PICCOLI MAESTRI E IL TERREMOTO

Copio e incollo il comunicato di Piccoli Maestri. Ho dato la mia adesione all’iniziativa, per il poco che posso fare. Peraltro c’è un posto dove mi piacerebbe andare a raccogliere storie. So che è stato abbandonato quasi del tutto, e che gli abitanti si trovano sugli alberghi nelle coste. E’ uno dei luoghi della leggenda, dove quelle che vengono chiamate fate sibilline amano ballare con i giovani umani a cui insegnano il saltarello: Pretare, frazione di Arquata del Tronto, dove ancora oggi la comunità locale  organizza la festa della discesa delle fate. Organizzava, almeno.
A un mese dalle scosse che hanno colpito Amatrice, Accumoli e i paesi vicini, l’associazione di volontariato culturale Piccoli Maestri presenta un’iniziativa a sostegno delle zone terremotate, in collaborazione con il quotidiano Repubblica, la casa editrice Laterza e Radio 3.
A partire da metà ottobre, o comunque appena sarà possibile, scrittori e scrittrici incontreranno studenti e studentesse delle scuole danneggiate dal sisma. Racconteranno dei libri, come di consueto, ma contemporaneamente raccoglieranno delle storie.
Dai ragazzi, dagli psicologi, dai professori.
Queste storie diventeranno dei racconti, questi racconti formeranno un’antologia che verrà pubblicata da Laterza alla fine dell’anno scolastico e distribuita da Repubblica su larga scala.
Radio 3 insieme a Repubblica seguirà il percorso dei Piccoli Maestri durante l’anno scolastico; alcuni dei racconti verranno pubblicati in anteprima sul giornale o letti alla radio. Il ricavato della vendita dell’antologia (gli autori rinunceranno ai diritti legati alla pubblicazione) verrà consegnato alle scuole per costruire una biblioteca o qualsiasi cosa sia necessaria. Scrittori e scrittrici che vogliano aderire all’iniziativa, o chiunque voglia aiutarci a tracciare una rete di contatti di supporto, possono mettersi in contatto con l’associazione scrivendo all’indirizzo piccolimaestri.info@gmail.com
Il progetto Piccoli Maestri nasce a Roma nel 2011 da un’idea di Elena Stancanelli, su ispirazione del lavoro di Dave Eggers in America (826 Valencia) e Nick Hornby a Londra (Il ministero delle storie). Al progetto partecipano scrittori e scrittrici. Ciascuno ha scelto dei libri – quelli che ama di più, che ritiene necessario non vadano perduti, che vorrebbe fossero più conosciuti – e va a leggerli e raccontarli gratuitamente nelle scuole. Gli interlocutori hanno dai 9 ai 18 anni, sono i ragazzi e le ragazze che frequentano la scuola pubblica, a cui i Piccoli Maestri provano a raccontare l’amore per i libri, semplicemente trasmettendo la propria passione, il proprio entusiasmo. L’elenco degli scrittori e delle scrittrici, abbinato ai libri proposti, è presente sul blog.

Un pensiero su “PICCOLI MAESTRI E IL TERREMOTO

  1. Provengo da un piccolo paese delle Puglie: arroccato su due colline, il grosso sulla collina detta di santo Tommaso; poche case sulla collina del santo Rocco. A guardarlo dal basso aveva l’aspetto di un originale presepe, infatti suggeriva una festa di nascita… una festa di vita. Arrocco di tetti rossicci e grigi scivola dolce sui cubi bianchi di basse costruzioni senza disarmonie di alti condomini.
    In discesa, i tetti A partire da una cima appuntita La torre del castello!… Merlata! Pretenziosa, vista da lontano, ma una volta raggiunto il castello, partendo dalla “chiazza” per scale lunghe acciottolate e animate da asini e cavalli senza carrozze, e popolate di gatti con libero accesso ai sottani attraverso i gattaruli… una volta raggiunto, castello si rivelava piuttosto misera abitazione, ma con pretesa di merli!
    Quando sollevavi lo sguardo dai vicoli e dalle scale lunghe, vedevi in alto, oltre i tetti, un cielo diviso in strisce labirintiche, erano fogli d’indaco sui quali scrivevano misteriosi geroglifici, i rondoni viranti in nero stridente alle loro dimore in fila sotto tegole e balconi.
    Per base l’arrocco dei cubi aveva la vianova sterrata e alberata. E al passare della rarissima automobile o del dolce favonio, il paese appariva come levitante su miriadi di minuscoli pianetini di polvere… luminosi pianetini solari.
    Divengono rosa, al mattino, i cubi delle case verso oriente, e lanciano dai vetri lampi di fiamma!… Abbagliante di bianco è poi il giorno!… A sera l’ombre salgono dal basso e la cima della collina è d’oro!
    Ma cosa mai è successo che questo paese è scomparso da così com’era?
    Uno tsunami?… La bomba di Hiroshima?… No!
    Un terremoto
    Sì, un terremoto, ma non di quelli che sbriciolano le case lasciando del paese solo un ricordo in macerie e sassi… un terremoto di lieve scossa. Nessun danno grave, forse solo qualche piccola insignificante crepa qua e là, ma sufficiente a far inserire il paese nell’area terremotata dell’Irpinia.
    Arrivarono soldi a palate; perizie a valanga; si tirarono su alla bene e meglio orrendi condomini a coprire ogni spazio verde e alberato alla base delle colline; e via l’acciottolato e le lunghe scale a lasciar posto all’asfalto per far circolare la auto; disabitate e lasciate al degrado tutte le antiche dimore della “cittadella”.
    La ricostruzione ha distrutto questo incanto.

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