Mi segnalano un programma radiofonico della Bbc, Our Libraries, e quasi ci si commuove. Poi, certo, si diventa mesti: perché l’orgoglio bibliotecario non dovrebbe riguardare solo i diretti interessati, ma tutti.
Allora, lo spazio quotidiano di questo blog va a un comunicato sindacale firmato da tutte le sigle, che convoca per la giornata di oggi un’assemblea. Sì, ancora usano. Sì, si spera che servano. Leggete perché, romani e non solo.
MERCOLEDI 18 SETTEMBRE, ORE 11.00-14.00, via della Consolazione, 4.
Care/i colleghe/i,
La nostra preoccupata lettera del 3 luglio scorso, indirizzata all’Assessora alla Cultura di Roma Capitale, non ha ancora ricevuto risposta. Abbiamo purtroppo avuto recentemente varie conferme, sia pure in via informale, che il drammatico taglio al bilancio dell’Istituzione Biblioteche di Roma, deciso dalla precedente giunta Alemanno (da 21 mln. a 14 mln.: già operativo dal gennaio 2013), sarà reintegrato solo in parte. Ma, non essendoci finora alcun documento scritto, il taglio potrebbe persino essere interamente confermato.
Si tratta di una situazione e di una prospettiva drammatica, da cui deriveranno presto conseguenze molto gravi, per i servizi bibliotecari e ovviamente per i tantissimi cittadini che li utilizzano.
E’ NECESSARIO E URGENTE DIRE FORTE E CHIARO CHE NON ACCETTEREMO MAI LA DISTRUZIONE DELL’ISTITUZIONE BIBLIOTECHE DI ROMA!
Conosciamo bene la tragica situazione economica in cui le scelte governative degli ultimi anni hanno precipitato gli enti locali di tutta Italia. Roma, seppure in condizioni migliori di altre città grazie al suo status di Capitale, si trova comunque in una situazione difficilissima. Ci rendiamo conto della necessità di tagli e sacrifici, ma anche del fatto che – come sempre accade in questi casi – chi ha responsabilità politiche e quindi di amministrazione deve fare delle scelte.
L’Istituzione Biblioteche di Roma offre un servizio di qualità, gratuito e accessibile a tutti, all’intera cittadinanza, dal centro all’estrema periferia della capitale, con ben 37 sedi. Svolge un ruolo che non è solo culturale, ma anche sociale, informativo, aggregativo. Ha sempre gestito responsabilmente, con efficacia e correttezza, il proprio bilancio, senza mai registrare un passivo, dal 1996 a oggi, aprendo molte nuove sedi e ristrutturandone altrettante, ampliando il già esteso orario di apertura al pubblico, fornendo sempre più servizi culturali, stando al passo dei tempi dello sviluppo tecnologico. Tutto ciò è stato riconosciuto e molto apprezzato, sia dagli utenti che da tutte le amministrazioni che si sono succedute in questi anni, senza distinzione di colore politico.
Il nostro bilancio è già stato tagliato di oltre 1 milione di euro due anni fa. Due mesi fa abbiamo scritto alla nuova Assessora alla Cultura che non è possibile scendere al di sotto degli attuali 21 mln. di euro, senza conseguenze sui servizi bibliotecari. E non vogliamo neppure prendere in considerazione l’ipotesi di riduzioni di personale – sia capitolini che Zètema – che è già ben al di sotto del necessario.
Il Sindaco Ignazio Marino, nel suo programma elettorale, ha sottolineato il grande valore della cultura, anche come motore di sviluppo economico di Roma: crediamo quindi che non possa assistere passivamente alla chiusura di 13 o forse 18 o magari 24 sedi (dipende dall’entità dei tagli, naturalmente) del sistema bibliotecario più importante d’Italia.
Abbiamo quindi indetto questa assemblea, sotto il Campidoglio, per lanciare pubblicamente questo drammatico appello alla nuova Amministrazione di Roma Capitale, all’Assessora Barca e al Sindaco Marino, per salvare le Biblioteche di Roma. Già da otto mesi siamo in sofferenza economica, perché ogni mese la Ragioneria eroga 1/12 di 14 mln., nonostante il fatto che il taglio non sia stato ancora iscritto nel bilancio preventivo 2013 di Roma Capitale, tuttora da approvare. Non possiamo reggere oltre, avendo ormai consumato quasi completamente i risparmi che erano stati oculatamente accantonati negli anni.
Vi chiediamo perciò di essere presenti in tantissime/i all’assemblea, anche se lavorate a molti chilometri di distanza, anche se iniziate il turno di lavoro il pomeriggio, per evidenziare la preoccupazione ma anche la determinazione collettiva a non subire gli eventi senza reagire.
Vi chiediamo di raccogliere la solidarietà dei nostri utenti, magari iniziando una grande raccolta firme “Nemmeno una biblioteca sia chiusa!”, spiegando loro il senso di questa assemblea e dell’interruzione del servizio per alcune ore.
E’ necessario agire ora, prima che sia troppo tardi.
A presto
Non posso che ringraziare per lo spazio e l’attenzione che giustamente viene riservato ad un servizio di pubblica utilità. Non è una dichiarazione autoreferenziale di un Bibliotecario che ha alle spalle 32 anni di servizio e che comunque verrebbe messo a disposizione del competente ufficio del personale. É un grido di allarme per un servizio pubblico che in tutti questi anni ha servito oltre un milione e mezzo di cittadini. La storia delle Biblioteche di Roma è, parafrasando Sergio Tofano, lunga un milione. Con la legge 285/77 un temerario creativo, uomo onestissimo e politico eclettico, l’onorevole (lui sì) Renato Nicolini diede la possibilità ad una generazione di arrabbiati, delusi e disorientati di trasformare la loro rabbia in militanza professionale. Da allora le Biblioteche sono diventate 37, quando per una città come Roma ce ne vorrebbero almeno il doppio. Ma tant’è. Da allora abbiamo servito cittadinanza oggi giunta alla seconda o terza generazione. Cioè i ragazzini che allora venivano a consultare le enciclopedie (oggi tutte in file e non più in cartaceo) oggi ci portano i figli o addirittura i nipoti. E poi cosa non trascurabile, la maggior parte delle attività e dei corsi sono a costi zero perché la cittadinanza le tasse per le Biblioteche le ha già pagate nelle imposte comunali. Perciò chiudere le Biblioteche è anche scippare i cittadini di queste tasse trasparenti.