ESERCIZI DI POTERE

Fra un paio di giorni arriva in libreria Esercizi di
potere
, a cura di Iain Chambers per Meltemi. E’ una raccolta di
brevi saggi che nasce da un seminario napoletano di un anno fa. E, per vie
diverse, “aspira a rielaborare l’eredità critica di Antonio Gramsci e Edward
Said
: il primo relegato nell’ombra dall’inerzia della cultura
istituzionale, il secondo uno straniero che ha inciso solo in maniera obliqua
sulla realtà italiana”. Cito un passo dall’intervento di Chambers.

“Nell’arco del ventesimo secolo (…) resta invariato il
grande salto effettuato nel pensiero critico occidentale da Antonio Gramsci e
poi rielaborato da Edward Said: capire che la lotta politica, culturale e
storica non consiste nel rapporto tra la tradizione e la modernità, ma tra la
parte subalterna e la parte egemonica del mondo. Da questo cruciale spostamento
delle coordinate critiche emerge una valutazione radicale del senso dinamico, e
perciò aperto e mai conclusivo, della cultura. Nel riconoscimento della
resistenza, della devianza, della deriva, delle alternative e del rifiuto, si
individuano dei poteri che cercano di configurare e combattere con tutti i
mezzi possibili il “senso comune”, ovvero egemonico, del mondo odierno. In questo
senso, per riprendere la voce di Walter Benjamin, i morti continuano a parlare,
insistendo in un dialogo con noi in cui la storia non è mai conclusa: essa è
sempre ora.

(…) La richiesta urgente di un rinnovamento critico
dell’attuale cultura italiana che emerge da questa prospettiva è stata
raramente recepita: la cultura popolare e/o di massa è rimasta una categoria a
parte per una sociologia del settore; il Sud, dentro e fuori Italia, un
problema in sé senza conseguenze cruciali per la cultura nazionale. Solamente
l’aspra critica di Pier Paolo Pasolini resta un’eccezione che illumina un
paesaggio critico dominato dal placido destino di un moribondo storicismo”.

4 pensieri su “ESERCIZI DI POTERE

  1. Ciao Spettatrice, scusa per il ritardo.
    Devo dire che a dispetto di quel che avevo frettolosamente scritto concordo abbastanza con ciò che dici, io stesso ho fatto con gli africani esperienze simili a quelle che descrivi. Fra l’altro ho messo “negri” fra virgolette, i berciatori eran peruviani, gli accoltellatori albanesi e i defecatori per le scale naturalmente non si sa.
    Volevo dire (e mi rivolgo anche a R. Abbate, che ha ragione pure lui) che il razzismo non nasce SOLO dalla necessità dell’uomo nella sua miseria (esistenziale) di crearsi qualcuno da sentire geneticamente inferiore, come sostiene Sartre; spesso l’insofferenza nasce dal conflitto fra stili di vita profondamente diversi: se uno rompe i coglioni con schiamazzi, puzzi, violenze perché a casa sua si fa così, l’insofferenza provocata non sarà razzismo ma semplice difesa del proprio modo di vita, fosse pure il rompicoglioni biondo e svedese.
    Se però il comportamento incivile diventa retaggio di un etnìa particolare o comunque degli stranieri poveri, ecco che il passo verso il vero razzismo diventerà breve, anche fra chi razzista non era mai stato.
    E ora ti racconto un episodietto istruttivo capitato nel palazzo d’una mia amica: colà s’era stabilita una famiglia cinese, tranquillissima ma subito invisa alla maggioranza degli inquilini, che tanto si sono ostilmente adoperati da ottenere dopo qualche mese la dipartita degli intrusi.
    I quali però hanno ceduto l’appartamento ad un africano, bravissima persona ma pieno d’amici che tutti i giorni e le notti fanno festa a casa sua, con disperazione somma del condominio.
    Vedi bene, da una situazione in cui l’unico motivo di avversione era il razzismo puro e semplice ora finalmente gli inquilini hanno un motivo VERO per cui dolersi dell’invasione straniera.

  2. A Nautilus,
    l’unica persona che conosco che pisciò nell’ascensore di una casa in cui vivevo era un amico di un mio amico sbronzissimo, ricco sfondato e abbastanza fascista. Non sto scherzando erano solo i primi anni ’80 e non c’erano negher che cagavano in quel condominio. Altre persone particolarmente sgradevoli che ho conosciuto erano dei campeggiatori tedeschi (alti, biondi) che in Sardegna mollavano i rifiuti in spiaggia perchè probabilmente non avevano voglia di fare qualche kilometro (come noi si faceva) e portarli sino al primo cassonetto. Solo che forse per loro noi eravamo inferiori e il nostro suolo pure 🙁
    Battuttaccia, lo so, considerando che molti italiani non si comportavano meglio.
    Date queste premesse non traggo nessuna generalizzazione sui figli di papà sbronzi (anche se mi piacerebbe) o su quelli che consideriamo
    ‘germanici’. No, non mi piace avere ‘negri’ anche con se occhi biondi e capelli azzurri 🙂
    Però ho una certa sensibilità nei confronti dei figli di papà (e pure dei loro papà,) anche se non pisciano negli ascensori e non importa di colore di pelle o religione siano, ma questa è un’altra storia 🙂
    besos

  3. Loredana, mi accorgo solo ora che siamo OT come prima ma su un altro post ancora, scusa.
    Nautilus che famo? sarebbe bene che i nostri bisognini fossero almeno fatti tutti nella stessa scala, almeno si ramazza solo quella 🙂
    besos

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