«[Mo] sapeva che a Caterina, Cecilia e Maria, quando avessero messo piede su Deneb, nessuno avrebbe chiesto di compilare un modulo sbarrando la F. e non la M. per relegarle di conseguenza in uno scompartimento di seconda categoria.» (Bianca Pitzorno, Extraterrestre alla pari)
Cose che accadevano nel 1979. Un decennio moriva per entrare in un’epoca più immemore. La “Ragazza Cioé” comunicava alla folla convenuta al Festival dei poeti di Castelporziano che voleva esprimere “le sue vibrazioni”. Mino Pecorelli veniva assassinato. Usciva Extraterrestre alla pari di Bianca Pitzorno, in cui semplicemente si racconta la storia di Mo, nativo del pianeta Deneb, dove si conosce il proprio sesso solo a vent’anni, e che grazie a un programma di scambio intergalattico sperimenta sulla terra cosa significhi essere maschio o femmina, alternativamente.
E’ uno dei libri più belli di Bianca Pitzorno, famoso come tutti quelli che ha scritto, e che hanno accompagnato più generazioni di lettrici. Ora, per la seconda volta, dopo la polemica primaverile su uno dei suoi capolavori, Ascolta il mio cuore, un progetto sulle pari opportunità viene bloccato perché si è appreso, su segnalazione della solita mamma, che in una delle classi si leggeva Extraterrestre alla pari.
Ho appreso la notizia ieri sera. Questa mattina osservavo i passeggeri sulla metropolitana, avvinti da video sparati da Facebook a tutto volume. Ridevano, tutti contenti (in apparenza). Mi sono chiesta cosa dobbiamo fare. Cosa devo fare io, nel mio piccolo. Mi sono chiesta perché ci ascoltino e ci leggano sempre le stesse persone. Mi sono chiesta perché in pochissimi stiano parlando (e lo stanno facendo i giornali DI DESTRA) della partita di Supercoppa italiana a Gedda, dove le donne potranno accedere solo in settori riservati. Mi sono chiesta perché politici e commentatori che sputano sui femminismi 364 giorni l’anno in queste ore abbiano intonato l’antica litania dovesonolefemministechediceBoldrini? Quale maledetto specchio bisogna infrangere per cominciare a muoversi?
His eyes can see
His ears can hear, his lips speak
All the time the needles flick and rock
No machine can give the kind of stimulation
Needed to remove his inner block
Go to the mirror boy!
Go to the mirror boy!
The Who, Tommy
La mia opinione conta quanto la banconota da 3 dollari. Ma, sinceramente parlando e non per piaggeria, mi viene molto difficile, Dama Lipper, trovare qualcosa da fare per il bene del mondo che tu non stia effettivamente già facendo.
Cosa dobbiamo fare? Cosa devo fare nel mio piccolo? Quale specchio dobbiamo infrangere?
Le risposte sono abbastanza semplici . Inanzitutto cercare di lasciare spazio al dialogo, anzi, prima che al dialogo, lasciare spazio all’Altro , alle altrui idee alla loro libera espressione. Per quanto queste possano sembrarci orribili.
Sottolineo il lasciare spazio, il farsi da parte ( il farsi da parte) nel proprio ambito, nei propri luoghi di appartenenza permettendo una presa di coscienza, una comprensione da un punto di osservazione diverso, che gli dia concretezza.
Parlando con certe persone pare proprio che un “valore aggiunto a certe ideologie nazionaliste sovraniste ( per esempio) sia stato quello di considerarle neglette, misconosciute schiacciate dal “ potere dispotico dell’europa , dei mezzi di informazione asserviti alle banche etc..” . Un mio conoscente grande ammiratore su youtube di Diego Fusaro, si lamentava che “ultimamente Fusaro lo si vede troppo in televisione..”, come se le stesse idee promosse in prima serata perdessero il loro fascino eversivo.
Altro esempio, ultimamente a Prima pagina il programma di radio3, è stato in conduzione Marcello Veneziani, mi è sembrato ( almeno a me) che i limiti di certe idee, fossero motlo più evidenti lasciandole libere di spaziare in tutti gli argomenti della cronaca quotidiana. Ecco credo non sia solo l’effetto paradosso, ma forse aver lasciato la conduzione di un programma a Diego Fusaro avrebbe permesso a tutti, anche alle persone più semplici di valutare più serenamente il suo pensiero.
Non ho finito. Tempo fa a Verona una consigliera del PD ha votato una mozione contro l’aborto a sostegno della Vita. Non so come la vicenda si sia conclusa per la consigliera, però ai tempi si sono sprecate le accuse di oscurantismo, fascismo, i richiami al pericolo della Destra, le richieste di espulsione. Ecco, ( e qui veniamo allo specchio da infrangere), cosa sarebbe successo se invece di lanciare generiche accuse, fosse stata invitata in qualche programma a parlare della sua scelta. Magari anche qui su lipperatura o addirittura alla radio.( Si lo sappiamo cosa sarebbe successo, polemiche accuse schieramenti, offese a non finire da facebuk etc . Ok.) Ma alla fine siamo sicuri che la scelta di fare spazio ( e anche luce) avrebbe favorito il dilagare sell’oscurantismo? Secondo me no.
Quindi lo specchio da infrangere è il nostro, e se vogliamo non essere ascoltati sempre dalle stesse persone bisogna ascoltare e far parlare le altre, con i loro limiti
( olè)
C’è solo un piccolissimo problema, k.: che mentre le persone e le idee che citi sono ampiamente convogliate e diffuse in nome della libertà di espressione e del sacrosanto diritto di essere ascoltati, queste stesse persone e idee postulano il silenzio definitivo di quelle differenti dalle loro. Postulano cioè la morte della libertà di espressione e del sacrosanto diritto di essere ascoltati. In nome della Vita, contro il Mercato, per la Libera Scelta Consapevole, of course.
Cosa penso, Loredana? Che per riconquistare la libertà e la parità di trattamento bisogna prima perderle. Il darle per scontate ha prodotto e sta producendo i mostri di cui parli. Quel che faccio fatica ad accettare è che le conseguenze ricadranno anche su chi ne è consapevole, e questo è tremendamente ingiusto. Ma forse è così tutto il gioco della vita.