroncano?

  12. io continuo a crederci ( ad libitum) e per assonanza: a bitume, giungla d’asfalto, strada maestra, main stream, in_f-lusso d’in_conscia ( in)coscienza collettiva, subliminali messaggi minimali , che permeano alt(r)i strati, e cirri e nembi e si accumulano in cumuli, ed acide piogge che scendono e dilagano e si diffondono in di(f)_fusa cultura.
    L’intellighenzia propalata tramite sms ( vieni da me ke io verrò da te … sconvolgeremo il mondo con riciclati rancidi pensieri… ratzi-risè-ferrara, cento e il suo carne_vale ) per rifondare il nuovo vecchio mondo , nuovo vecchio pensiero, etica nuova desunta da un vecchio dimenticato testamento…
    Ah! Bramo Abramo e Isacco…
    Spirito di sacrificio…
    Chiamatemi Ismaele…
    Temo che tutto ciò derivi dalle eccessive tracce di stronzio nell’acqua minerale…

  13. d’accordissimo su roncone. che possa esserci un problema di coerenza per casarini nel pubblicare con mondadori è possibile ed è un legittimo argomento di discussione. Da qui a farne un’intervista-fucilazione alla schiena ne corre, ma si conosce il personaggio roncone. Quanto a Risè, ourtroppo si conosce anche lui…Grazie per la citazione. sr

  14. Premetto che, come Loredana sa perfettamente, amo essere spesso voce fuori dal coro. Ma, innanzitutto, mi piace dire quello che penso o, in alternativa, tacere.
    Faccio lo stesso mestiere di Fabrizio Roncone e, talvolta, è anche capitato che io e lui scambiassimo due chiacchiere.
    Non ci siamo sentiti (nè credo ci sentiremo) a proposito della sua intervista a Casarini. Da giornalista, però, ho il “sospetto” che la dinamica e la struttura del suo pezzo siano state adottate in ragione di un appeal dell’intervista medesima. Mi ha ricordato, per certi versi, quegli “interrogatori” fatti da “Le iene”. Una sorta di provocazione a beneficio dell’incisività della comunicazione.
    Se poi il risultato ottenuto da Roncone soddisfa, è questione di gusti.
    Io, chiedo scusa, mi soffermo solo sulla tecnica giornalistica del pezzo e lo trovo remoto dal paludato pistolotto.
    Se poi Roncone detesta Casarini o lo ami, questo al lettore dovrebbe fregare pochissimo. L’importante, di solito, è se il personaggio intervistato viene fuori o meno.
    Personalmente, leggendo, non vedo la sottolineatura di un contraddizione tra l’essere anti-Berlusconi e pubblicare per la Mondandori.
    La casa editrice è piena di autori di sinistra così come Zelig pullula di comici anti-Silvio.
    E questo, sinceramente, non mi pare nè scandaloso nè contraddittorio.
    Non sarebbe scandaloso nemmeno leggere autori di destra su edizioni di sinistra, o vedere comici anti-D’Alema su reti “rosse” (aggettivo usato tanto per capirci).
    Di queste due ultime eventualità mi sfuggono ora degli esempi, ma è un dettaglio.
    Personalmente credo che, se ne ha avuta la possibiltà, Casarini ha fatto bene a pubblicare il suo social-noir con Mondadori.
    Ai lettori, semmai, il compito di considerarne il valore. Specialmente gli ospiti di questo autorevole blog non sono molto inclini a mettersi in soggezione davanti all’altisonante marchio di una casa editrice.
    Tradotto: se sulla cacca ci spolveri il tartufo bianco, sempre di merda sa.
    L’eventuale ineleganza di Casarini potrebbe essere semmai nella denominazione “Allo sbirro morto” che ha dato al suo pub. Però, sinceramente, sembra così retriva da apparire come una “Balilla” nell’autosalone della “Maserati”.

  15. Benissimo, voce fuori del coro.
    Anch’io faccio un mestiere quanto meno simile, e dico la mia: sono sinceramente e clamorosamente stufa del discorso sull’appeal delle interviste. Le medesime servono a comunicare, appunto, anche qualora l’intervistatore parta da una posizione di disaccordo con l’intervistato.
    L’intervista di Roncone, se vogliamo rimanere sull’aspetto tecnico, è tutta alla ricerca dell’effetto:
    -Il problema, Casarini, è se strano dovesse sembrare anche ai suoi compagni no- global…
    “E Claudio Bisio, allora?”
    -Bisio?
    “Bisio, che è di sinistra,non lavora a Ziling , su canale cinque? E poi, che ne so? Altri scrittori tipo Lucarelli o Saviano? Anche loro : Pur essendo di sinistra, pubblicano con la Mondadori. E comunque, guardi, il mio vero problema è un altro.
    -Quale?
    “ Allora: Io e altre tredici compagni siamo in Corte D’assise, a Cosenza, per un faldone dei fatto del G8”
    -E allora?
    “La presidenza del consiglio dell’epoca, cioè Berlusconi, ci ha chiesto cinque milioni di euro per – Danni all’immagine dell’Italia – … e così…”
    -Capito.
    “Non è fighissimo? Se Berlusconi vuole quei soldi, deve cominciare a pagarmi… Senta, ma non parliamo un po’ anche della trama del romanzo?”
    -Un’altra volta Casarini
    Ora, Enrico, io detesto i pistolotti paludati: ma si può fare ottima cronaca culturale, e non solo, senza essere paludati e senza inseguire l’appeal. A me sembra che questo accada sempre meno.
    Quanto all’Annosa Questione, Sandrone ha correttamente riportato il link ad una discussione ormai ben nota in rete. Sarebbe stato quanto meno onesto prenderne visione prima di concepire un’intervista del genere.

  16. @ loredana:
    che bello, per una volta, “detestarci” un po’! 🙂
    Capisco la tua nausea verso l’appeal. Sapessi quante nausee ho io facendo ‘sto mestiere da 33 anni!
    Però, generalmente, io credo che il “pezzo” debba suscitare nel lettore la voglia di scoprire. Hai ragione quando lamenti l’assenza di un qualunque accenno al romanzo, ma (per me) meglio questo di quelle pseudocritiche che vogliono farti sentire più o meno cretino a seconda che tu condivida o meno il verbo del mentore.
    La domanda (pardòn) è una sola: dopo il pezzo di Roncone, ci saranno un po’ di persone invogliate a comprare il libro di Casarini e (poi) farsene un’idea autonoma? Se la risposta è sì, Roncone ha fatto quello che doveva, ossia divulgare.
    Del resto, a Loreda’, stiamo parlando di un personaggio decisamente connotato. E’ abbastanza intuibile cosa puoi trovare in un libro di Casarini, nel bene e nel male ovviamente.
    Così come sarebbe intuibile il contenuto di un eventuale libro di Maurizio Boccacci.
    A occhio, e non per piageria, mi pare più rivoluzionario “Ancora dalla parte delle bambine” che il noir di Casarini
    🙂

  17. Ok, mi rimbocco le maniche. 🙂
    Quello che io continuo a non condividere è che si contrapponga l’intervista ammiccante e fighetta al pezzone noiosissimo. Non è così: esiste una terza via tutt’altro che mediocre, che è quella di scrivere in linguaggio chiaro e non autoreferenziale (perchè anche l’intervista fighetta lascia trapelare più la natura dello scrivente che quella dell’intervistato: errore, a mio umile parere) ma fornendo informazioni.
    Ora.
    Ammesso che qualcuno trovi “notiziabile” la faccenda del Casarini scrittore (a me, sinceramente, interessa molto poco), io contesto esattamente quel tuo “è intuibile”. Non lo intuisco, invece. Magari il medesimo è estremamente criticabile come “portavoce”, ma ha talento come scrittore. Al momento, come ho detto, non lo so: non ho letto il libro e non lo saprò finchè non lo aprirò.
    Questo si sta vagamente dimenticando: parlare delle cose che si conoscono. Ne abbiamo avuto qualche esempio anche in rete, peraltro…
    🙂

  18. Spassionatamente. Non avrei mai scritto quall’intervista così come l’ha scritta Roncone. Forse meglio, forse peggio. Non lo so.
    Potrei dire che, giacché se ne sta parlando tanto almeno un risultato l’ha ottenuto. Del resto si parla anche di Hitler, ma da qui a dire che sia stato un simpaticone ce ne corre.
    Premettendo che ne sono abbastanza refrattario, non ritengo poi del tutto disdicevole che si parli anche di cose che non si conoscono. Credo che dipenda sempre e comunque dal modo con il quale si parla. Spesso, inevitabilmente, si parla di cose riportate da altri. E’ fatale. Ma allora è bene sottolineare che si tratta di impressioni e non di certezze.
    Altrimenti, oggi, per esempio sarebbe impossibile parlare delle guerre puniche.
    Affrontando Casarini, io avrei certamente dato qualche informazione sul romanzo facendo passare in secondo piano “l’esser personaggio” dell’autore. Ma informazione, dico, e non giudizio. Quello nessuno ha il diritto di espropriarlo ai lettori.

  19. gli scienziati trascorrono l’esistenza cercando gli algoritmi che spiegano i fenomeni naturali.Risè(autore di alcune risposte formidabili nella rubrica che cura sul magazine del corriere)non fa eccezione.E magari se ritenta la prossima volta sarà pure più fortunato

  20. probabilmente non è necessario nemmeno fare testa o croce:basta eccedere nel dosaggio del brachetto(che notoriamente è un Sangiovese spumantizzato mascherato da estratto di vitigno savoiardo).Prosit

  21. Da questo punto di vista, allora la Franzoni è una santa: sicuramente è contraria all’aborto, e se ha ucciso il figlio non è colpa sua ma dei “condizionamenti culturali” (termine che oggi si spreca) derivanti dalla cultura della morte eccetera….
    Interessante notare che quando si parla di aborto (interruzione di gravidanza), colpa e responsabilità vengano SEMPRE addossate alla donna e praticamente mai all’uomo che, comunque, nel concepimento la sua parte l’ha fatta (e, visto che concepimento c’è stato, anche con piacere)….

  22. Beh, ma alla fine ‘sto romanzo di Casarini ve lo siete letto o no? Ve lo chiedo perchè il libro adesso è uscito e mi pare che nè il Corriere nè altri (forse Il Manifesto fa eccezione) ne stiano minimamente parlando, mentre l’assurda intervista di Roncone sta di nuovo girando come se fosse stata fatta l’altroieri.
    Io l’ho letto e mi è piaciuto, a cominciare dal titolo “La parte della fortuna”. Forse c’è un po’ troppo melodramma, probabilmente generato dai rivolgimenti nella vita privata dell’autore, ma questo lo inscriverebbe alla grande nella più autentica tradizione italiota… Comunque un bel spaccato della realtà dei CPT – direi che si accompagna bene ai reportage di Gatti e li completa – e per quante se ne possa dire, e se ne diranno, dell’autore non credo che abbia dovuto “farsi inventare” niente. Bella prima!

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