I CONFINI DELLA REALTA'

Lottando con un raffreddore feroce (sta vincendo lui, per la cronaca), ho letto questa antologia.
E mi è piaciuta molto.
Primo, perchè Sandrone Dazieri ha fatto un ottimo lavoro nella cura e nella scelta del tema (non semplicemente horror o dark, ma la zona – appunto – di confine, lo spiraglio che dal mondo reale suggerisce ipotesi di alterità, a volte trovando conferme dell’esistenza della medesima).
Secondo, perchè almeno quattro racconti sono decisamente belli. Premetto che tre dei quattro sono stati scritti da persone che conosco e apprezzo non da oggi: avete soltanto la mia parola per credere che non avrei scritto quel che sto per scrivere se non li avessi trovati realmente validi. Se non vi basta, pazienza.
Dunque.
Chiara Palazzolo, per cominciare: il suo è un raffinatissimo gioco di incastri ed è forse, insieme al racconto che citerò fra un istante, quello che coglie meglio il senso dell’operazione. La possibilità, ovvero, di un altrove che si manifesta lentamente: nel caso, con la perdita di un colpo. Un buco temporale, per essere esatti, che si insinua con frequenza crescente nelle giornate di Plasty, webdesigner in crisi sentimentale (in apatia emotiva, meglio), che giorno dopo giorno vede sparire minuti e ore. Non dico altro: se non che l’immagine, suggerita più che mostrata, delle grandi ali nere fruscianti sullo schermo di un Pc è da manuale.
Gianni Biondillo. Firma un racconto sorprendente perchè costruisce un inganno magnifico con estrema sapienza. Il punto di partenza è una nota leggenda metropolitana: e apparentemente il registro scelto è quello realistico. Ma.
Tullio Avoledo  ha disegnato un personaggio impeccabile seguendo i canoni del noir e gli ha innalzato intorno un incrocio di realtà che omaggia – mi sembra – la Torre nera. Lascia con un po’ di acquolina, nel senso che dà l’impressione di essere parte di un disegno narrativo più vasto. Magari è anche vero, vai a sapere.
Poi, Licia Troisi: sviluppa un concetto filosofico in un incubo. Forse la situazione non è nuovissima, ma è raccontata molto bene, e con un paio di momenti notevolissimi (l’album di fotografie del protagonista, per esempio).
Difficile  continuare a parlarne mantenendo il riserbo sulle trame, a dire il vero. Aggiungo soltanto che su altri racconti il giudizio è meno netto: da alcuni mi sarei aspettata di più, su altri ho qualche dubbio, specie per quanto riguarda il finale.
Però, infine, avercene.
Ps. Questa, mi sembra ovvio, non è una recensione e non nasce come tale.  Trattasi di appunti condivisi. Rimpiangenti del “dove sono i critici” rivolgersi altrove: oggi la titolare è troppo malconcia. Grazie.

3 pensieri su “I CONFINI DELLA REALTA'

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