GUARDANDO LA NAVE (MA NON SI PARLA DELLA CONCORDIA)

Ti fermano mentre entri in ascensore e ti dicono: sai che Giorgio Dell’Arti, a Prima Pagina, ha detto che i femminicidi sono in diminuzione? E tu ti chiedi:  ma cosa significa questa guerra del numero, questa rivendicazione orgogliosa di incredulità, questo lucreziano sostare sulla riva a guardare la nave che affonda (a proposito) sostenendo per giunta che i naviganti non corrono alcun pericolo?
Te lo chiedi, ti rispondi che è anche colpa di un DL sballato usato come fiore all’occhiello per il G6 (leggete come lo smonta una persona seria come Barbara Spinelli). Ma la spiegazione non è sufficiente: in questa mattina di nuvole mi viene in mente il motivo più banale. Prendere le distanze significa chiamarsi fuori. Non esiste, dunque non mi riguarda.
Dunque, una volta per tutte, ascoltate chi con i numeri lavora: qui trovate mezz’ora di intervista a Linda Laura Sabbadini, direttora centrale Istat. E speriamo di non dover tornare ancora sopra su questo aspetto della vicenda.

2 pensieri su “GUARDANDO LA NAVE (MA NON SI PARLA DELLA CONCORDIA)

  1. I Numeri non sono persone. Lo ribadisco perché i numeri hanno questa grande caratteristica di essere astratti. Quello che siamo chiamati a fare e da subito è una rivalutazione dei valori umani, delle donne e degli uomini. Una operazione culturale, politica e sociale che è così mancata in questi anni, da produrre affermazioni, mi auguro involontarie, ma non per questo meno gravi e superficiali, come quelle sentite questa mattina a prima pagina. Dare corpo ai numeri che con grande capacità umana e professionale ha rilevato la dottoressa Sabbadini, significa trasformarli in persone, in questo caso Donne, nelle loro storie e nel loro grido, nei loro sogni e nella loro realtà. Tu, signora Lipperini, lo fai da sempre, ma occorre farlo in tanti fino a diventare tutti.

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