Luci e ombre. Infine, a Francoforte, l’Associazione Italiana Editori ammette una crisi che fin qui era stata minimizzata. Il fatturato complessivo cala: meno 4,3 per cento rispetto al 2008. In ottima salute solo l’editoria per ragazzi (+4%). Crescono le vendite nel canale trade (libreria, Grande distribuzione organizzata, librerie on line, edicola), ma annaspano le librerie a conduzione familiare ((+4,6 per cento le librerie di catena, +0,6 per cento le seconde). Crollano i libri “collezionabili”, ovvero venduti in allegato a quotidiani e riviste (-31,4 per cento).
E i lettori? Aumentano in misura di ottocentomila (+1,1%). E c’è da presumere che siano preadolescenti: “Dichiara infatti di leggere almeno un libro non scolastico il 51,6 per cento dei bambini tra i 6-10 anni, il 64,7 per cento di quelli 11-14 anni (ben 20 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale); il 57 per cento dei 15-19enni. Le donne leggono ancora di più. Nel 1995 la differenza tra uomini (34,2 per cento) e donne (38,2 per cento) era di 4 punti percentuali. Quattordici anni dopo questa distanza è salita a 8 punti percentuali (43,6 per cento contro il 51,6 per cento)”.
Peraltro, il presidente dell’Aie, Polillo, ha puntato i piedi, forse per la prima volta. E in quel di Francoforte ha denunciato “l’abbandono” del governo su almeno due punti: l’Iva al 20% sugli eBook (ricordate?) e le tariffe agevolate: “Il governo si è mosso a fare tutt’altro, cioè si è occupato solo di intercettazioni, di Montecarlo, di Fini e tutto il resto in qualche modo lo ha lasciato cadere’. Secondo Polillo, il caso delle tariffe postali agevolate soppresse è emblematico: “il 31 marzoè stato firmato un decreto con decorrenza primo aprile senza che nessuno ne sapesse nulla…, poi è partito un tavolo tecnico, ma da allora non è’ successo nulla. C’è un decreto, apparentemente alla firma, non si sa bene di chi… A distanza di sei mesi c’è la totale indifferenza”.
Infine, una presa d’atto c’è. L’editoria italiana non gode di quello status radioso di cui si parlava solo qualche mese fa. Quanto ai rimedi…
Da questi dati, sembra che non si possa (più) imputare alla scuola, la colpa della mancanza di un’educazione alla lettura nei giovanissimi, perché questa mancanza di fatto sembra non esserci o almeno sembra esserci una profonda inversione di tendenza a riguardo.
Si può giusto sperare che quando i giovanissimi di oggi, diventeranno adulti domani, non perderanno il gusto della lettura che hanno maturato da piccoli.
Per il resto, mi pare una lotta contro i mulini a vento. Forse l’ebook sconvolgerà mercato e abitudini, in positivo. Ma mi sembra che in Italia, si stia facendo di tutto, come al solito, per mantenere lo status quo anche di fronte a rivoluzioni epocali, come quella che l’ebook potrebbe rappresentare.
1- la scuola,mi dispiace,ma in genere è una fabbrica di futuri ignoranti o indifferenti,a prescindere da quel che leggono (la quantità non fa qualità) e in genere da come vengono avvicinati a certi autori da insegnanti spesso inadeguati.Basta vedere come spiegano Dante e come ignorano Shakespeare,per esempio.
L’università ne è ulteriore esempio,gente che scrive ha senza la h o peggio ancora,e spesso occorrerebbe un traduttore per capire quel che scrivono.
Constatato de visu.
Ai poveri e non numerosi insegnanti che riescono a far AMARE quello che insegnano,bisognerebbe fare un monumento,ed è ancora poco.
2- Mi piacerbbe sapere chi ha detto che l’editoria gode di tanta radiosità,a parte qualche grossa casa editrice, e circa i lettori che aumentano,magari sarebbe pure opportuno sapere cosa leggono,particolare non indifferente.
@il grande marziano
quanto all’e-book,non so come finirà,ma la informo che a breve le librerie Feltrinelli ,presto imitate da altri,venderanno un proprio hardware per la lettura di titoli del loro catalogo online,evidentemente qualcuno si da da fare,a differenza di quanto lei sostiene.
In Usa,pare che la stiano sfangando,per ora.