LA PAROLA AMORE: DI RITORNO DALL'ISOLA, SUI DIFENSORI DELLA FAMIGLIA E DELLA CAPITALE

Di ritorno da Gita al Faro, ho in mente una parola, e la parola è amore. Certo, è l’amore che ho provato e respirato in cinque giorni rari e preziosi, quando le persone, prima ancora degli scrittori, entrano in connessione vera fra loro, e parlano e sorridono e riflettono e scambiano emozioni e, infine, fanno nascere legami che rimarranno. Dove la letteratura è evidentemente il laccio che li stringe, ma non è il solo.
Ho in mente una parola.
La parola è amore.
Mentre ero a Ventotene, l’ho sentita declinare, fuori dall’isola (sui quotidiani, sul web, ovunque esistessero resoconti di quanto avveniva altrove) in molti modi. Siamo qui per amore dei nostri figli, ripetevano compunti i difensori della famiglia  che hanno manifestato sabato.
Coloro che per amore intendono cecità.
Coloro che per amore intendono violenza nei confronti di chi non condivide il loro stesso pensiero.
Coloro che per amore intendono gabbie: essere bambine significa rispettare questi canoni, essere bambini significa rispettare questi altri canoni. Non si scappa, non se ne esce.
E’ naturale, sostengono. Cosa ci sia di naturale nel concetto stesso di famiglia (che è culturale e sociale, da quando è nato) è faccenda ignota se non a coloro che, col sorriso sulle labbra e la tenebra nel cuore, intendono dividere il mondo fra chi ha diritti e chi non deve averli mai, fra chi è destinato a bruciare nell’inferno che immaginano (e che, se esiste, dovrebbe accogliere semmai chi traccia le linee che dividono i buoni dai cattivi) e chi è per fede un eletto, un privilegiato. Qualcuno che ha il diritto di giudicare e condannare.
Per amore. Cosa significa amore se non dare la possibilità di scegliere a chi si ama? Cosa significa amore se non avere fiducia nell’intelligenza e nella volontà di chi si ama? Cosa significa amore se non offrire conoscenza a chi si ama? E la famigerata ideologia gender (che non esiste) altro non è che offrire a bambine e bambini i saperi (sugli stereotipi, sulla cultura imposta, sulla sessualità) che da decenni in altri paesi sono loro messi a disposizione.
Questo non è amore. Questo è uno dei rigurgiti dei vecchi e mai sopiti integralismi e, sì, fascismi, che intossicano il nostro paese.
Ce n’è un altro.
Dicono di agire per amore di Roma quei personaggi che portano avanti altri veleni, da anni. Dicono di agire per amore della bellezza e convivenza civile quelli che invocano morte a chi insidia il decoro, ai topi e all’immondizia e agli immigrati e ai Rom. Infischiandosene, magari, delle collusioni e delle speculazioni e di interi quartieri che cambiano faccia per misteriosi piani regolatori e delle piccole e grandi corruzioni in cui ci  si imbatte ogni giorno.
Romafaschifo è un blog e una pagina facebook. Non ve li linko, cercateli se vi sentite pronti a capire quale onda nera ci abbia già travolti. C’è un povero diavolo con evidenti problemi psichici che si spoglia nudo a via San Martino della Battaglia? “qui non c’è da usare compassione, nè pace e amore e visto che è di nazionalità neozelandese la cosa piu ovvia sarebbe rimpatriarlo a spese della sua nazione”. A seguire, i commenti: “Qui le parole sono inutili oramai….. Ci vuole solo il pugno di ferro e basta”. “Provate a chiederlo ai nazi sicuramente quelli risolvono”. Come? A ruspe e legnate e bottigliate, se va bene.
C’è una nuova panchina al Pigneto?
“Noi di Roma fa Schifo di tanto in tanto auguriamo disgrazie. Non è bello, ma non tutte le cose necessarie e indispensabili sono belle. Augurare un cancro difficilissimamente curabile al primo animale che sporcherà questi spazi comuni non sarà politicamente corretto, ma è una maledizione che ci sentiamo di mandare con tutto il cuore e di augurarci che colga nel segno.
Chi va in giro a sporcare la città – costringendo tutti a vivere nello schifo, ad assuefarsi al degrado – è già morto in realtà. E’ uno zombie. Dunque augurargli di passare a miglior vita non è un augurio sensato: meglio malattie e sofferenze. E così sarà”.
Si fotografano due scuolabus che portano i bambini rom a scuola? Ecco la reazione: “Quei bus dovrebbero portarli in certe strutture ancora in piedi chiamati campi di concentramento e senza uccidere nessuno per carità
Metti questi scarafaggi a lavorare per pagarsi i loro servizi”.
A Singapore frustano due graffitari? Magari farlo anche qui. Va a fuoco un centro sociale? Sono entusiasti.
Prima che qualcuno ribatta che il web, eh già, funziona così, vorrei solo ricordare che Michele Serra su L’Amaca di venerdì ha definito i nostri con queste parole: “il vivace, partecipato blog Romafaschifo, che raccoglie umori, considerazioni, proteste, senza fare sconti a nessuno”. E che il sindaco Marino, in un’intervista, ha dichiarato: “li considero miei alleati”.
Ecco, amore e questa roba non sono compatibili. La parola, in questo caso, è orrore.
Ho lasciato ieri un’isola che ha ospitato sofferenze e prigionia. Ma dove è nata, anche, speranza. Rileggete, fino in fondo, il manifesto di Ventotene, e fermatevi sulle ultime parole:
“La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà.”
Questo, per me, significa amore. Guardare a una strada diversa, avere fiducia che qualcuno la percorrerà. E combattere i vecchi e nuovi fascismi: con altre parole, con altri pensieri.

14 pensieri su “LA PAROLA AMORE: DI RITORNO DALL'ISOLA, SUI DIFENSORI DELLA FAMIGLIA E DELLA CAPITALE

  1. A proposito della pretesa naturalità di un tipo di famiglia, e uno soltanto, un grande biologo (purtroppo non ne ricordo il nome) ha detto in una recente intervista: “Un gatto non ha cognati”. Ecco, mi pare che queste poche parole dovrebbero bastare a zittire certi figuri. Purtroppo non basteranno. Ma poi, chi l’ha detto che solo nella natura stanno il bene e il lecito?

  2. A me fa senso il Manifesto di Ventotene e Spinelli padre e figlia, almeno quanto mi fa senso il family day. D’altronde scrivere su Repubblica rende impervi alla comprensione di questo scandaloso progetto deflazionario, antidemocratico e imperialista, per il quale Napolitano ha ricevuto il premio Kissinger. Continui a ignorare, vivrà meglio.

  3. Cara, carissima (‘saggerato, saran 30 denari…) Lipperini… Oggi rosico io e domani rosichi te. La fascio-€uropa della disoccupazione e della durezza del vivere verrà a prenderti. Pensi che De Benedetti ti proteggerà? Forse, ma chi proteggerà i tuoi cari dallo schiavismo al call-center, dalla privatizzazione della sanità, dalla depressione della disoccupazione, dalle pensioni da fame?
    Ding!

  4. Caro Shame, purtroppo hai ragione. Il punto è che se conoscessi un minimo di storia, dovresti sapere anche a quali conseguenze portarono i vari fascismi e nazismi… Chissà cosa penseresti se nelle maglie di quei regimi e dei loro metodi spicci incappassi pure te!? Se io seguissi i ragionamenti dei tuoi amici dovrei augurarti di provarlo, se seguo quelli della mia coscienza mi piacerebbe pensare che tu sia solo un innocuo leone da tastiera. Ma il Family Day ci ha dato un ottimo assaggio di quanto l’odio dei leoni da tastiera possa tramutarsi in odio reale, se ben aizzato da persone senza troppi scrupoli.

  5. Naturale. Naturale più che altro dovrebbe essere il rispettare l’ opinione altrui. ( seppure diversa dalla nostra). Ieri in vari attacchi sono state uccise decine di persone inermi : questa è violenza. Definire i partecipanti alla manifestazione di Roma, dei violenti che vogliono imporre il proprio pensiero con la violenza non è ridicolo, è palesemente falso. Falso e violento.
    Le centinaia di migliaia di persone di piazza san giovanni, dimostrano anche chi fa comodo non vederla che esiste una larga fetta della pacifica opinione pubblica contraria al matrimonio omessessuale e all’ insegnamento dell’ideologia gender nelle scuole. E’ naturale e democratico ascoltarli confrontarsi, magari batterli, come è successo in Irlanda. Ma che non è giusto ignorare , sminuire come fino ad ora è successo a livello amministrativo, o addirittura offendere gratuitamente come succede anche qui.
    Più che ai totalitarismi fascisti, i manifestanti si potrebbero associare al movimento antitav, entrambi nascono dal “ basso, privi di riferimenti partitici, lottano contro decisioni imposte dall’alto, a loro insaputa, ed entrambi vengono spesso combattuti criminalizzandoli; se gli anti tav sono terroristi ecco qua che quelli di piazza sangiovanni sono violenti fascisti. etc..
    Mi domando se quanto influisca in questo decadimento del confronto civile, la consuetudine con i meandri dei social network, oramai molti osservano la realtà filtrandola dai commenti vomitati su face book e allora sembra anche peggiore di quello che è. anche roma anche le persone. Che la parola “amore “ si vede intera solo davanti al volto di chi soffre
    ciao,k.

  6. Caro k., siamo stanchi di veder lupi travestiti da agnelli: se vuoi lezioni di rispetto e di amore prendi esempio dagli Stati Uniti dove ha vinto davvero l’Amore. In tutte le sue forme. E dove non chiamano “ideologia gender” l’insegnare il rispetto per tutti i generi, per tutte le sessualità (compresa quindi quella eterosessuale) e per tutte le tipologie familiari (compresa dunque quella “tradizionale”).
    Quanto alla violenza, massimo rispetto per le vittime di qualsiasi attentato, ma ti ricordo che un Tale che tu dovresti conoscere molto bene disse che “ne uccide più la lingua della spada”. E la Storia ci insegna che l’uccisione fisica si prepara con le ideologie e le parole di esclusione e di odio che le convogliano.
    Le piazze che invocano il matrimonio per tutti (non solo per “i gay”) sono piazze inclusive e d’amore, le piazze del Family Day sono escludenti e piene di odio verso tutti coloro che sono unilateralmente reputati “indegni”. Alla tua intelligenza capire chi semina vento e quale tipo di raccolto può venirne fuori.

  7. Più che intelligenza, credo sia una questione di sensibilità, di sensi. Di vedere, per esempio, che il matrimonio prima di essere un contratto orizzontale tra due persone, è una rapporto verticale tra le generazioni, una relazione tra nonni e bambini stabilita dall’incontro tra i genitori, uomo e donna.
    Questo sostiene la società e la cultura. Su questo si è sempre fondata ogni civiltà
    In america non ha vinto l’amore, ma il mercato; spezzato quel legame fondato sui genitori, denaro e multinazionali si fanno e si faranno sempre più spazio nell’ambito riproduttivo. Senza fare troppo i distopici, ( udite udite) già sono una triste realtà le ragazze in affitto e la compravendita dei gameti. E’ evidente che tra due anni (2) o forse tre, i bambini disumanizzati verranno prodotti in batteria nella silicon valley.
    E pensare che tante persone credevano che le economie avanzate sostenessero le battaglie omosex per dare finalmente il diritto ai gay di strofinarsi con la benedizione del siniscalco.
    bah d’altronde ognuno si tiene le cataratte sue, ma forse un giorno caduti da cavallo vedremo le cose in maniera meno confusa.
    ciao, k.

  8. Caro k., i nazisti e, più recentemente, il Ku-Klux-Klan usa(va)no analoghi argomenti contro Ebrei, neri, atei, matrimoni misti. La “vittoria del mercato” e delle pericolose lobby internazionali complottiste è già stata battezzata “plutocrazia” negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso, pensa un po’. Conosciamo bene le conseguenze pratiche di quelle idee.
    Come sia possibile che progetti d’amore e di responsabilità possano intralciare o addirittura abbattere altri progetti d’amore e responsabilità è un mistero che nessun “difensore dei valori” mi ha saputo mai elucidare: chissà perché.
    Alle tue argomentazioni rispondo allora con due semplici slogan, quelli delle Famiglie Arcobaleno e dell’Associazione dei Genitori di Omosessuali:
    “E’ l’amore che crea una famiglia” e “I nostri figli: parte del mondo, non un mondo a parte”.
    La differenza tra il tono di queste parole e le tue (o quelle del Family Day, o quelle di Amato&co.) è evidente a chiunque abbia occhi per leggere.
    P.S.: Visto che il Vangelo in cui dovresti credere ti impone di non giudicare (è l’unico divieto assoluto contenuto nei 4 Vangeli, lo sapevi?), ti consiglio fraternamente di INCONTRARE le PERSONE che apostrofi con tanta leggerezza e poi di farti un’idea TUA. Esci dal comodo recinto parrocchiale e, se hai fede, attraversa il Lago di Tiberiade senza timori: non ti farà male.
    Se non credi, ovviamente l’invito è valido lo stesso.

  9. Fratello Luca, due soli messaggi che ci scambiamo e già sei arrivato a dare del nazista, razzista cucucslano, antisemita. Per il prossimo cosa ti resta da dire?
    A me non molto a dire il vero. Ti invito a rileggere il mio mex, non mi sembra di aver apostrofato nessuno, tanto meno apostrofo te che mi sembri una persona per bene. Tieni presente che quei “ progetti di amore e responsabilità” di cui parli, sono appunto degli esempi di come il mercato e i vari sistemi burocratici sanitari si insinuano nell’autonomia riproduttiva delle persone e della coppia. Che appunto per avere un figlio potrà e dovrà rivolgersi all’usl, cercare donatori, affittare una ragazza per l’utero, dimostrare reddito, ottenere finanziamenti e cosi via. Ma i ricchi, come al solito, andranno all’estero. Io invece resto in italia, se vedi qualcuno camminare sulle acque di follonica potrei essere io. abbi fede..
    Ciao,k.

  10. Caro k., le cose che denunci le fanno già le coppie eterosessuali infertili senza che si sia levato il minimo sussulto da parte del mondo cattolico, è francamente strano che se ne parli solo per le coppie omosessuali in modo così virulento. A dire il vero i cattointegralisti avevano provato a imporre la famigerata Legge 40, ma devo dire che il “mondo etero” italiano ha reagito smantellandola pezzo per pezzo: in uno Stato laico il concetto di peccato non può e non deve coincidere con quello di reato, è davvero l’abbicì della modernità, quella che manca a buona parte dell’Islam e che gli rimproveriamo pure (sic!).
    Riconoscere ed educare a rispettare orientamenti sessuali e famiglie diverse dalla tradizionale può solo far bene alla società, questo è l’unico discorso di amore possibile. Così come riconoscere pienamente chi chiede di assumersi responsabilità collettive (doveri) in cambio di sacrosanti diritti, magari uscendo dalla logica “dello strofinarsi” (gli etero forse non si “strofinano” abbastanza!? Eppure possono scegliere se continuare solo a strofinarsi o assumersi socialmente la responsabilità di un progetto di vita comune, o no?).
    Dunque, ti rinnovo il mio invito: esci dalle parrocchie e dai convegni di Amato, vai a incontrare le PERSONE omosessuali che vogliono formarsi una famiglia, fatti un’idea tua e poi torna a postare.

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