L'OMBRA DI MIYAZAKI

Ho scritto questo articolo per Repubblica di oggi, cercando di riassumere in poche righe quel che è accaduto. La discussione è stata molto più complessa, e riguarda la proprietà intellettuale e il citazionismo. Ne troverete traccia sui siti e blog linkati. Cui aggiungo quello di Michele Ginevra, che, fatta salva l’identificazione di chi scrive con la polemista del fumetto sul Circeo (attenzione, autori italiani di fumetto, quella è pericolosa),  fa delle considerazioni interessanti.

Il primo albo a fumetti de Le Cronache del Mondo Emerso, tratto dalla saga di Licia Troisi, esce a giugno ed è salutato come un evento. Giustamente: i libri della Troisi godono di vasto seguito, e giustificano la tiratura di cinquantamila copie. La sceneggiatura viene affidata a Roberto Recchioni, il disegnatore è Giuseppe Ferrario.
Il secondo numero esce a luglio. Il terzo non uscirà. Con un secco comunicato, l’editore (Panini Comics) si scusa con i lettori e annuncia che “a seguito di segnalazioni riguardanti il contenuto di alcune vignette disegnate da Giuseppe Ferrario”, la pubblicazione viene sospesa “per una  verifica dell’opera nella sua interezza”. Cosa è successo? E’ successo che da settimane, nei forum e nei blog, vengono messe a confronto le tavole di Ferrario e quelle di un maestro di manga e anime come Hayao Miyazaki (Orso d’oro, Premio Oscar, Leone d’oro alla carriera), autore, fra l’altro, della Principessa Mononoke e de La città incantata. Proprio San e Chihiro, eroine dei due film, ricordano molto da vicino la mezzelfa Nihal disegnata da Ferrario. Troppo da vicino, per i lettori, che cominciano a pubblicare, l’una accanto all’altra, le immagini italiane e quelle giapponesi: Nihal e Chihiro accovacciate o inginocchiate, e indistinguibili. Un abbraccio pressocchè identico. E poi, rupi, panorami, sfondi, battaglie.
Le immagini girano di sito in sito. Finchè l’utente che per prima ha individuato le somiglianze, TeaSe di Disegnomanga.it, scrive a Licia Troisi. La scrittrice precisa sul suo blog di non avere controllo sui disegni, e sottolinea: “le accuse sono gravi e per questo sarebbe stato opportuno essere più attenti, magari anche un po’ più trasparenti, per evitare situazioni così spiacevoli”. In un secondo post, rilancia: “Non mi ero assolutamente accorta che intere vignette e sfondi fossero letteralmente copiati da opere di altri. E non me n’ero accorta perché trovo non sia facilissimo farlo, anche se è ovvio che molte persone, vuoi per l’occhio più allenato del mio, vuoi per una conoscenza di Miyazaki e dei manga in generale più profonda della mia, ci sono riuscite”.

Nel frattempo, in rete è accaduto molto: scambi di accuse tra fumettisti italiani e lettori, una mail di Ferrario a TeaSe dove l’autore ammetterebbe di aver “copiato di brutto”. Poi, la sospensione. “Un gesto di trasparenza per evitare brutte figure”, racconta Alex Bertani, marketing manager di Panini. “Ora procederemo a verifiche fatte da esperti per capire se in questa pesante ispirazione ci sia dolo o meno. Ci riteniamo parte lesa, e ci riserviamo di tutelare i diritti di immagine nelle sedi opportune”. Non meno desolato è lo sceneggiatore Roberto Recchioni: “Una parte di colpa è anche nostra: io sono esperto di fumetti e non me ne sono accorto, così come non se ne sono accorti i supervisori della Panini. Mi dispiace moltissimo, perché Ferrario è un ottimo professionista: ma questa volta, temo, ha commesso un’ingenuità di proporzioni enormi”.

E Ferrario? Raggiunto telefonicamente, sembra il più pacato di tutti. “Ovviamente – dice – risponderò a Panini di tutto questo. Quello che successo è che ho proposto all’editore uno stile che non è il mio, perchè mi interessava cimentarmi con il disegno giapponese. Dopo il secondo volume, sulla rete si è scatenato il putiferio da parte di questi fan di manga: gente più esperta me, che ha evidenziato come pose e fondi fossero ispirati a Miyazaki. Ma io non l’ho mai nascosto: il mio era un omaggio, non una scorciatoia.. Mi dispiace moltissimo: volevo soltanto creare un prodotto che potesse piacere ai teen agers.”. Ma i teen agers sono insospettabilmente attenti, da ultimo.

38 pensieri su “L'OMBRA DI MIYAZAKI

  1. Incredibile, praticamente conosco tutte le parti in causa, tranne Ferrario, che però, a pelle, mi sembra sincero quando parla di “omaggio” (i confronti che girano in rete restano comunque paurosi, ma solo perché non “dichiarati”).
    Mi chiedo però come una “redazione” per intero (tutte le parti) non sia riuscita a comunicare efficacemente su un punto così importante. Metodologie di lavoro affrettate? Un tacito mezzuccio di ferrario?
    Appare strano, trattandosi del franchise fantasy più in voga dell’editoria italiana. E ne sono dispiaciuto.

  2. Seguendo negli ultimi giorni questa vicenda, ho letto parecchi blog tra cui anche pareri che, pur senza “assolvere” Ferrario ridimensionano la gravità del gesto.
    Comunque, mi pare che il disegnatore dia due versioni contrastanti: nella mail a TeaSe sostiene che sia stato l’editore a chiedere uno stile manga (il che giustificherebbe parzialmente la necessità di appoggiarsi molto a modelli di ispirazione), nella dichiarazione telefonica dice di essere stato lui a proporre di cimentarsi con questo stile (e, dico io, se vuoi cimentarti in modo passibile di accuse d’accordo, ma non farlo sulla pelle di chi ti commissiona un lavoro).
    Per quanto riguarda il discorso dell’omaggio, sarebbe più credibile se le vignette incriminate fossero tutte “ispirate” da Miyazaki, ma nella pagina di TeaSe ne sono riportate almeno due che riprendono quasi uguali due vignette di Naruto e Street Fighter…

  3. Non so.
    Quello che so è che è stato veramente desolante leggere la chiusura a riccio di alcuni fumettisti italiani. Come se (già sentito, purtroppo) ogni volta che si pone una questione sul tappeto venisse “lesa” un’intera categoria. Non si va da nessuna parte in questo modo: nè dando della pazza bigotta a chi critica una copertina, nè dando dei nerd frustrati ai lettori di manga.
    Si critica un episodio, non l’intera produzione italiana dei fumetti. Questo, al di là dell’incidente in questione, mi sembra il vero problema.

  4. Boh, infatti non capisco la difesa corporativa di una persona che ha ammesso di avere “copiato di brutto”. Quello che mi spiace è che un comportamento così superficiale da parte di un disegnatore professionista (“il manga non è il mio stile ma me l’hanno chiesto e allora lo copio”) denuncia (secondo me) il solito snobismo nei confronti del disegno giapponese (e del suo pubblico, che invece, come si è visto, non è scemo ma ben attento). Colpisce anche la leggerezza della Panini, danneggiata dalla scopiazzatura di Ferrario ma che poteva anche supervisionare un po’ più accuratamente le tavole che comunque ha pubblicato…

  5. Mi interessano questi argomenti, e vorrei precisare che se un autore “copia” un altro autore o alcune sue parti, non trovo ci sia niente di male FINCHE’ quest’ ultimo non neghi o ne faccia una questione di principio. Se un autore dice: “si che ho copiato, non so disegnare manga e volevo ispirarmi a un maestro”, dov’è il problema? Basta dirlo.
    Non sono di certo l’ unico a sapere che Sergio Leone è diventato famoso COPIANDO PARO PARO la sfida del samurai di Kurosawa. Ma anche Wilde che fa metaletteratura con Huysmans e via all’ infinito.
    La storia dell’ arte e della cultura è STRAPIENA di plagi. Limitiamoci ad avere in odio l’ ipocrisia. Altrimenti dovremmo stare a ciarlare acidamente di inutili fuffole per tutta la vita.

  6. Curioso.
    Leone che copia Kurosawa l’avevo citato anch’io in un forum, proprio in una discussione su questo argomento (fumetti e Troisi).
    Ma ne avevo parlato come esempio negativo, di cialtroneria italica e parassitismo spudorato.
    Dopo aver visto la sfida del samurai del mio idolo giapponese, mi era rimasta dentro una gran rabbia e una gran vergogna.
    Tra l’altro Leone non mi e’ mai piaciuto, tranne proprio Per un pugno di dollari, visto a otto anni e subito adorato.
    Ora so perche’. Scusate, ma definire omaggio un plagio vergognoso e non scusabile, per cui ci furono anche strascichi legali (Kurosawa ottenne una percentuale sui diritti), no, proprio non mi va.
    Non credo che i principi morali siano cosi’ flessibili come vorrebbero farci credere oggidi’. Io sono ancorata a idee d’altri tempi.

  7. @Ilaria e Woland
    Ho seguito la vicenda con attenzione perché scrivo un blog di informazione sui fumetti.
    Vi assicuro che di artistico in questi ricalchi non c’è niente, a partire dal motivo che ha spinto Ferrario a copiare Miyazaki.
    Da una parte Ferrario ha scritto ”L’editore mi aveva chiesto uno stile leggermente manga, che non è il mio stile, così mi sono affidato alle sapienti mani del maestro Miyazaki per farmi guidare”.
    Il giorno dopo Ferrario ha scritto: “Per prima cosa vorrei chiarire che la Panini non mi ha imposto nessuno stile, sono io che ho proposto un lavoro alla Miyazaki”. Anche alla Lipperini ha detto “mi interessava cimentarmi con il disegno giapponese”.
    Cosa c’è di artistico in un ricalco se il ricalcatore da un giorno all’altro cambia diametralmente opinione sul motivo che lo ha spinto a ricalcare? A me sembrano solo scuse buttate lì.
    C’è anche da dire che la giustificazione “ho impostato tutto sullo stile del mio idolo [Miyazaki]” è naufragata quando si è scoperto che c’erano ricalchi da Naruto e Ultimates.
    Il fatto che Ferrario abbia nascosto i ricalchi agli altri autori e alla casa fa propendere per la furbata.
    Altra furbata è stata capovolgere le immagini per mascherare che erano ricalcate e rendere difficile l’individuazione.
    C’è anche da dire che Ferrario è poco onesto quando parla di “pose e fondi (…) ispirati a Miyazaki” nell’articolo di Repubblica.
    Guardate queste comparazioni:
    http://fumettidicarta.blogspot.com/2009/07/ce-qualcosa-di-originale-nelle-cronache.html
    Non è ricalco ma addirittura copia/incolla.
    La mia opinione su arte/artigianato è qua:
    http://fumettidicarta.blogspot.com/2009/07/proposito-del-plagio-ne-le-cronache-del.html

  8. La storia completa contiene anche questo fatto: Kurosawa, prima di portare avanti l’ azione legale, volle vedere il film. Gli piacque così tanto che spinse i suoi legali a lasciarlo in pace, accordandogli libertà di manovra in tutto il mondo e prendendosi i diritti del film di Leone per il Giappone. Gliel’ ha praticamente distribuito LUI nel SUO paese.
    E non è una piccineria italica, questa. Esiste un elenco infinito di film -di tutti i paesi- che, per trama o per struttura, sono “cover” di altri film. Come in musica. Frank Zappa è forse il più geniale compositore del ‘900, e credo abbia totalizzato un record di copiature come poche volte nella storia. Ozu, Tarkovskij, Corman, Franco, Wylder, Fukasaku, Tsukamoto, Zhang Yimou, Murnau, Fassbinder, Anger, Bergman, Siegel….
    Tutti copiati e stracopiati, e molti di loro copiatori a loro volta.
    Allora, dove inizierebbe questo processo di plagio? Nelle caverne, con le incisioni delle scene di caccia?
    Non diciamo facilonate.
    E Leone è stato l’ ultimo grande regista italiano. Dopo di lui solo fantasmi, salvo forse ora Sorrentino e un pochino Garrone e Crialese (entrambi molto manieristi, però).

  9. Figuriamoci se Recchioni non se ne è accorto di tutto questo… Poi se non sbaglio non era l’unico supervisore… Secondo me erano tutti d’accordo e hanno provato a passarla liscia, solo non hanno fatto i conti con i lettori che sono stati più attenti (anche troppo!) e non si sono lasciati prendere in giro da una buffonata simile. Vergognatevi! Facendo così perdete la fiducia dei lettori!
    Alessandro

  10. Posso lanciare un BIP d’ ALLARME sull’ ultimo trackback? Luca de Biase ha assunto l’ ultima frase di Loredana (e’ tua, vero?) come una frase di Ferrario. Bisogna stare attenti che in questi casi non parta in giro per la rete un thread con attribuzioni di frasi completamente malintese.

  11. Qua, più che ispirarsi o “copiare” (in modo creativo, come magari negli esempi citati) ci sono veri e propri ricalchi e copia/incolla, presi da più autori e non credo proprio per nobili intenzioni creative ma per risparmiare tempo e per improvvisare uno stile che non è il proprio… è questo che offende, come il silenzio del disegnatore e la difesa a oltranza dei suoi colleghi…

  12. Leone continua a non piacermi. La storia la sapevo un po’ diversa, chissa’ qual e’ la verita’ e quale l’agiografia a posteriori.
    E continuo a vedere una qualche differenza fra omaggio, citazione, remake e plagio, e quest’ultimo continua a sembrarmi moralmente negativo.
    Gia’ il remake mi appare furbetto, significa andare sul velluto con un’idea collaudata e non rischiare. Ma almeno non e’ cosi’ platealmente scorretto.
    Ma si sa, la mia moralita’ e’ rigida, superata e all’antica. Tra l’altro, spesso mi sento anti italiana proprio per questo.

  13. Sono contrario anch’ io alla copia, che vuol dire. Ritengo solo che prima bisogna andare a vedere se l’ autore ha utilizzato la base copiata appunto come base, innestandoci sopra il SUO proprio discorso artistico (Miike su Fukasaku per “Graveyard of Honor”, così come già Fukasaku su Katami). Se nell’ opera in questione la copia è solo copia e per di più spudorata, vi do piena ragione.
    In caso contrario, come è -secondo me- per Leone che ha reinterpretato e “importato” un’ epica creandone una seconda di non minore spessore, ci vorrebbe solo considerazione.

  14. Considero Ferrario uno dei più grandi autori Italiani viventi. Possiede uno stile unico ed è un autore completo.
    Chiunque conosca il suo lavoro sa che non ha assolutamente bisogno di copiare.
    Da grande appassionato e amante del fumetto ha solo voluto fare omaggio a uno dei suoi autori preferiti.
    Si meriterebbe più rispetto e un minimo di appoggio dagli editori che sfruttano il lavoro di autori di talento come Giuseppe.
    Non lamentiamoci se il fumetto di qualità muore… se non sappiamo nemmeno distinguere un omaggio da un plagio.

  15. Fa piacere vedere che anche questo blog è frequantato da gente che ha poco o nulla da fare. Ma come si fa a paragonare il plagio di una trama cinematografica a un plagio di un disegno? Vi siete accorti con quale facilità Ferrario è stato messo alla berlina? Tac: vignetta di Myazaki; tac: vignetta di Ferrario: IDENTICHE. Invece i plagi letterari e cinematografici seguono percorsi lunghissimi in tribunale, proprio per la difficoltà di essere provati.
    Un disegno è un disegno: lo vedi è immobile, puoi confrontarlo.
    Io credo che che la questione sia dovuta all’imperizia di Ferrario nel cimentarsi con uno stile che non gli appartiene e con dei tempi di consegna ristretti. La colpa è sua, ma in Panini non se la menino troppo: IL RESPONSABILE è L’EDITORE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  16. Come si fa? Boh, non mi ricordo. Dovresti rileggerlo poco più sopra, ma penso di aver usato l’ italiano; alle elementaru mi avevano detto che si chiamava paragone, analogia. La maestra mi diceva che si potevano fare anche tra campi semantici diversi, a scapito del riduzionismo empirico solipsistico, un movimento culturale molto in voga nel paese di Guido Ventura. Però poi la maestra è morta di un attacco di diarrea a fiori. Strano, neh?
    A parte l’ ironia. Il cinema è immagine più movimento. C’ è un direttore della fotografia. E che si potesse comparare l’ immagine fissa con quella in movimento lo diceva Deleuze, non certo Woland.

  17. I disegni di Ferrario sono molto più belli di quelli di Myazaki… io fossi in lui lo assumerei alla Ghibli.
    E comunque cosa vogliamo dire di tutti gli autori Disney che si sono fatti le ossa “scopiazzando e ricalcando” Cavazzano per anni? Tutti da denuncia?
    L’unico errore del disegnatore è forse quello di dover lavorare per vivere… e quindi di dover adattarsi e cimentarsi in stili diversi dal suo, perchè il mercato italiano offre quello che il pubblico vuole.
    Quindi… l’editore non ne faccia un dramma per favore…
    nessuno infatti aveva mai parlato tanto di questo fumetto…prima!
    Omaggio? Plagio? O… operazione commerciale?

  18. Di questa storia, quello che mi sconcerta di più è che Ferrario, come disegnatore, non avrebbe avuto bisogno di copiare Miyazaki: ha un suo segno personale con cui avrebbe realizzato tavole migliori e più personali. Spesso nel mondo del fumetto un disegnatore scarso o alle prime armi copia da disegnatori più bravi (per esmepio lo ha fatto il giovane Hugo Pratt con Milton Caniff), ma nel caso di Ferrario, che è un disegnatore più che maturo, non si capisce davvero il perché di questa scelta.
    Dall’altra parte, trovo difficile che in un casa editrice di fumetti, dove di immagini ne passano a migliaia ogni giorno, si possa riconoscere al volo che si è copiato uno e più fotogrammi di Miyazaki guardando al volo delle tavole sia perché Miyazaki, come Moebius o Caniff, ha generato milioni di cloni nel mondo, sia perché nessun editor pensa che un disegnatore come Ferrario, già affermato e con un suo stile, vada a copiare come un dilettante alle prime armi. Un po’ come dire che il marito è sempre l’ultimo a sapere che la moglie lo tradisce.
    Da frequentatore delle nuvole parlanti, la disputa su plagio/omaggi/citazione è annosa, di certo il confine tra i tre è sempre più labile. Scoprire le copiature è uno degli sport favoriti nel fumetto industriale (quello che fa uscire tot tavole al mese), e tutti i mesi si possono vedere in edicola “citazioni” e non solo disegnate: buona parte delle storie vanta padri nobili, a volte non dichiarati. Lo stesso accade in letteratura, dove negli ultimi anni più autori italiani si sono visti rivolgere accuse di plagio da opere classiche. Come dicevo nel fumetto si è sempre copiato/omaggiato: sia per imparare, sia per sfangarla sia per rendere un vero e proprio omaggio, come per esempio faceva Tiziano Sclavi nel suo Dylan Dog.
    L’ho fatta troppo lunga e mi fermo qui, anche se il discorso si potrebbe ampliare. Forse sarebbe il momento e l’occasione giusta per spostare l’attenzione non tanto su questo caso specifico che ha già preso una sua strada, quanto sul pensare quanto sia labile il confine tra citazione/omaggio/plagio, quanto gli autori ci “sono” o ci “fanno”, se le loro storie e disegni starebbero in piedi lo stesso senza tali citazioni, se siamo dalle parti di “pierre menard autore del chisciotte” o di semplici copiatori.

  19. Non conoscevo Giuseppe Ferrario prima della vicenda e mi sembra abbastanza talentuoso, ma anche indifendibile. Già il fatto che si ‘cimenti’ con lo stile giapponese fa un po’ ridere; questo non è essere professionali, ma solo maniera.
    Siamo stati bravissimi negli anni a ispirarci e mai a essere originali (pensiamo alla musica leggera, al cinema italiano degli ultimi 20 anni etc…) – è una attitudine che non condivido e che non ha molto a che vedere con l’essere ‘artista’.
    Poi: gli autori di manga hanno dei redattori che li accompagnano in allegre trasferte, anche in giro per il mondo, per documentarsi, scattare fotografie e raccogliere materiale, in genere per gli sfondi. Se un autore ‘copia’ da una fotografia che ha dei diritti va incontro a critiche e a problemi; qualche tempo fa l’autrice Youka Nitta fu accusata di avere copiato le pose dei suoi personaggi da alcune pubblicità e ha dovuto interrompere la pubblicazione delle sue opere. Certo la risoluzione è drammatica e tipicamente giapponese.
    In questa luce, l’atteggiamento di Ferrario mi sembra invece tipicamente italiano. Dire che il mondo del fumetto italiano è bistrattato non ha senso, sono gli autori stessi che non hanno rispetto per la loro opera. E non credo sia neanche una questione economica, sono degli ultimi mesi le notizie su autori di manga che fanno la fame.

  20. Grande Sergio!
    Argomentazioni ineccepibili!
    Che cavolo c’entrano Caniff, Pratt e gli altri?
    Non sai forse che i fumetti della Disney sono di proprietà della Disney e che se un autore Disney ne copia un altro non ruba nulla?
    Ferrario ha rubato immagini di proprietà altrui e le ha fatte sue, è appropriazione indebita.
    Che cavolo c’entra Sclavi, che non è un disegnatore?
    E la labilità di confine tra plagio e citazione esiste solo nella tua testa. Quello di Ferrario è un plagio punto e basta.

  21. Scusate, ho avuto tempo solo ora per approfondire sul web l’argomento.
    Pensavo che i furti di disegni fossero limitati a 3/4.
    A questo punto spero vivamente che Myazaki faccia causa alla Panini, e che la Panini si rifaccia su Ferrario.
    Amen

  22. caro guido ventura, i disegni della disney non sono proprietà esclusiva disney, come insegnano le norme sul diritto d’autore. per capire cosa c’entri scalvi, rileggiti ciò che ho scritto, o ciò che ha scritto sclavi. se non sai ciò che pratt ha preso da caniff, rileggitti pratt e caniff.

  23. Woland, non menare il can per l’aia.
    Il film di leone e quello di Kurosawa non erano uguali per le immagini, ma per la trama.
    Per farti capire ti faccio un esempio adatto al tuo livello culturale, il caso ALBANO CARRISI contro MICHAEL JACKSON.
    Il giudice si è accorto che i due brani musicali erano identici, ma ha optato per una soluzione salomonica: ha deciso che entrambi gli autori si erano ispirati ai medesimi motivi folk, tramandati dalla cultura popolare.
    Potrai capire anche tu (rido!) che anche per una trama letteraria o cinematografica (e guarda che dico TRAMA, non fotogrammi) si possono trovare fior fiore di predecessori.
    Questo è impossibile per due disegni perfettamente sovrapponibili, come nel caso Myazaki/Ferrario. I disegni sono stati realizzati prima da Myazaki, è facilmente dimostrabile, quindi Ferrario se n’è impossessato per usarli (e a fini di lucro, non per scopi artistici o etici).
    Dormici su, e se domani non hai ancora capito… Pazienza.
    Le maestre insegnano le regole, poi sta agli alunni applicarle in modo sensato e pertinente (e i voti in pagella vanno da 0 a 10, o da non sufficiente a ottimo).

  24. Ma è una discussione questa? O uno spazio a servizio di chi vuole aver ragione …mandando a dormire la gente?
    Che tristezza.

  25. concordo sulla tristezza, caro Myazaki, dato che le argomentazioni di Guido ventura sono consistenti come la sua educazione nell’esporle. Non so chi sia, se il nome sia uno pseudonimo o meno, certo è che il mio dialogo con lui si chiude qui.

  26. A quanto pare, c’è una nuova sclatta di giudizio nel mondo culturale, con nuove unità di misura e stringenti e acrimoniosi criteri di proprietà intellettuale.
    Tra le unità di misura in preselezione, pare che nfine andrà usato il GV, il “guidoventura”. Un plagio vale zero guidoventura; mi chiedo quanto abbia preso Albano Carrisi, un caro amico che frequento tutti i giorni -perché è al mio livello culturale- mentre come si evince da quello che esprimo Miyazaki lo ritengo, in punteggio guidoventura, un ottimo elettrauto.
    Torno a studiare, cheddiavolo, non voglio portarmi un 4 guidoventura agli esami di riparazione di settembre.

  27. Cara Loredana
    Leggo ora questo tuo post e il suo incipit.
    Sei pericolosa? Fumettisti, attenta a questa qua?
    Pericolosa no, direi mai, visto che ti esprimi liberamente e giustamente.
    Dannosa o utile magari sì.
    Dipende.
    Se siamo d’accordo, e mi fa piacere, che ci sia un grosso problema di fondo, spero si riesca a dare un contributo (piccolo ovviamente) per la sua soluzione.
    E se si può scrivere su un giornale nazionale è importante anche fare informazione in positivo. Quante iniziative meritevoli non arrivano sui giornali, a meno che non abbiano alle spalle interessi ed uffici stampa poderosi?
    Oltre a parlare di casi come questo, ci mancherebbe, si dedichi attenzione anche alle iniziative positive, alle opere importanti, anche dei giovani. Lavoriamo per incoraggiare la ricerca, l’originalità.
    Incoraggiamo una vera letteratura.
    michele
    ps sergio, sul diritto d’autore, ha detto cose corrette.

  28. Se io fossi un caposervizio, o un direttore di giornale, caro Michele, la tua osservazione sarebbe legittima. Mi permetto però di sottolineare che non è con l’autodifesa ostinata, e a volte cieca, che si incoraggiano ricerca e originalità. E soprattutto non lo si fa tacciando i lettori di essere nerd, oppure otaku, come ho letto altrove.
    Piccola osservazione: lieta che qualcuno sappia qual è la letteratura vera. Dopo tanti secoli.

  29. Beh, fai un po’ di pressione su questi capiredattori 😉
    “Mi permetto però di sottolineare che non è con l’autodifesa ostinata, e a volte cieca, che si incoraggiano ricerca e originalità. E soprattutto non lo si fa tacciando i lettori di essere nerd, oppure otaku, come ho letto altrove.”
    Sottoscrivo naturalmente. Aggiungo che è anche importante leggere bene le situazioni e riuscire a rappresentarle di conseguenza.
    Cordiali Saluti

  30. Ma qualcuno che si è messo sul pulpito a dare giudizi ha per caso assistito alla presentazione dei volumi? Il Ferrario presentando il lavoro ha dichiarato pubblicamente che ha voluto utilizzare Miyazaki per fare un omaggio al grande disegnato… secondo voi chi tenta una “truffa” lo spiattella così pubblicamente?

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