LA SOCIETA' DELLE ESTRANEE

« Vi troverà non solo la ragione per cui gli stipendi delle donne sono tuttora così bassi, ma anche qualcosa di ben più pericoloso, qualcosa che, se si diffondesse, potrebbe infettare allo stesso modo entrambi i sessi. Là dentro, in quelle citazioni, troviamo in embrione l’insetto che riconosciamo sotto altri nomi in altri paesi. »
Virginia Woolf, Le tre ghinee

Un mese fa ho rilasciato questa intervista a In Genere, a proposito delle scrittrici. La cito oggi, all’indomani della cinquina del Premio Strega (una bella cinquina: Helena Janeczek, Marco Balzano, Sandra Petrignani, Lia Levi, Carlo D’Amicis), per formulare un piccolo auspicio. Non vorrei che vincesse una donna “perché donna”. Vorrei che vincesse una donna “perché ha scritto un libro che merita di vincere”.
Leggendo qua e là le cronache di stamattina, noto che si sottolinea la presenza di tre donne “nell’anno del #metoo”, come se fosse necessario e urgente riparare a una mancanza precedente, e come se proprio ora e qui una donna che vince fosse un fiore all’occhiello indispensabile, secondo i commentatori. Anche questo, credo, rientra nella questione della visibilità. Non è che se quest’anno le scrittrici vincono Strega e Campiello, come mi auguro avvenga perché hanno scritto ottimi romanzi, dall’anno prossimo siamo tutti con la coscienza a posto.
Complicato? Sì. Sono incontentabile? Anche. Però vale la pena rifletterci su, e non accontentarsi, mai, di essere un fiore all’occhiello: non è questione di fornire argomenti ai media. Ma di premiare il valore effettivo. Che c’è, accidenti, c’è.
Comunicazione di servizio: da domani a domenica sarò a Ragusa, per A tutto volume.  Il blog torna a essere aggiornato lunedì.

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