PICCOLE STORIE DI OGNI GIORNO

Ma no, non sono casi isolati.
Prendiamo Ronciglione, Viterbo, Italia. Sabato celebra i 150 anni dell’Unità della nazione con una nuova edizione della Notte Bianca. Bello. Ma come si festeggerà cotanto anniversario, quale sarà mai il programma della Notte medesima? “Bellissime ragazze che lottano nel fango”, nonché sibilline “Sexy car wash”. Il manifesto, tanto per rimarcare la faccenda, è questo.
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E poi: prendiamo Inzago, Milano, Italia. La MaVib, produttrice di motori elettrici, licenzia. Tredici dipendenti. Tredici donne. Così, si legge “possono stare a casa a curare i bambini”. Qui il resto.
Nel frattempo, anche se apparentemente sembra lontano da questi episodi, procuratevi un libro: è il saggio di Geminello Preterossi su La politica negata. Ne riparliamo.

51 pensieri su “PICCOLE STORIE DI OGNI GIORNO

  1. Per non parlare del Manifesto del PD per pubblicizzare la Festa dell’Unità che mostra una donna con la gonna al vento e le gambe nude, tipica mercificazione del corpo femminile per illustrare un ‘prodotto’ che nulla ha a che vedere con il corpo della donna….

  2. Non voglio fare la maestrina, Zapachilda, ma è la stessa che ho linkato nel post. Ad ogni modo, la ridondanza va bene, perchè il caso di Inzago non è, appunto, isolato. E’ esplicito, scioccamente esplicito, ma non unico.

  3. Notare che sulla pagina web c’è scritto:

    Ronciglione sarà:

    -Solidale, che intende richiamare l’attenzione dei suoi abitanti sulle problematiche sociali.

    Cetto La Qualunque superato dalla realtà…

  4. Non è purtroppo il solo caso. Pare che la mercificazione del corpo sia uguale proposito sia per la destra sia per la sinistra. 🙁 Ma anche il corpo maschile viene venduto, seppur a prezzi d’inflazione. Stiamo vivendo la (in)civiltà dell’immagine priva di sostanza.

  5. un giorno capiremo perchè la chiesa quando tuona contro le ingiustizie riesce a fare solo un gran fracasso senza costrutto,mentre quando chiede che i propri principi etici (e le scuole paritarie)vengano tutelati trova subito un riscontro in parlamento anche in termini di inerzia.Oh,non che la stessa istituzione si sia mai mossa a gran voce per favorire i diritti delle donne,a memoria d’uomo
    http://veradio.com/sounds/blondie/Rapture.mp3

  6. io sono sempre per mandare avanti alcuni professionisti votati all’immagine pubblica. Stuntman che recitano la loro (p)arte al posto degli scrittori che presentano i libri. anche quella pratica pasticciona non mi piace. presentazione di libri…. brutte pratiche della società attale.

  7. Perchè quando si vanno a toccare certi tasti pesti i piedi a poteri che in parlamento sono meglio rappresentati dela chiesa.

  8. Dinamo: sei pesantamente off topic, perdonami. Libero di esprimere la tua insofferenza sulla presentazione dei libri, ma non nei commenti a un post che parla d’altro, pur di annunciarci che hai scritto sul tuo blog a proposito di questo. Autopromozione altrove, grazie.

  9. Volevo solo dire “quale è il confine del mercimonio del proprio corpo?”.
    Presentare un libro è mercimoniare?
    So che lei è costretta a presentare libri perché ne scrive. Lo farei anche io se sapesse scrivere. DAvveo, senza ironia. Le chiedo: come la vede questa cosa?

  10. C’è stato un tempo (molto recente, devo essere onesta) in cui non mi sarei soffermata su questo tipo di “manifesto”. L’avrei trovato di cattivo giusto e irrispettoso, ma poi avrei fatto spallucce prendendo atto della “normalità” della cosa. Sì, avevo ormai assimilato come “normale” l’abuso di queste immagini e di conseguenza l’abuso dell’immagine della donna. Ora che, per fortuna, non sono più in grado di soprassedere a questo genere di cose trovo sempre più difficile passeggiare per strada senza indignarmi. Nella mia città per pubblicizzare un centro revisione auto hanno usato un paio di tette. Cioè..non una donna scollata e sexy in un megacartellone (che già avrebbe avuto poco a che fare con le revisioni auto)…ma SOLO le tette, e nel mezzo il simbolo del centro revisioni. Nient’altro: nessun messaggio, nessuno slogan, nessuna scritta. Io pensavo fosse la pubblicità di INTIMISSIMI. Purtroppo, mi sbagliavo.

  11. …e meno male che a patrocinare la Notte Bianca oltre a Giunta Regione Lazio, Provincia di Viterbo, Comune di Ronciglione, troviamo anche: Confraternita di S.Anna, Confraternita del S.Rosario, Pia Unione di S. Lucia. Manca la Pia Congrega di Santa Maglietta Bagnata…

  12. C’è una raccolta di firme da parte di varie associazioni che chiedono la revoca di simili spettacoli, grazie al cielo
    http://www.viterbooggi.eu/news/eventi-notte-bianca-di-ronciglione-lesivi-per-la-dignit%C3%A0-delle-donne_25735.htm
    Resta, per gli stomaci forti, la festa della merca di Tarquinia, ricorrenza in onore della marchiatura delle vacche dove, indovina un po’, marchiano…una donna
    http://www.tusciaweb.eu/2011/05/una-donna-marchiata-a-fuoco-nella-pubblicita-della-festa-della-merca/

  13. @francesca violi, fantastico, appunto! E poi sono manifesti che non nascono dal nulla, o di notte, eh. C’è chi li pensa e poi li realizza, senza che nessun* (apparentemente almeno) alzi un dito.
    Va bene la definizione che ho visto dare qui in Umbria per la condizione femminile, per quanto riguarda tutti i parametri: situazione di intensa ‘gracilità sociale’ ;-/
    Il contesto in cui nasce tutto questo, da queste parti (Umbria-dati Istat):
    “Relativamente alla partecipazione alla politica solo il 29,8 per cento delle donne parla di politica almeno una volta la settimana e oltre il 42 per cento non ne parla mai… Allo stesso modo nei meccanismi informativi più forte appare il “peso della TV” (oltre il 95%, il dato più alto del centro Nord). Più basso è il livello di lettura dei quotidiani (37,4% è il dato regionale, contro un 38.8% della Marche, un 45.8% della toscana e 47.7% dell’Emilia Romagna).
    Molti dati sono in peggioramento poi, per colpa della ‘crisi’.
    Ecco, credo che sia questa la situazione che nutre e da’ il via libera, non solo a certi manifesti e a certe iniziative…
    Grave l’episodio di Inzago, ma spero non finisca così…

  14. Vorrei sinceramente capire quando si è passati da “notte bianca=evento culturale” a “notte bianca=evento night club”…
    Sul discorso MaVib quello che mi ha impressionato è stata la mancanza di solidarietà maschile. Capisco la codardia, la capisco perché quei soldi a casa servono, ma so anche che si sarebbe fatto di più per dei compagni al maschile e che le donne sono sacrificabili. E capisco anche che è sempre stato così, anche se magari la cosa non ci veniva buttata in faccia con tanta ovvietà. E allora che la smettano di dire fregnacce sul fatto che le quote rosa vanno contro la meritrocazia, per favore.

  15. conosco piuttosto bene il contesto donde proviene la notte bianca in questione. Il manifesto in questione non è niente – rispetto al mondo che lo partorisce. Ma saprai sicuramente da sola Loredana, è per questo che lo sottolinei immagino la non eccezionalità. Da Aosta a Catanzaro ci sono tutte situazioni così. E hai da vede che spettacolini pe la sagra de paese. Hai da vede l’età della bambine che sfilano vestite da zoccole.

  16. “Vorrei sinceramente capire quando si è passati da “notte bianca=evento culturale” a “notte bianca=evento night club” (eva.t)
    … e, aggiungerei al commento qui sopra, da quando un evento in stile night club è diventato un modo per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia? Quale è il nesso?

  17. @ zauberei,
    li conosco anch’io quegli spettacolini e quelle bambinette e regazzette…!
    (da romana in fuga nella città, mi sono spiaggiata da quelle tufacee parti).
    Non so se c’è un nesso, ma lì, zona monti cimini, o colline e pianura intorno, per trovare una libreria ti serve la mappa del tesoro (e anche con quella non trovi niente!), cinema non ce n’è, teatri poco e niente…
    C’è un nesso con Notti Bianche di tal fatta?
    @ Anna Luisa,
    qua il nesso è più facile: così rimediano i soldi dai filoni di finanziamento per i 150 anni…

  18. Sogno una piazza vuota, un evento rimandato a mai più causa insuccesso clamoroso dell’iniziativa, sogno una bella manifestazione di chi a Ronciglione non si sente rappresentato da questo genere di “spettacolo”, vorrei sapere chi siede nella giunta, indipendentemente dal partito d’appartenenza, vorrei sapere se è così che spendiamo i soldi destinati alla cultura, vorrei sapere se chi ha promosso l’ iniziativa porterà i propri figli o nipoti o cuginetti a questa lodevole serata?

  19. I guai vengono da lontano. Due amici, prossimi sposi, mi chiedono di leggere in chiesa in occasione del loro matrimonio. Chiedo loro di inviarmi il libretto di nozze, per dare uno sguardo a quello che avrei dovuto leggere.
    E’ il passo della Genesi in cui il primo uomo dopo aver visto bestie selvatiche, uccelli e ogni altro animale decide che nessuna di quelle bestie può “essergli di aiuto”. Allora dio, dalla costola di Adamo, crea un nuovo essere, la donna “perché dall’uomo è stata tolta”.
    Come si possono ancora leggere queste cose? E quanti danni hanno fatto a generazioni di uomini e donne?

  20. Commentiamo anche queste ultime notizie:
    http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/06/30/news/gira_un_film_porno_la_riconoscono_e_lei_si_dimette_dalla_segreteria_pd-18431935/
    http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/06/30/news/segretaria_pd_che_ha_girato_un_porno_rossi_prima_c_erano_altri_modelli-18442291/
    e le frasi del tipo: “una volta c’erano altri modelli” oppure “Berlinguer indicava come modello femminile Santa Maria Goretti…”.
    Diffidiamo anche dei “preti rossi”, come li chiamava Bianciardi, che peraltro aveva un’amante, la famosa Maria, che oltre a lavorare per una sezione del partito o nel sindacato, scriveva sceneggiature per romanzi osé. 50 anni fa. Perché queste due attività non possono coesistere se sono scelte consapevolmente? Perché vederle ancora, 50 anni dopo, in contraddizione l’una con l’altra?

  21. Ma a costoro che hanno licenziato solo le donne, neanche una lettera di protesta? Un appello perché siano espulsi da confindustria. Uno sciopero di genere? Ho la brutta sensazione che siamo diventate troppo educate.
    Grazie per le segnalazioni dei manifesti Loredana.

  22. Chakie, credevo fosse una tua battuta, invece Enrico Rossi, il presidente della Toscana ha davvero detto: “Berlinguer indicava come modello femminile Santa Maria Goretti, mi sembra che di tempo ne sia passato molto”.
    Si, Rossi, pensi un po’, il tempo è passato e come modello femminile abbiamo di meglio che la Maria Goretti, che farsi ammazzare per restistere ad uno stupro non mi sembra esattamente il massimo come modello da imitare.
    Già, il tempo è passato, infatti oggi si propongono “eventi culturali” come la notte bianca sopra citata e poi si grida allo scandalo se una donna che, incredibilmente, è anche impegnata in politica e pure “brava e studiosa”, gira un porno.
    Ci sono davvero grossi problemi di coerenza in questo paese.

  23. Forse sono offtopic, richiamatemi se svio la discussione.
    Però il problema è sempre quello: culturale.
    “Ma cosa volete di più? I diritti li avete. Le leggi le avete.”
    Ma la cultura? Il fatto che esistano ancora, diffusissime, *riviste femminili*, o sezioni *donna e mamma* delle riviste, in cui si tratta solo e solamente di consigli per: nozze, gravidanza, biancheria intima sexy, prova costume, trucco e ricette culinarie?
    E questi spettacoli qui passano per essere “liberatori”, perché ormai l’erotismo non è più proibito, quindi siamo tutti belli liberi e felici. E noi sempre a passare per bacchetton*, quando li denunciamo. E dovremmo focalizzare l’attenzione sulla repressione, sulla limitatezza che impongono spettacoli di questo tipo. Non protestare per il loro cattivo gusto. Protestare proprio contro la repressione che impongono.
    Certo è che dobbiamo farlo insieme agli uomini. Lo sciopero a Inzago va condotto *insieme agli uomini*. Perché non è che si lotta per i propri diritti e basta. Come se agli uomini facesse comodo avere la compagna disoccupata. Si lotta per i diritti della comunità, ne deriva il beneficio di tutti. Per me è logico, ma evidentemente non per tutti.
    Scusate quelle che in questo blog sono ormai delle banalità tanto ce le siamo ripetute a mantra, ma sono allibita.

  24. Cip, i lavoratori – maschi – della fabbrica stamani sono entrati. Hanno rotto il fronte unitario. Così almeno ho letto su due giornali.

  25. L’episodio del licenziamento selettivo è una bella dimostrazione pratica del fatto che non sono state le femministe che hanno inventato l’oppressione di genere, quando si sono limitate a vedere la realtà. Di certe dimostrazioni avremmo fatto volentieri a meno. I paesetti di provincia inerpicati sulle montegne o sperduti nelle campagne non li frequento più da decenni: molto triste constatare che il quadro antropolgico è addirittura peggiorato. Ne usciremo?

  26. @ Barbara e tutt* – io una mail di protesta l’ho spedita in realta’. Se volete fare altrettanto, ho ripescato su internet questo indirizzo info@mavib.com
    Registro anche una cosa. Ieri, quando ho letto la notizia, alla mia sensazione di sgomento e’ seguita la rabbia e il desiderio di scrivere alla ditta. Solo stamattina, poi, ho pensato che questa faccenda e’ materia di Ministero delle Pari Oppurtunita’ e che non solo la ministra non ha detto “bha” ma, cosa ancor piu’ grave, nessun giornale/associazione SI E’ SENTITO IN DOVERE DI CHIEDERE IL SUO PARERE. E’ significativo, credo. Mail bombing anche alla signora Carfagna? Voi che dite?

  27. L’articolo del Giornale…Praticamente dice, poichè a Inzago (20 km da Milano!) sono rimasti socialmente all’età della pietra, perchè a portare a casa la pagnotta è ancora e sempre l’uomo, questo tipo di licenziamento selettivo ha un senso, dopotutto (immagino queste signore che assemblano ventilatori otto ore al giorno così, per hobby, per capriccio…).
    “Forse c’è un essere uomini davvero in questo «fare a meno» delle donne, in questa sorta di ingenuità intatta. Forse c’è davvero un intento di far rimanere in guerra chi ha più speranza di portare a casa la pelle. Forse. Ma è un beneficio del dubbio che, ogni tanto, e senza spiegazioni, dobbiamo anche concedere. ” Ma sì, infatti, prima regola del buon giornalista: ogni tanto concedere il beneficio del dubbio, e mi raccomando, “senza spiegazioni”.

  28. Qualche settimana fa io e Don Cave abbiamo organizzato un laboratorio e un’assemblea pubblica sulla discriminazione di genere. Sono stati molti gli uomini che ci hanno accusati (in particolare me) di creare divisioni, affermando la necessità di mettere da parte il sessismo (sempre che esista, perché secondo loro non esiste) per lottare insieme. Di fronte a questo muro ho dovuto fare una scenata per farmi ascoltare. Scenata a cui hanno risposto, in larga parte, facendo spallucce.
    La notizia delle operaie licenziate e dei colleghi che hanno rifiutato loro la solidarietà mi ha riportato alla mente questa inquietante esperienza, che credo non dimenticherò mai.

  29. Adrianaaaa, accidenti, non so come sono andate le cose, ma accidenti!
    Chi si pronuncia su una questione, lo fa necessariamente al proprio livello.
    E i vostri livelli di consapevolezza erano diversi, altrimenti non ci sarebbero i risultati della Nielsen citati nel post precedente…che se riguardano le donne, si può, e si deve, considerare che riguardino allo stesso modo specularmente, gli uomini. Però, è importante quello che avete fatto! :-))

  30. OFFTOPIC:
    @Adrianaaaa: anche io c’ero a quell’assemblea 🙂 quando mi avete passato il megafono è stato bellissimo 😀

  31. OFFTOPIC totalmente. Mi scuso con Loredana, dopo questo commento prometto che la chiudo qui 🙂
    @Cip ma daaaiiii!!! Carramba!!! 😀 Eri venuta all’assemblea della sera o al workshop del pomeriggio? Se vuoi scrivermi qualche impressione (e magari qualche consiglio) mi faresti felicissima. Trovi la mail nel mio blog.
    @Paola Di Giulio: diciamo che è stata un’iniziativa molto molto sperimentale e free 🙂 Un po’ perché in quel periodo avevo un esame e in generale io e Don avevamo poco tempo per preparare bene, un po’ perché non avevamo davvero idea di come avrebbe reagito la gente in piazza. Piccola premessa: avevamo aperto a questa tematica in uno spazio creato dalla mobilitazione “indignata” che c’è stata tra maggio e giugno (e che con meno forze continua anche ora). Tutte le iniziative si svolgevano in piazza Nettuno a Bologna ed avevano lo scopo di coinvolgere, non solo coloro che venivano perché interessati, ma anche i passanti.
    Il laboratorio e l’assemblea sulla discriminazione di genere sono stati momenti dove abbiamo lasciato correre il dibattito in estrema libertà (diciamo quasi in svacco) per vedere dove andava a parare, e sono venute fuori cose inquietantissime, tipo i discorsi che ho già detto. In generale, la maggior parte degli intervenuti maschi, pensava che le donne non siano discriminate, ma anzi che in realtà comandino loro (citando Bocassini, Marcegaglia, Camusso ecc). Ovviamente le testimonianze e i contributi delle donne erano di tutt’altro segno, ma dagli uomini abbiamo chiaramente visto ergersi un muro, salvo qualche piccolo piccolissimo spiraglio aperto da qualche intervento e dalla mia personale scenata-sfogo. Molti di loro, in ogni caso, si sono sentiti in dovere di rimarcare la loro posizione subito dopo la fine dell’assemblea venerdo da me in privato. Ho dovuto quasi mandarne a cagare un paio. Nel complesso, direi che è stato un momento in cui un po’ dello schifo è venuto a galla, e in questo senso è stato utile. Però vedersi davanti agli occhi tutta quell’arretratezza, così urlata e rivendicata, mi ha fatto una certa impressione.

  32. Grazie per la spiegazione Adrianaaaa. ‘La maggior parte degli intervenuti maschi, pensava che le donne non siano discriminate, ma anzi che in realtà comandino loro’… Mais oui, e io sono Catherine Deneuve. :-))

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