NON CI POSSO CREDERE/ MISOGINIA?

Cose belle del tour pugliese, ancora in corso: praticamente tutte. Discussioni lunghe e appassionate e persone da ricordare. Per esempio. Una meravigliosa libraia di Bisceglie, Agata, mi ha regalato ieri mattina un articolo che mi era sfuggito: quello di Elisabetta Rasy su Simone de Beauvoir, uscito sul domenicale del Sole 24 ore. Non ho parole e purtroppo non ho neanche molto tempo, al momento: ma commentare un testo tuttora fondante come Il secondo sesso scegliendo l”ottica della “misoginia” di de Beauvoir e insinuare fra le righe che sulla scrittura abbia pesato anche la sua situazione sentimentale…beh, non fa che confermare quanto de Beauvoir sosteneva esattamente in quel testo. Le peggiori nemiche delle donne sono le donne medesime. Non è misoginia: è lucidità, porca miseria.
Ps. Sbigottita, mi par di capire, anche Elisabetta Bucciarelli
Pps. Non c’entra con l’argomento: ma firmate, grazie.

15 pensieri su “NON CI POSSO CREDERE/ MISOGINIA?

  1. Non ho letto l’articolo di Elisabetta Rasy, che mi è sfuggito. Però da quello che Lei, Cara Eccetera, ne scrive e riporta, mi ritrovo a pensare che chissà, forse la Rasy potrebbe non avere tutti i torti. La ringrazio dunque per la segnalazione e cercherò di procurarmi l’articolo.
    Ho adorato la De Beauvoir che è stata un mio modello per decenni ma poi, smaltita la sbornia, ho cominciato anch’io a pensare che la De Beauvoir — come persona — non è che le amasse poi tanto, le donne. Le piaceva sedurle, questo si, ma non credo proprio ne avesse grande opinione.
    Il suo Il secondo sesso — che posseggo ancora nella prima edizione italiana in due volumi del Saggiatore, quella bianca e giallina — è stato senza dubbio ed effettivamente un testo dirompente, rivelatore e illuminante per almeno un paio di generazioni compresa quella alla quale io appartengo. Nei confronti di Simone De Beauvoir scrittrice/saggista il debito di riconoscenza che dovremmo sentire noi donne è immenso e su questo, almeno da parte mia, proprio non ci piove.
    Altra storia per la SDB come persona.
    Simone De Beauvoir si è rivelata negli anni e post mortem e man mano che venivano pubblicati testi e testimonianze rimasti inediti finchè lei era in vita…. beh, forse proprio misogina no (dicendo questo magari si esagererebbe — smile — ) ma sicuramente una del tipo che pensava che “tutte le donne sono uguali. Io però sono più eguale delle altre”.
    Penso risulterebbe utile, per chi si scandalizzasse di quello che ho scritto, andarsi a rileggere le lettere ad Algren. Ancora meglio sarebbe rileggersi tutto il suo epistolario con Sartre (che sebbene apparentemente fluviale e sterminato e senza freni era invece, in realtà, oltremodo controllato ed autocensurato e molto “ad usum Delphini”). Penso infine che non sarebbe male prestare almeno un attimo di attenzione alle molte testimonianze di chi la frequentò personalmente…
    Per non dire che rileggersi “L’Invitata” dopo tanti anni e “con il senno di poi” può risultare esperienza davvero molto istruttiva.
    Non serve a niente mitizzare e rendere intoccabili gli autori che ci piacciono e che stimiamo. Credo sia più utile vederne sia i lati che condividiamo sia quelli che possono apparirci più critici.

  2. 1. Se amate tanto la Beauvoir, imparate ad usare bene il suo cognome. Si scrive Simone de Beauvoir con la d minuscola, e si dice Beauvoir (senza la particella), se usato senza il nome di battesimo (infatti, nei cataloghi francesi (online o cartacei, si trova sotto la B).
    2. Chi se ne frega di quel che pensa la Rasy! E’ forse un’esimia francesista? Almeno un’esimia critica letteraria? No. Forse un’esimia femminista? Nemmeno (ha scritto un ridicolo saggetto mezzo secolo fa, oggi totalmente e giustamente dimenticato, e nulla più). Quindi può blaterare su tutto l’universo mondo, e l’universo mondo giustamente ignorarla.
    3. Quest’anno è il centenario della nascita della Beauvoir, festeggiamenti iniziati con la pubblicazione sul Nouvel Obs di una foto nuda della festeggiata. La conoscevo (la foto) perché, per esempio, Leonardo Colombati l’aveva già pubblicata (sul suo blog). Ciò fa molto scandalo in patria (il dibattito, almeno nella blogosfera francese, è grottesco, e quindi molto molto divertente). Voi, che dite?
    ps : quelli del Nouvel Obs l’hanno photoshoppata, la foto. Troppa cellulite, pare.

  3. ‘L’invitata’di Simone De Beauvoir è uno dei libri fondamentali della mia vita.
    Epperò l’articolo della Rasy mi è piaciuto molto, e trovo che il ritratto della personalità della scrittrice sia molto plausibile.

  4. E di come fosse la Beuavoir nella vita, un colossale “e chi se ne frega” ce lo posso mettere, scusate?
    Da un amico voglio che sia sincero e simpatico, da uno scrittore che sia bravo (anche se magari è uno stronzo). Tanto poi non vado a cena con lui, ma con l’amico.

  5. Sì, Loredana, tengo quell’articolo a portata di mano. Mi riprometto di rileggerlo ancora per cercare dell’ironia sottile, un senso mancato alla mia comprensione, un dubbio lasciato tra le righe. E già l’incipit mi mette di nuovo di cattivo umore: “La prima cosa che oggi colpisce prendendo in mano Il secondo sesso è la sua voluminosa mole.” Non so, servirebbe entrare nel merito del testo. Per me è stato un passaggio di testimone, una lettura importante, fastidosa, dura, formativa. Me lo diede da leggere mia madre, “una chiave di lettura in più su di noi”. Più o meno mi disse così. Non ti nego la stima e la fascinazione che ho per Simone de Beauvoir, non solo scrittrice ma anche persona. Sto cercando ormai da anni, un volume che pubblicò Garzanti, Lettere al Castoro, il carteggio tra lei e JP Sartre. Non riesco a trovarlo. Se qualcuno ne avesse una copia…
    buon fine settimana
    Elisabetta

  6. A Elisabetta: il libro che cerchi, “Lettere al Castoro” (bellissimo) puoi trovarlo presso la Biblioteca A. Schiavi (sezione moderna) di Forlì, la città dove abito. Questi gli indirizzi utili: C.so della Repubblica, 78 – Forlì
    Telefono: +39.0543.712615
    Puoi informarti e chiedere se è possibile un eventuale prestito anche se non abiti dalle mie parti.

  7. “detesto” biondillo perché mi ha bruciato sul tempo :-). e allora sposto l’asse del discorso su altro campo, quello musicale. conobbi personalmente Robert Fripp, fondatore e leader dei King Crimson. Evitando giri di parole credo che, umanamente, larga parte della popolazione del pianeta lo riterrebbe un’irritante testa di cazzo. Però come musicista e chitarrista non si discute. E i King Crimson, grazie a lui, sono stati una delle fondamentali pietre miliari del rock

  8. Le “Lettere al castoro” me le hanno regalate alcuni mesi fa e sono disposta a prestarle, ma non credo sia difficile trovarle.
    Non ho letto l’articolo di Elisabetta, intendo farlo appena possibile.
    Che la Simone fosse misogina o che le donne lo siano , e tra le più feroci, non mi meraviglia. Le aspettative delle donne verso le altre donne che vogliono essere diverse, migliori e che tentano strade nuove sono tante e altissime. Come la voglia di denigrarle, appena compiono un passo falso o mostrano una smagliatura. E’ una misoginia diretta e feroce, mentre quella degli uomini è indiretta, frammista alla fascinazione sessuale, consapevole di doversi abbandonare ad essa e di dovere cercare un compromesso.

  9. questo parlare di Simone de Beauvoir mi ha fatto venire voglia di leggerla di nuovo…E cosi’ ho ripreso in mano ‘L’età forte’

  10. Temporalia, mi stai dicendo che l’hanno ripubblicato? A me non risulta e dalle mie parti (Milano) è praticamente impossibile trovarlo. Ho la versione in francese e delle tremende fotocopie. Ma sto cercando il libro, che acquisterei volentieri se qualcuno me lo vendesse… Fammi sapere che edizione hai, magari mi sono persa qualcosa nel frattempo.
    grazie
    Elisabetta
    (p.s. possibile che la discussione su SdB continui sui giornali solo e unicamente sulla sua foto senza veli?!?)

  11. Ecco, elisabetta, ti ha risposto annamaria prima di me. Il libro, edito nel 1985, dovresti trovarlo al sito online della Bancarella, all’indirizzo linkato da annamaria.
    Spero che tu possa averlo al più presto.

  12. Mi associo a Gregori e Chissenefrega per chissenefrega aggiungo anch’io una mia inutile testimonianza; anch’io ho conosciuto Fripp (in compagnia di David Sylvian..) e più che antipatici a me sono apparsi introversi. Questo per dire che nemmeno la nostra verità è una verità e l’unica verità per un artista son le opere che ci lascia, ma poi anche quelle vengono rilette con nuove chiavi di lettura e… non si finisce più…

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