I HAVE A DREAM

Uno? Una ventina. Per esempio:
– Banale quanto volete, ma mi piacerebbe recuperare, almeno per quindici minuti filati, il bene dell’intelletto, ormai messo a durissima prova dalle temperature. Per dire, io alla soluzione escogitata da mamma orangutan non sarei mai arrivata.
– Banale pure questo. Mi piacerebbe leggere esordi di giovani e giovanissime dove la sicurezza della bella scrittura e la capacità di osservazione si accompagnino ad una storia. L’ho già detto, ma voi siete pazienti, giusto? Comunque, in treno ho letto Adesso tienimi di Flavia Piccinni: la malinconia e la rabbia del vivere a Taranto viste dalla generazione che scruta le aste su eBay e si fa affascinare dagli anellini con Hello Kitty, più una storia d’amore, più il corteggiamento della morte, più il mix tradizioni arcaiche – i riti della Settimana Santa- e (fine della) modernità. Un bel po’ di ingredienti, e anche ben utilizzati. Però. Però alla fine mi rimane sempre la stessa sensazione di essere rimasta al chiuso, in una stanza che ha bisogno di un po’ d’aria. Sono una rompiscatole, lo so.
Mi fermo per quanto riguarda il capitolo sogni e passo alla sezione letture consigliate. Per esempio: questo post di Sorelle d’Italia. Il numero speciale di Silmarillion dedicato ai blog. Questo libro (amo Randy Taguchi, non posso farci nulla).
Ps. Anche questa scrittrice ha raccontato di sè, e parecchio (ma in altro modo). Se avete tempo e voglia, leggete come sul numero di agosto di Mente e Cervello. Ok, lo dico subito prima che qualche commentatore imperturbabile all’afa alzi il ditino: questa era pura autopromozione.

25 pensieri su “I HAVE A DREAM

  1. Non dovrei parlare su Adesso tienimi perchè nel senso definitorio del termine io non ho letto il libro; in realtà è successo che ho trascorso un bel po’ di tempo in libreria con il libro fra le mani e… insomma… ho letto qua e là, per lunghi brani e infine anche l’orrendo finale; volevo comprarlo perchè 1) sono di Taranto e vivo a Milano (sindrome da esule); 2) ho letto (dove accidenti?): “finalmente un libro che parla dei giovani non come vogliamo dipingerli ma così come sono”; non l’ho comprato. Per un motivo stupido forse. In realtà avrei desiderato tornare a casa dai miei figli adolescenti o quasi (e milanesi) e metterlo fra le loro mani: una storia di ragazzi nei quartieri dove sono cresciuta, volevo dire. Invece avrei dato loro un senso di asfissia e un finale senza speranza. E’ grave? Sono ormai una madre pallosa a tutti gli effetti? Sto nascondendo la testa sotto la sabbia rifiutando di capire che quel triste labirinto di motorini, amiche sceme, noia scolastica, alcool e morte è e basta?

  2. No. In realtà a dare quel senso di chiusura nel triste labirinto, per come la vedo io, è il fatto che il libro si limita a descriverlo. Non sto negando che il labirinto ci sia: sto dicendo che, così come viene raccontato, è la messa in fila di una serie di figurine senza spessore. Capita, l’autrice è giovanissima. Ma mi ricorda titoli come “Alice-i giorni della droga” che andava per la maggiore negli anni Settanta: della serie, andiamo a vedere come sono fatti i gggiovani e come sono disperati. E poi, però?

  3. sono d’accordo con quello che dici.
    Un paio di anni fa ho letto il libro di Deborah Gambetta, e pur trovandolo apprezzabile, mi ha trasmesso questa solita sensazione di claustrofobia, che non ho più voglia di provare, emi ha reso diffidente verso le autrici che che mi paiono dello stesso genere.
    Una scrittrice che secondo me ha fatto un passo in più è la bravissima Letizia Muratori

  4. io ho letto il libro di Marco Candida e ho scritto un intervento in forma di dialogo che ho pubblicato su Cabaret Bisanzio, nel frattempo mi sono dedicato ad altre letture, magari leggerò anche Adesso Tienimi, cara Loredana, nel frattempo ho ricominciato a leggere “Fight Club” di Super Ciuk

  5. Approfitto del post e del tuo sogno…
    Io sono un giovane esordiente, ho pubblicato da poco una raccolta di racconti per Edizioni Il Filo, che si intitola Dissezione Mentale, vorrei spedirtelo, e se possibile mi piacerebbe avere un tuo parere. Non so se realizzero il tuo sogno, lo spero, ma mi accontento anche di un semplice consiglio. Non c’entra nulla con i libri citati in questo post, tutto sommato racconto anche io di me, ma in forme molto particolari.
    Ricollegandomi al discorso dei ragazzi, secondo me si spendono molte più energie (troppe) per portare a galla i lati brutti della vita dei ragazzi di oggi (io ho 26 anni, quindi non sono molto lontano dalla categoria), invece che parlare di ciò che di buono fanno questi ragazzi. Questo perchè fa molta più “notizia” raccontare di vite ai margini che raccontare qualcosa di bello. Se Melissa P avesse intitolato il libro “cento grani di rosario prima di andare a dormire” avrebbe venduto 100 copie ad uso dei conventi sparsi in tutta italia e basta.
    Odio chi si guadagna da vivere sputando fango sui giovani (studio aperto e lucignolo insegnano), generalizzando spudoratamente e senza spiegare le circostanze in cui si sviluppa il disagio. Ci sono un sacco di ragazzi che suonano, che scrivono, che sono attenti a quelllo che succede intorno a loro, ragazzi pieni di talento, di idee, di voglia di CREARE. Di questi non se ne parla mai, e peggio ancora non gli si da spazio fisico per esprimersi (ma questo è un altro discorso). Se se ne parlasse di più sarebbero anche di stimolo per chi invece è veramente perso in quel labirinto fatto solo di motorini, amiche sceme, alcool, ecc.

  6. Caro panealpane, il tuo non era un post di critica ma di insulto. Quindi è stato cancellato. E così continuerò a fare se non darai un senso a quel che dici. Intervenire qui solo per sputarmi addosso il tuo “sei poca”, se permetti, mi dà il diritto di risponderti: “bene, quella è la porta”. Spero di essere stata chiara, e definitiva.

  7. era riferito a me il post di panealpane?
    Se si, hai sbagliato, perchè il mio non è un post di critica a questo blog o all’autrice di questo, anzi, tutt’altro, ho apprezzato le sue parole e ho cercato di approfondire con il mio punto di vista queste:
    “della serie, andiamo a vedere come sono fatti i gggiovani e come sono disperati. E poi, però?”.
    Una persona poco intelligente e poco acuta quel “E poi però?” non se lo chiede.

  8. di nuovo cancellato!!!
    dittatrice lipperini.
    chiudilo il blog se devi fare così.
    pubblichi solo i post dove ti osannano.
    che squallore.
    voci sovversive?
    fatele tacere!!

  9. mi sono sempre chiesto: ma com’è che sono sempre tutti d’accordo con la loro eccettera?
    egggrazie! chi non è d’accordo non è pubblicato!
    tutto chiaro.
    hai appreso da quale regime?
    arrivederci.

  10. Panealpane, forse non ci siamo capiti. Io non cancello quasi mai i commenti: lo faccio quando, con lo squallido alibi dell'”Io sono fuori dal coro”, ci si limita a vomitare insulti. Come hai fatto tu. Fatti un giro negli archivi e leggi: troverai opinioni di ogni tipo, anche pesanti in alcuni casi. Ma con motivazioni. Con un senso. Tu sei arrivato qui a sbeffeggiare, e basta. Ti sei limitato a dire: “leggiti un giallo invece del libro della Piccinni. Sei poca”. Se mi permetti, per usare una già nota similitudine. La porta di questo blog, come quella di casa mia, è aperta. Se però la usi per salire sul divano con le scarpe sporche di merda, io ho tutto il diritto di dirti: fuori.
    E te lo ripeto.

  11. voglio dire, gentile loredana lipperini, lei ha mai letto la gelosia di a. robbe-grillet (niente storia…)? oppure legge solo c. palazzolo (quanta storia!)?
    secondo lei, chi dei due rimarrà nella Storia della letteratura?
    riflettiamo insieme.
    cordialità

  12. Non stabilisco io gli argomenti, ma sono un commentatore di questo blog, e uso la civiltà di restare in topic.
    Mi rendo conto, però, che con i troll è stupido cercare di essere civili.

  13. che razzista.
    poveri troll.
    il bello dei blog è che spesso il topic subisca delle diramazioni, e che si esplorino anche possibilità contraddittorie rispetto al tema principale. altrimenti il senso è autocelebrativo (qui non c’entra lalipperini, sia chiaro).
    questo, naturalmente, se si è elastici. ma dai razzisti è difficile aspettarsi elasticità.

  14. cara lipperini,
    io seguo il suo blog perché spesso mi dà spunti interessanti. lei è bombardata di notizie culturali, per il ruolo che ricopre, e ha l’accortezza di passarle anche a noi che stiamo dall’altra parte. ecco perché le faccio visita abbastanza regolarmente.
    quello che invece mi disturba sono i suoi commenti, peraltro sempre uguali, e mai (ben) argomentati, su temi che la riguardano in realtà in modo superficiale. lei scriverà anche su repubblica, ma non è certo una critica letteraria. lei scriverà anche il don giovanni, ma non è certo una scrittrice.
    forse la scrittura non è il suo tema. non ne sa poi molto. perché si ostina a parlarne?
    e mi disturba altresì vederla reginetta circondata da tanti adepti, poco critici, poco autonomi. questo non è colpa sua, sia chiaro. lei li tratta anche male, a volte. per esempio quel suo amico, lucio. gli disse di smetterla di utilizzare lipperatura per sponsorizzare il suo blog personale. non decise di dirglielo in privato, come a un amico. no, volle sputtanarlo davanti a tutti. rimasi ferito, io. ma l’angelini no. a capo chino, si scusò con lei. lei che era stata così egoista e narcisa e cattiva. sputtanandolo davanti a tutti. rimproverandolo come un bambino scemo.
    come dire: ognuno si autopromuova sul proprio blog. fate come faccio io.
    a che servono questi blog, signora lipperini? lei che si batte e che si arrabbia con la stancanelli quando non è d’accordo con quello che (una vera scrittrice come) lei dice sulla rete, nel suo ultimo libro, signora lipperini, vuole dirci a cosa servono?
    è davvero convinta di farne un uso corretto e sensato? non egotista?
    ora mi congedo.
    pero che passante non si senta interpellato.
    io parlavo con lei, non con lui.
    la ringrazio comunque per l’attenzione riservatami.
    duccio innocenti

  15. Non ho bisogno di sentirmi interpellato per intervenire a smontare qualcosa di peggio di un troll: uno scrittore che si sente trascurato.

  16. gentile passante,
    mi spiace, ma non faccio lo scrittore. faccio l’insegnante di lettere in un ipc. sa che cos’è?
    forse mi scambia con un omonimo. ma non ho mai sentito di un mio omonimo scrittore.
    peggio di un troll… come dire che il troll è per forza qualcosa di brutto. mah.
    e uno scrittore che si sente trascurato, in ogni caso, a me non sembra una brutta cosa. solo una cosa triste, se quello è un bravo scrittore.
    arrivederci.

  17. Signor Innocenti. La risposta più ovvia al suo intervento è: perchè mi legge, se ha una stima così bassa di me? Se ritiene che io non sappia scrivere e non capisca niente di letteratura, perchè è qui? Io non cerco consensi: cerco di condividere alcune cose che penso. Se a lei disturbano, se lei le trova banali, stupide, inappropriate, perchè perde il suo tempo con me?
    Quanto al blog: credo di aver già detto a cosa serve, PER ME. Serve a raccontare pensieri, sensazioni, riflessioni. Non ho altre ambizioni: questo è uno spazio personale dove si parla di libri, anche, a modo mio.
    Quanto ad Angelini, e ad altri che con meno intelligenza di lui hanno fatto la stessa cosa: usare i commenti per promuovere i propri post, o libri, senza che la cosa sia in argomento non è esattamente un comportamento corretto. Sempre a mio parere, naturalmente.
    La saluto caramente e le auguro di incontrare blogger, critici, scrittori degni del suo interesse.

  18. Ma è sempre stato così? Ci sono sempre stati utenti maleducati che occupano lo spazio riservato ai commenti con le loro lamentele, deviando dal discorso originale del post? O è un fenomeno recente?
    Se è sempre stato così, beh, io non avrei retto più di due mesi a questo trend, quindi complimenti Loredana per la sopportazione… ma se è un fenomeno recente, c’è poco da stare allegri

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